Eleganza è educazione, Rocco Barocco: Le mie lezioni di stile

Rocco Barocco, stilista di fama internazionale, è in vacanza sull’isola azzurra, nella sua splendida dimora a picco sui Faraglioni, lontano dagli occhi indiscreti della Piazzetta, circondato esclusivamente da pochi, fedelissimi amici.
 
Maestro Barocco, com’è cambiato il turismo a Capri?
Moltissimo, quelle poche volte che mi siedo in piazzetta al bar per un aperitivo, mi sento quasi disorientato, individuo tanti volti sconosciuti intorno a me; un volta non era così, c’era un ambiente molto diverso, ci conoscevamo tutti e quasi ogni sera, ci scambiavamo cene nelle nostre ville. Questo è uno dei motivi per cui mi sono ritirato a vita privata, nella mia dimora, preferendo ricevere solo le persone più intime.
 
Quando è nata la sua passione per la moda?
Ero giovanissimo; pur essendo nativo di Posillipo a Napoli, mio papà coltivando da sempre un grande amore per Ischia, trasferì tutta la famiglia sull’isola. Io ho cominciato facendo il commesso di una boutique che confezionava pantaloni; erano gli anni ’70 anni, periodo d’oro per Ischia, a cui approdava tutto il firmamento del cinema mondiale, avendo Angelo Rizzoli, uno dei più grandi produttori cinematografici dell’epoca, acquistato un grande albergo come il “Regina Isabella”. Un giorno mi imbattei in una cliente francesce, molto amica di due stilisti della stessa nazionalità che vivevano e lavoravano a Roma alla quale confessai il mio sogno nascosto di diventare stilista; lei fu molto disponibile, mi mise in contatto con loro e presto mi trasferii a Roma nel loro atelier dove da autodidatta, senza mai aver frequentato alcun corso e nessuna Accademia, imparai il mestiere dal disegno alla realizzazione dell’abito.
 
Il suo primo modello?
Un abito fantastico che Ornella Vanoni doveva indossare per andare in TV; era tutto luccicante, ma poiché brillava troppo per la televisione, lo coprirono interamente con uno spruzzo, rovinandolo, provocandomi di conseguenza, una forte delusione. Da quel momento cominciai a vestire tutte le star del cinema italiano, da Anna Magnani, Sofia Loren, Claudia Cardinale fino agli anni “90, quando ho cominciato a fare il pret a porter.
 
Parata di star nel suo atelier; le attrici a cui si sente particolarmente legato?
Sandra Milo, grande amica mia, la Fenech, una vera signora, nonostante nella sua carriera si sia dedicata a film non proprio di livello, Ursula Andress, tutte mie ospiti per più stagioni, qui a Capri.
I rapporti tra il cinema e la moda?
Un tempo erano molto intensi; oggi molto meno, perché le attrici si servono degli stylist, ovvero di figure professionali che curano la loro immagine, i quali si recano nelle aziende e scelgono per loro conto ma in maniera autonoma gli abiti da indossare. Io sono molto lontano da questa prassi ed ho abbandonato questo contesto.
 
Quando nasce il brand Rocco Barocco?
Nel 1972, quando aprii il mio primo atelier a Roma, in Piazza di Spagna.
 
Il momento più magico della sua carriera?
Gli anni ’80, periodo storico in cui sulla mia passerella sfilavano “nomi” come Claudia Shiffer, Carla Bruni, Naomi Cambell.
 
Molti brand italiani sono stati acquistati da multinazionali.
E’ vero, io sono uno dei pochi a resistere, il marchio e la maison sono ancora tutti miei che curo assistito da un manager italiano molto attento di nome Raffaele Miraglia; ciò mi consente di creare modelli, frutto della mia assoluta immaginazione e di non disegnare collezioni esclusivamente in linea con le esigenze di vendita del mercato internazionale.
 
L’abito con cui più si identifica?
Sono stato l’inventore degli abiti seducenti, che ammaliano il sesso forte; la mia vita è da sempre stata improntata sul concetto di “seduzione”.
 
Quanto è cambiata la moda oggi rispetto a ieri?
Moltissimo; oggi tante donne rifiutano il concetto del capo classico come il tailleur, prediligendo un look più informale quale maglietta strizzata in vita e jeans stretto spesso poco adeguato al proprio aspetto fisico.
 
L’idea di eleganza per Rocco Barocco?
E’ qualcosa che si  ha dentro; l’eleganza in primis è sinonimo di educazione; stolto chi pensa che, per essere a la page bisogna indossare un abito molto costoso! L’eleganza è una dote naturale, che proviene dall’anima.
 
Il suo rapporto con Napoli?
Vivo tutti i giorni la mia napoletanità che riscontro in tanti tratti caratteriali, quali la vivacità, la solarità, l’ottimismo di fondo.
 
Se dovesse descrivere la sua città d’origine con un abito come lo disegnerebbe?
Innanzitutto utilizzerei una tinta unita, il celeste ed ispirandomi al prototipo di donna mediterranea, realizzerei un modello molto attillato dalla scollatura profonda, ideale per racchiudere un seno molto prosperoso, le spalle un po’ scese, la vita molto stretta ed i fianchi marcati.