Medici, la bocciatura dell’Ordine: su Terra dei fuochi decreto Lorenzin inadeguato

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Finché sarò presidente di quest’Ordine mi batterò affinché al centro del sistema Sanità ci sia la salute dei pazienti, e solo in subordine si guardi a ragioni di carattere economico. Tagliare gli sprechi è un conto, tagliare le prestazioni è tutt’altra cosa. Per questo l’Ordine dei Medici di Napoli accoglie con favore la protesta che vede in prima linea i sindaci della cosiddetta “Terra dei fuochi””. E’ una posizione netta quella presa da Silvestro Scotti in merito alla polemica sul decreto Lorenzin sull’appropriatezza delle prestazioni sanitarie ai cittadini. A dare il via alla protesta è stato il sindaco di Acerra, che ha fatto proprie le preoccupazioni della medicina di famiglia e più in generale di tutta la categoria. “Sono felice che gli amministratori locali – dice Silvestro Scotti – siano sulle nostre stesse posizioni. Come giustamente ha ribadito il sindaco di Acerra, le Regioni Toscana e Veneto hanno bloccato l’applicazione del decreto (che limita la prescrizione di 203 prestazioni sanitarie), visto che lo stesso non è nato dal confronto in Conferenza Stato-Regioni“. 
In un documento inviato a tutti gli altri primi cittadini del napoletano, Raffaele Lettieri ha anche denunciato come stiano giungendo notizie allarmanti dai Medici di medicina generale del territorio, circa l’inapplicabilità del decreto (mancato aggiornamento dei sistemi informativi ed informativi) e il fallimento della medicina d’iniziativa e preventiva, che alla luce delle criticità presenti nei nostri territori, non garantisce l’ordinario diritto alla salute. L’aspetto sanzionatorio, che il decreto prevede, altera profondamente il rapporto di fiducia tra medico e paziente.
Gli effetti negativi – conclude Scotti – sarebbero moltissimi e tutti drammatici. Si pensi all’impossibilità di monitorare la salute dei cittadini in aree a rischio come lo sono molti comuni delle province di Napoli e di Caserta, ma si pensi anche alla disparità che si crea tra medici ospedalieri dell’area dell’emergenza e medici del territorio. Quando i cittadini non riusciranno più a trovare risposte negli studi dei medici di famiglia faranno l’unica cosa possibile, correranno in ospedale. Per la sanità napoletana, ma mi sento di poter dire campana, è l’annuncio dell’apocalisse“.