Cose turche e anche di più

(Imagoeconomica)

La settimana in albis è cominciata con eventi internazionali di particolare rilievo. Senza dubbio i risultati delle elezioni amministrative in Turchia hanno comunicato al mondo che, da quelle parti, qualcosa sta cambiando. In alcune grandi città, quali sono Istanbul e Ankara e altre, il presidente Erdogan, dopo oltre 20 anni di permanenza nella sala dei bottoni, ha subito una sconfitta indubbiamente significativa.

È particolarmente importante per gli abitanti che quel paese, solido avamposto della NATO e quindi del Patto Atlantico a Est, continui a essere governato con lo sguardo rivolto a Occidente. Volendo così confermare la voglia di nuovo del popolo di quel paese, senza nessuna indulgenza al canto delle sirene proveniente da Oriente. Rimanendo con l’attenzione su quella parte del mondo, con precisione sulla confinante Armenia, si ha un’altra importante indicazione di cosa stia cambiando. È di ieri e ha un valore da non trascurare la dichiarazione del Premier di quella realtà appartenuta all’URSS, Pashinyan, questo il suo nome, ha voluto puntualizzare in via ufficiale che il suo paese non ha intenzione alcuna di proporsi alla NATO per chiedere di essere accettata al suo interno.

Ha aggiunto  proseguendo che tale affermazione non deve essere intesa come un segnale negativo della volontà del suo paese di collaborare con USA e UE. Queste notizie devono essere qualificate, con la necessaria cautela, foriere di comportamenti positivi per il riordino delle caratteristiche sociopolitiche di quella regione, che è una parte consistente del Medio Oriente. Altre notizie, di gener ben diverso, sembrerebbe che  siano venute fuori a Bruxelles, precisamente all’interno della Casa Comune. In dettaglio la notizia più inquietante vorrebbe che all’ interno del Parlamento della UE sono operativi diversi rappresentanti del popolo che nutrono simpatie per Putin. Tale rumor, peraltro non confermato né smentito, certamente contribuirà a accentuare la confusione che, già di per sé, provoca l’effetto del cane in chiesa, fino a poter tendere così a debordare in malo modo. In Italia da oggi riprendono le attività di ogni genere dovunque sia stata rispettata la pausa pasquale. Sul fuoco intanto sono già da ora diverse le pietanze che è necessario controllare a intervalli regolari. L’appuntamento più importante per tutti gli europei sarà quello con le elezioni di giugno. L’ augurio è che da tutti i paesi membri giungano candidati di notevole statura. Soprattutto quelli che rappresentano  l’Italia, per evitare imbarazzo agli elettori come è successo pochi mesi fa. Se sussistessero dubbi, basterà andare con il pensiero a quanto accadde in Germania alla fine dell’ultimo conflitto. Il Miracolo Economico promosso dal Cancelliere dell’epoca, Ludwig Erhard, dopo aver compiuto alcuni giri di tavoli che contavano, decise che ai mercati esteri dovessero essere inviati in prevalenza i prodotti di alta gamma, lasciando per l’uso interno la produzione ordinaria.

Tale comportamento fu vincente e ancora oggi viene ricordato nei manuali di economia. La conclusione, che certamente sarà condivisa nella sezione locale della Coldiretti, è che il gruppo dei neoeletti e i riconfermati, nel caso di specie gli Italiani, saranno valutati all’ interno della comunità per quanto sapranno fare, senza varcare il limite delle proprie competenze e del corretto agire. C’è una pregiudiziale: qualcosa di sconveniente è già successa: questa volta sarà necessario essere particolarmente attenti nello scegliere chi dovrà collaborare con i rappresentanti dei paesi della UE a Bruxelles.