Scienza, c’è una molecola nel cervello che lega i sentimenti ai ricordi

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Esiste una molecola nel cervello che è responsabile dell’associazione di un particolare ricordo con emozioni positive o negative. A identificarla uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati del Salk Institute e dell’Howard Hughes Medical InstituteIl team, guidato da Kay Tye, ha valutato un modello murino per capire in che modo il cervello collega sentimenti alle esperienze. I ricercatori hanno scoperto che la sede di questa capacita’ e’ associata a un gruppo di neuroni situati nell’amigdala basolaterale (Bla), e alla molecola chiamata neurotensina. Gli studiosi hanno utilizzato gli approcci di modifica genetica Crispr per rimuovere selettivamente il gene per la neurotensina dalle cellule. Stando a quanto emerge dall’indagine, senza la segnalazione della neurotensina nei neuroni dell’amigdala basolaterale, i topolini non riuscivano ad attribuire una valenza positiva agli stimoli ricevuti, mentre l’assegnazione dei sentimenti negativi risultava ancora piu’ forte.
I dati suggeriscono che il cervello riesce a processare piu’ facilmente gli stimoli negativi, probabilmente perché, ipotizzano gli esperti, dal punto di vista evolutivo e’ fondamentale imparare a riconoscere le situazioni potenzialmente pericolose. In un’altra serie di esperimenti, il gruppo di ricerca ha dimostrato che alti livelli di neurotensina promuovono l’apprendimento della ricompensa e attenuano l’attribuzione della valenza negativa. Questo lavoro, spiegano gli autori, potrebbe aprire la strada a una migliore comprensione del meccanismo per cui i ricordi legati a emozioni negative tendono ad essere piu’ facilmente impressi nella memoria. “Abbiamo scoperto il centro di controllo del processo biologico di fissaggio dei ricordi – riporta Tye – e’ interessante notare che questo aspetto cosi’ importante per la nostra esperienza di vita sia riconducibile a una singola molecola. Possiamo effettivamente manipolare questo percorso – conclude – per attivare l’apprendimento positivo o negativo. Nei prossimi lavori, vorremmo provare a identificare bersagli terapeutici per questo meccanismo, ad esempio per il trattamento di ansia o disturbi da stress post-traumatico”.