Quirinale, tentazione Draghi nei Cinque Stelle: Lui al Colle e patto di legislatura

98
(Imagoeconomica)

Da un lato la volontà che Mario Draghi resti a Palazzo Chigi, espressa dal leader Giuseppe Conte pur non ponendo veti sul nome dell’ex numero uno dalla Bce, dall’altra un gruppo di parlamentari che iniziano a chiedersi se non sia il caso di aprire la strada alla corsa del premier al Colle, perché tutti gli indizi sembrano portare lì. Ieri nell’assemblea dei grandi elettori del M5S diversi interventi sono andati in questa direzione.
Patto legislatura che punti dritto al 2023 – la sintesi – e nessun veto, tanto meno su una figura autorevole come quella di Draghi. Sono interventi dello stesso segno -una decina in tutto- ma che si susseguono all’avvio della riunione, tanto da indurre il leader del Movimento a prendere la parola, ricordando che di veti non ce ne sono, ma che è utile che Draghi resti a P.Chigi per il bene del Paese. E che il patto si fa con cittadini non è un patto di legislatura, gli interessi di chi è fuori dai Palazzi devono essere la rotta del Movimento. Il fatto che i pro-Draghi parlino uno dopo l’altro, ad avvio di riunione, dà adito a sospetti negli uomini più vicini al premier. Ovvero che gli interventi abbiano dietro una ‘regia’, perché nell’assemblea chi prima si prenota meglio alloggia, e le prime voci sono tutte di parlamentari considerati vicini, o quasi, a Luigi Di Maio. Del resto nel Movimento si respira un clima da guerra fredda, oggi -fotografia dell’atmosfera- il portavoce del ministro degli Esteri ha dovuto precisare non ci fosse una riunione di ‘dimaiani’, rumors che rimbalzava alla Camera. “Nessun veto su nessun nome purché ampiamente condiviso, per le stesse ragioni che hanno garantito il nostro sostegno al governo Draghi. Questo ci fa comprendere come il primo veto che deve cadere è quello sul nome dell’attuale presidente del Consiglio”, dice tra i primi Generoso Maraia. Anche Danila Nesci, sottosegretaria del governo Draghi, invita a sgomberare il campo dai veti, “tanto meno su Draghi, basta con i ‘mai’ che poi siamo costretti a rivedere perché il quadro politico è in continua evoluzione. Patto di legislatura, con tutte le forze politiche e a prescindere da chi andrà al Colle: non possiamo dare un messaggio di caos al Paese sulla gestione della pandemia e del Pnrr“.