Befana dei migranti, monito di Sepe: Il rifiuto dell’accoglienza è disumano e anticristiano

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Cinquecento giocattoli sono stati consegnati questa mattina a bambini di età compresa tra i 4 e gli 11 anni figli di immigrati nigeriani, cingalesi e tamil, polacchi e ucraini, cinesi, filippini che vivono nella città partenopea: a promuovere l’iniziativa il Movimento Cristiano Lavoratori, in collaborazione con l’Arcidiocesi e Napoli Village, che per il nono anno ha voluto dar vita a quello che ormai è diventato un appuntamento fisso all’interno del salone arcivescovile della Curia di Napoli. Presente il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, che poco prima aveva celebrato all’interno del Duomo la “Messa dei popoli” con la partecipazione attiva di tanti migranti con balli e canti tipici della loro cultura. A loro Sepe ha voluto rivolgere durante la cerimonia un messaggio di auguri in tutte le lingue.
“Guardare, parlare e aiutare gli altri – ha detto poi il cardinale – è la dimensione fondamentale di ogni essere umano e ancora di più di ogni cristiano. L’intera umanità si deve sentire una sola famiglia dove non c’è distinzione, separazione e disuguaglianza e ogni componente è uguale all’altro. Rifiutare a priori di accogliere una persona è quanto di più disumano e di anticristiano che ci possa essere”.
Anche nelle parole dell’avvocato Michele Cutolo, presidente provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori di Napoli nonché responsabile della manifestazione, un pensiero critico sullo scontro in atto nel nostro paese sull’emergenza migranti: “Pare che i valori della solidarietà e della fratellanza umana siano dimenticati dall’Europa e dai nostri governanti che invece dovrebbero essere concreti ad accogliere tutti e tutto indistintamente. Abbiamo il dovere di garantire un futuro migliore a questa povera gente”.
Alla Befana dei migranti hanno partecipato anche il senatore Vincenzo Carbone, componente della Commissione lavoro e previdenza sociale di Palazzo Madama, i cavalieri dell’Ordine di Malta e tutti i cappellani delle varie etnie della Diocesi di Napoli ognuno dei quali ha portato con sé un numero variabile (dai 20 ai 40) di bimbi bisognosi di attenzione.