Saletta Rossa a Port’Alba, dopo 7 anni stanno per riaccendersi le luci: la sfida di cinque giovani imprenditrici

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in foto da sinistra Fabrizia ed Enrica Grassi, Sara. Francesca e Serena Mazzei

di Francesco Bellofatto

A sette anni dalla chiusura della Libreria Guida di Port’Alba, stanno per riaccendersi le luci di un luogo storico della cultura napoletana, e non solo. Il merito è di cinque donne coraggiose, belle e giovani – tutte tra i 20 ed i 30 anni – che hanno dato vita all’operazione “Saletta Rossa”: si tratta delle amministratrici Fabrizia Grassi e Francesca Mazzei e delle sorelle Enrica Grassi, Sara e Serena Mazzei. “Sono passati otto mesi dalla celebrazione dell’asta alla consegna dei locali – esordisce Sara Mazzei -: ringraziamo il presidente Gian Piero Scoppa e il curatore Massimo Palumbo. Se non fosse stato per loro, con l’attuale malfunzionamento della Giustizia saremmo ancora immersi in un mare di carte”.

Quali sono i tempi di realizzazione?
“Vogliamo realizzare un grande contenitore culturale che porti Napoli e l’Italia nel Mondo ed il Mondo a Napoli ed in Italia – prosegue Sara Mazzei -. Non sarà solo una libreria, ma anche uno spazio per musica, poesia e teatro fruibili in forme nuove, con food e moda, grazie all’apporto di nuove tecnologie. I tempi saranno quelli giusti per un’opera complessa e per le condizioni in cui ci è stata consegnata, nel pieno rispetto dei vincoli sull’immobile”.

Il nome Saletta Rossa indica un forte legame con la storia dei luoghi…
“È il richiamo ad un luogo ancora vivo nella memoria ed immaginario della cultura meridionale ed italiana, ma non solo: l’iniziativa è stata apprezzata anche all’estero – risponde Enrica Grassi -. Sarà il cuore attorno al quale gireranno eventi e spazi per food, moda, esposizioni e performance. Daremo voce ai già visibili e soprattutto agli invisibili, di tutte le arti e di tutto il mondo”.

in foto Francesca Mazzei e Fabrizia Grassi
in foto Francesca Mazzei e Fabrizia Grassi

Un’operazione che vede schierate cinque imprenditrici e che cade in un perimetro di forte attrattività culturale: a Napoli c’è spazio per i giovani nell’industria della cultura?
Se abbiamo deciso, non essendo proprio delle sprovvedute, ne siamo certe – replica Fabrizia Grassi -. C’è una fortissima domanda di cultura ed arte, il problema è che non c’è un’offerta all’altezza in termini di contenuti e di fruibilità. Noi colmeremo questo vuoto, a beneficio della nostra impresa e, speriamo, di Napoli nel Mondo”.

La presenza della famiglia Mazzei, già impegnata nel settore editoriale, rappresenta una sinergia significativa…
“La sinergia tra noi cinque sarà il fattore di successo – dice Enrica Grassi -. Passioni e percorsi differenti, al nord e all’estero, ci consentiranno di sprovincializzare il mercato che vogliamo servire. Certo, l’esperienza maturata in questi due anni e i riconoscimenti avuto dal mercato e dalla critica aiuteranno il decollo dell’iniziativa”.

Fare editoria a Napoli è una sfida: qual è l’obiettivo di Saletta Rossa?
“E’ una sfida che si può vincere – afferma Francesca Mazzei -. Sa qual è il paradosso che abbiamo toccato con mano? Napoli sta vivendo un momento fantastico in tema di produzioni artistiche e culturali, con grandi successi. Perché tanti autori e tante autrici non pubblicano con editori napoletani? Gli autori sono cattivi? Non credo. Manca l’industria culturale. Ed è questa la sfida che lanciamo. Abbiamo pubblicato in questi giorni Jean Noel Schifano, Renato Miracco, un meraviglioso ed inedito Oscar Wilde, ‘Ombra e Rivoluzione – Variazioni sul naturalista Domenico Cirillo’ di José Vicente Quirante, autori di rilievo internazionale, sia per il mercato nazionale che estero. Vogliamo dire ai tanti nostri concittadini autori: siamo pronti, fidatevi di noi”.

Questa operazione, in una fase ancora di emergenza sanitaria, è sintomo di un forte coraggio: qual è il segnale che volete dare alla città?
“Ovviamente ci abbiamo riflettuto molto, non siamo sprovvedute – conclude Serena Mazzei -. Eppure ci siamo convinte che, con la giusta dose di coraggio e ragionevole rischio, dovevamo farlo ed essere ancora più ambiziose! Innovare ancora di più: sperimentare, scambiare il bello in tutto il mondo. Napoli ed il nostro Paese sono le capitali mondiali del bello. La bellezza ci salverà… E poi se non siamo coraggiose a vent’anni quando dovremo esserlo?”