“Notizie Aziende dal mondo ASviS”: la metà dell’innovazione sostenibile arriva dalle idee della leadership

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Si riporta di seguito il testo integrale dell’8/4/24 di Monica Sozzi dal sito ASviS.

L’83,7% delle aziende italiane, secondo uno studio di Sustainability makers e Impronta etica, adotta obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale chiari e sfidanti, ma solo una parte di esse alloca un budget specifico ai progetti di innovazione sostenibile. 8/4/24

Costruire e condividere una visione comune, sbloccare e valorizzare idee sia interne che esterne, ricombinare competenze e risorse in modi innovativi. Sono alcune delle condizioni fondamentali per creare un ambiente che favorisca l’innovazione sociale e ambientale. Un contesto in cui è cruciale riconoscere e valorizzare il ruolo del manager della sostenibilità, che agisce come un vero catalizzatore del cambiamento.

Queste sono le considerazioni che emergono dallo studio condotto da Sustainability makers in collaborazione con Impronta etica, “Sostenibilità e innovazione: dalla visione all’azione”, volto a individuare quali elementi nelle organizzazioni italiane incoraggiano le innovazioni in ambito sociale e ambientale.

Il 79,3% delle aziende italiane ha introdotto innovazioni sostenibili negli ultimi tre anni, migliorando gli impatti sociali e ambientali delle loro attività. Il 53,7% delle aziende ha applicato innovazioni sia ai prodotti che ai processi, adottando un approccio olistico che mira a un impatto positivo a tutto tondo. Significativamente, il 49,4% delle innovazioni proviene dalle idee della leadership aziendale, evidenziando l’importanza della governance nel guidare la sostenibilità.

Questi dati sottolineano l’impegno crescente delle aziende italiane verso la sostenibilità e la responsabilità ambientale, con un ruolo centrale della leadership nell’orientare la strategia e la cultura aziendale. Con un approccio empirico, attraverso questionari e interviste a responsabili della sostenibilità e a figure chiave nell’innovazione, lo studio non solo ha esaminato le dinamiche che promuovono questi percorsi, ma ha anche messo in luce le discrepanze tra teoria e pratica, evidenziando la distanza tra le aspirazioni e la realtà operativa nelle aziende.

L’indagine ha portato alla luce alcuni fattori chiave, che proviamo a ripercorrere, tra visione e azione.

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L’Importanza della Visione Condivisa

La visione: dalle interviste emerge chiaramente come fissare obiettivi comuni, anche ambiziosi, agisca da forte catalizzatore a tutti i livelli per la creatività e l’innovazione, spingendo l’organizzazione a perseguire risultati significativi. Risulta inoltre efficace promuovere tali obiettivi integrandoli negli schemi di remunerazione aziendale.

L’azione: dai questionari emerge che l’83,7% delle aziende italiane ha stabilito obiettivi di sostenibilità chiari, indicando un impegno verso pratiche sostenibili. Tuttavia, il 46,7% non ha integrato la sostenibilità negli incentivi salariali, suggerendo una discrepanza tra ambizioni e azioni concrete. Tra le aziende che hanno legato gli incentivi alla sostenibilità, il 26,1% lo ha fatto solo per il top management, il 27,2% anche per il middle management.

 Generazione e acquisizione delle idee

La visione: le interviste mostrano l’importanza di stimolare la generazione interna ed esterna di idee innovative anche attraverso la promozione della cultura del fallimento, promuovendo la sperimentazione e l’apprendimento continuo. Il processo di innovazione deve esser anche arricchito attraverso il confronto e il dialogo continuo con gli stakeholders e un afflusso continuo di nuove prospettive e soluzioni creative, grazie allo scouting di startup.

L’azione: l’analisi sperimentale mostra che il 56,5% delle aziende ha un’unità dedicata alla ricerca e sviluppo di idee sostenibili, evidenziando un impegno specifico verso l’innovazione sostenibile. Il 76,1% dispone di strutture che favoriscono l’innovazione mediante la collaborazione e la condivisione di risorse, creando un ambiente propizio per l’emergere di nuove idee. Inoltre, il 91,3% delle aziende analizza periodicamente le proprie lacune organizzative, garantendo un continuo miglioramento. Il 43,5% delle aziende è aperto ad accettare il fallimento come parte del processo di innovazione, indicando una propensione a sperimentare e a adottare approcci non convenzionali, specialmente in ambito di sostenibilità. Il 58,7% delle aziende pratica un dialogo attivo con gli stakeholder, promuovendo trasparenza e apertura a feedback esterni, mentre il 72,8% delle aziende riconosce l’importanza dell’interazione con le start-up, vere incubatrici di creatività e innovazione.

Collaborazione e ricombinazione di competenze

La visione: è fondamentale la pratica di promuovere il lavoro di squadra inter-funzionale con la formazione di gruppi di lavoro e la collaborazione con partner esterni. A tal fine, la mobilitazione di risorse finanziarie rappresenta un elemento cruciale.

L’azione: l’83,7% delle aziende italiane ha costituito gruppi di lavoro inter-funzionali per la sostenibilità. Inoltre, il 70,7% ha avviato collaborazioni con enti esterni, sottolineando l’importanza di partnership esterne per accedere a conoscenze e risorse specializzate, cruciali soprattutto per le Pmi. Queste sinergie esterne potenziano l’efficacia dei progetti di sostenibilità, promuovendo un approccio collaborativo alle sfide sociali e ambientali.

Accelerare il cambiamento

La visione: la creazione di un ambiente favorevole è essenziale per proteggere e valorizzare il ruolo del manager della sostenibilità come agente di cambiamento, promotore, facilitatore o regista tecnico. Un hub di innovazione catalizza l’innovazione socio-ambientale, unendo profit e no-profit in un ecosistema fertile. Parallela, la cultura delle deleghe sprona la creatività locale e l’agilità nelle soluzioni sostenibili, accelerando l’innovazione attraverso la decentralizzazione.

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L’azione: oltre la metà degli intervistati (57,6%) ha indicato che la propria azienda utilizza strategie di comunicazione interna per promuovere la sostenibilità tra i collaboratori, adottando iniziative come eventi, newsletter e formazioni. Il 72,8% attribuisce al top management il ruolo chiave nell’innovazione sostenibile. Per il manager della sostenibilità: 34,8% come promotore, 33,7% come facilitatore, 29,3% come regista tecnico. Il 52,2% conferma che i responsabili della sostenibilità hanno l’autorità necessaria per attuare i progetti, elemento cruciale per la loro efficacia. Tuttavia, solo il 41,3% afferma che nella propria azienda esiste una cultura di delega, che favorisce l’autonomia e la capacità decisionale. La mancanza di questa cultura può limitare le possibilità di sviluppo di nuove idee e progetti.

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