Decarbonizzare i trasporti, Giovannini in controtendenza supportata da evidenze scientifiche e proposte di policy

in foto Enrico Giovannini (Imagoeconomica)

Venerdì 22 aprile 2022, in mattinata, è stato presentato dal Ministro Enrico Giovannini,   nell’ambito delle attività del Ministero delle strutture  e delle mobilità sostenibili (Mims) il Rapporto STEMI dal titolo “Decarbonizzare i trasporti”, con sottotitolo “Evidenze scientifiche e proposte di policy”, di ben 100 pagine (qui).
Alla sua illustrazione sono state dedicate, on line, tre ore, tra relazioni e dibattito. L’adozione di quest’ultima modalità, in tempo reale, ha consentito la diffusione del Documento   dal titolo, in un certo senso provocatorio, ma chiaro ed impegnativo ad un’ampissima  Audience di molteplici categorie interessate: si può pensare, ai politici operanti in tutte le loro sedi istituzionali, agli operatori pubblici e privati del settore dei trasporti, interessati alla gestione della significativa mole di risorse finanziarie su cui prendere decisioni. Non solo nella logica del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nell’ambito dei fondi da esso stanziati, ma anche in una logica più ampia, che vede accorpate  alle prime le altre risorse di Bilancio, in modo da assicurare il rispetto della compiutezza sostanziale e temporale   delle svariate tranche delle realizzazioni in campo. Per un argomento del genere, trattato in questi giorni convulsi in cui esso, insieme ad altri temi connessi altrettanto problematici, sono stati alla ribalta  quotidiana,  penetrando perfino nel vivo della nostre case, la dimensione dell’audience  è da immaginarsi  grande e, ancora di più, il numero di coloro che stanno consultando l’ottimo sito del Mims, già disponibile da ieri. Un’audience a partire  dai professionisti  impegnati, a loro volta, nei canali della comunicazione   economica, in particolare della transizione energetica, ma anche quello composto dal variegato pubblico dei   “cittadini” e fra essi, va detto, i nuovi “alfabeti digitali”. Perché affermo ciò? E’ noto che negli ultimi mesi si conta l’esercito dei non  più analfabeti digitali   formatisi , via via negli ultimi due anni, all’uso del computer,  – per inciso, paradossalmente associata alla correlativa crescita di capitale umano,  acquisita proprio per effetto del Covid 19 –  Mi riferisco, infatti, soprattutto a coloro che, negli ultimi due anni, hanno seguìto webinar a  scuola, all’università, lavorato con la modalità dello smart working, per aver acquistato beni e servizi  a distanza, per avere  rapporti imposti dalla deburocratizzazione  della pubblica amministrazione, potenzialmente interessatissimi,    ad  accedere al tema della  decarbonizzazione dei trasporti. Questa vasta complessiva audience   è stata anche attratta dall’uso del sostantivo, della denominazione del documento di oggi, che  contrasta, nega la messa in moto dell’ andamento atteso, (purtroppo, non solo nel nostro immaginario?!) dopo la improvvisa dichiarazione di crisi dell’ approvvigionamento del gas  e degli idrocarburi di qualche mese fa. Tale posizione governativa, con Draghi che sta insistendo ad auspicare una soluzione del problema unanime in Italia e comune con l’Europa, si è  ventilato un ritorno, seppure controllatissimo,  alla carbonizzazione (alle estrazioni petrolifere ecc.) a causa di detta crisi o di minore realizzazione della già prevista   decarbonizzazione   di  cui  si legge nelle poste contabili del PNRR. Il punto è che questo I Documento STEMI degli esperti della Struttura per la transizione ecologica della mobilità e delle infrastrutture del Mims costituisce, con grande soddisfazione dei più,  una corposa e valida coerenza tra il titolo ed il contenuto del Documento che esprime, quindi oltre che una posizione logico-concettuale anche  un massiccio corpo di lavori di decarbonizzazione in corso, in linea piena con il PNRR delineando un profilo di un futuro realizzabile.
La sintesi tecnica così lo presenta:
Il I Rapporto realizzato dalla struttura istituita nel 2021 dal Ministro risponde alla necessità di fornire una base conoscitiva solida, fondata sullo stato della ricerca in tema di tecnologie per la decarbonizzazione dei trasporti, per assumere le decisioni politiche più opportune per accelerare la transizione ecologica e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 ed inquinanti con il miglior rapporto costi-benefici, nonché il rafforzamento della competitività dell’economia italiana e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini, anche alla luce del dibattito europeo sul Pacchetto ‘Fit for 55’.
Ma quali sono i dati statistici aggiornati sulle emissioni legate ai trasporti?
Il gruppo dei tecnici ha studiato che in Italia, il settore dei trasporti è direttamente responsabile del 25,2% delle emissioni di gas a effetto serra e del 30,7% delle emissioni di CO2, a cui si aggiungono le emissioni nel settore dell’aviazione e del trasporto marittimo internazionali. Il 92,6% delle emissioni nazionali di tutto il comparto è attribuibile al trasporto stradale di passeggeri e merci, settore per il quale si registra un aumento del 3,2% delle emissioni tra il 1990 e il 2019, in controtendenza rispetto al calo del 19% delle emissioni totali durante lo stesso periodo.
 Per contribuire a raggiungere gli obiettivi europei, del pacchetto ‘Fit for 55’, che prevedono la riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030 e il loro azzeramento entro il 2050, è necessario accelerare il processo di decarbonizzazione, partendo proprio dal settore della mobilità.
Aggiunge  il Ministro Enrico Giovannini: “L’obiettivo è accelerare la transizione ecologica, riducendo drasticamente le emissioni inquinanti e climalteranti nei trasporti nei prossimi otto anni. Per il Paese è una grande sfida verso un modello di sviluppo sostenibile e per le imprese una grande opportunità di innovazione e business. Il Rapporto STEMI offre considerazioni scientifiche e suggerimenti di policy a beneficio sia del settore pubblico sia di quello privato. Dal punto di vista degli interventi infrastrutturali date le condizioni tecnologiche attuali e ferma restando l’esigenza di continuare a sperimentare soluzioni alternative ai combustibili fossili, è fondamentale investire in sistemi di generazione elettrica da fonti rinnovabili e potenziare la rete di ricarica.  Molti degli interventi del Mims, inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, o finanziati con l’ultima legge di Bilancio, vanno nella direzione indicata dal Rapporto, ma ulteriori investimenti saranno necessari da parte del settore pubblico e del settore privato per raggiungere gli obiettivi europei”.