Aspettando i Cavalieri dell’Apocalisse

La paura (s)corre sull’acqua non solo dove soffiano venti di guerra e nei dintorni. Un detto marinaresco vuole che un capitano e il suo equipaggio possano dimostrare le loro capacità di navigare quando il mare è in tempesta e l’albero maestro è stato spezzato dal vento. Non dovevano essere di quel genere i naviganti a bordo della nave Dali. Quel mercantile, nella notte tra lunedì e martedì, a Baltimora, ha urtato un ponte di grandi dimensioni, causandone il crollo nelle acque del fiume Patamco. I fatti, è noto, sono andati diversamente da quanto contenuto nell’ espressione riportata innanzi e occorà del tempo per stabilire se sia stato uno o più errori umani o altro a causare l’incidente. Oltre alla distruzione di una struttura molto importante, si piange anche la perdita di diverse vite umane e il naufragio del mercantile che ha causato il disastro. La narrativa fin qui riportata vale solo per evidenziare, semmai se ne avvertisse la mancanza, che da qualche tempo una serie di eventi negativi, non solo le guerre, stanno tenendo in scacco l’umanità intera o quasi. Piuttosto che citare la malasorte, le profezie non prese sul serio e tante altre false teorie che vengono additate come responsabili di ogni genere di eventi negativi, sarebbe di gran lunga più efficace impiegare il tempo a correggere le storture sull’ ambiente praticate dalla stessa umanità. Con l’aggravante che a oggi, pur essendo nota la negatività di taluni comportamenti, gli uomini non solo non rimedino al malfatto, quanto proseguano a comportarsi in modo sbagliato. Lo zelo dura fino all’ evento negativo successivo: in quell’ occasione faranno di nuova solenni dichiarazioni che sarà posta in essere una immediata correzione di rotta.Tanto giusto per rimanere nell’ambiente marinaro e affinché certi fatti luttuosi non si ripetano ancora. Le loro, come accade da sempre, saranno “promesse di marinaio”, che verranno onorate in percentuali bassissime. Negli anni ’60, il famoso matematico napoletano Renato Caccioppoli, mise a punto una teoria, basata su calcoli complessi, quando i cervelli elettronici -così erano definiti gli antenati dei computer- erano utilizzati molto limitatamente. Con essa quel Docente di matematica dava al genere umano una specie di vademecum, descrivendo precisi input dei comportamenti da adottare oppure no nei confronti dell’ambiente. In sintesi essa riportava che la natura in genere fosse una costruzione naturale organica. Non rispettando una sola parte di essa, si turbava in qualche modo l’intera costruzione del pianeta e dell’ umanitá. Uno dei punti affrontati con maggiore attenzione da quell’illustre Scienziato fu il contenimento delle grandi masse in movimento, sparse sul pianeta da sempre: l’acqua, il vento, il sole e ogni componente con un funzionamento autonomo, non contenibile nelle sua dinamica oltre il minimo indispensabile. Lo studio non fu accolto stendendo il tappeto rosso e con lancio di fiori. erano gli anni in cui il regista Francesco Rosi, anche lui napoletano, stava girando il film “Mani sulla città”. In esso era illustrato il comportamento spregiudicato di alcuni costruttori che, con la connivenza di una parte della politica, realizzavano qualsiasi opera, sconvolgendo i luoghi dove intervenivano. Anche a voler lasciare fuori del computo gli abusi edilizi di ogni genere, sfociati in crolli più o meno disastrosi, basta puntare lo sguardo sul crollo della diga del Vaiont per avere un’ idea di quanto avesse visto lontano il Professor Caccioppoli. Pensare che la natura si comporti come un’ enorme discarica continua a essere l’atteggiamento che contraddistingue una parte notevole delle varie popolazioni. Senza contare che, se fosse vissuto più a lungo, il Matematico Napoletano probabilmente avrebbe definito l’ambiente come se fosse di per sè protetto da un Muro di Gomma. Sarebbe cioè da sempre pronta a respingere al mittente ogni forma di abuso, anche se con effetto ritardato.
Di questi tempi quello Studioso avrebbe avuto certamente molti consensi in più.