Politici senza self control

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in foto Jannik Sinner e Giorgia Meloni

Ieri si è concluso il summit che, a cose fatte, sarebbe stato meglio indicare non solo dell’ Italia, ma anche della Ue per un nuovo rapporto con l’ Africa. Dai più esso è conosciuto come Piano Mattei. In effetti le conclusioni e le conseguenti decisioni sono tutte da concretare, passando dalle parole ai fatti. Una considerazione negativa è uscita comunque fuori. I partiti dell’opposizione, dall’esterno, non hanno rinunciato a mettere in piedi forme di dissenso durante la due giorni di lavoro degli ospiti accanto agli organizzatori di quella full immersion. Una voce fuori del coro tra gli ospiti, quella del presidente dell’ Unione Africana Fuka, ha fatto notare alla Premier Meloni che il lavoro di quel consesso sarebbe stato più proficuo se tutti i partecipanti fossero stati informati per tempo del contenuto dei documenti all’ ordine del giorno. Non sarà mancata, avviata da questi ultimi, una presa d’atto che, per una parte della politica italiana, quella occasione di lavoro in corso non avesse nessun valore concreto e quindi sarebbe stato inutile dare corpo a quelle ombre. Le stesse, per intendersi i rappresentanti africani, certamente non avranno gradito questa considerazione, come del resto avranno fatto gli altri presenti, comprese le alte cariche della UE. Resta una sola considerazione, anche essa non positiva, da aggiungere. Continuando di questo passo, l’Italia e come essa gli altri paesi della UE, finiranno per ritardare la risoluzione di molti dei problemi attualmente scottanti. Va fatta, a tal punto, una considerazione che possa servire a diradare ogni nebbia su quanto si è deciso di attuare a Roma per il Continente Nero. Potrà sembrare strano, ma non è solo per eccesso di prudenza che va ribadita ancora una volta la condizio sine qua non, ovverosia la completa assenza di ogni pensiero associabile a velleità o comprtamenti di tipo colonialista. Anche se non vissute in prima persona, chiunque vorrà avvicinarsi fattivamente al Piano Mattei, dovrà fare tabula rasa di ricordi o notizie in qualche modo legate all’ ultima colonizzazione. Per sintetizzare, con la obiettività che i fatti richiede, attualmente è l’ Europa che ha bisogno dell’Africa e non viceversa. Se si considerano quali saranno gli obiettivi dell’intesa raggiunta, non è difficile cogliere che quelli riguardanti buona parte di quel continente sono l’assistenza medica, l’istruzione a tutto tondo e la cooperazione di tipo industriale e agricola da valutare paese per paese durante l’avanzamento dei lavori previsti da quel piano. Qui si vedrà la differenza rispetto alle joint venture costituite da alcuni di quei paesi con altri partners di valenza economico-politica al di sopra di quasi tutti gli altri paesi. Una sola tipologia come esempio basta e avanza: quella degli affari conclusi con la Cina per collaborazioni di ogni genere, formalmente a scopo produttivo.Tali accordi, soprattutto di tipo finanziario, sono presentati da Pechino alle capitali locali sotto forma di mutui, assisti quindi da garanzie reali, costituite dall’opera realizzata con quella provvista finanziara, talvolta con l’aggiunta di altri cespiti. Appena il governo destinatario delle somme comincia a entrare in difficoltà per la restituzione, quello cinese si appropria delle opere realizzate con i soldi date in prestito, come previsto dal contratto di finanziamento. Sull’ sempio della Cina hanno mosso i loro passi in quel continente anche Russia e India. Quanto esposto invita la UE e non solo esso a mettere in atto per tempo i programmi contenuti nel Piano Mattei in corso di elaborazione. Non fosse altro che per cercare di essere al pezzo prima dell’ arrivo di quei predatori sotto mentite spoglie sulle prede. Di li alle mura di Roma e, da quel punto, raggiungere Bruxelles, il passo sarebbe breve. Espresso in forma più esplicita, quanto riportato corrisponde al modo di fare di quegli avidi che, non potendo entrare in una casa da svaligiare dall’ ingresso principale, decidono di passare attraverso quello di servizio. Inutile aggiungere che il risultato sarebbe identico e certamente non giovevole al Piano Mattei e a ogni oltra azione di aiuto al Continente Africano.