Giovani di Confindustria, Prezioso: La città ritrovi la centralità di pensiero e di azione

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Presidente Prezioso, Unione industriali Napoli ha compiuto nel 2017 i cento anni dalla nascita. Facciamo un bilancio delle attività realizzate per il Centenario?
E’ stato un anno bello e importante. Insieme a Confindustria nazionale, con la quale abbiamo organizzato l’intero ciclo di eventi, abbiamo voluto dare a questa ricorrenza il significato non di una celebrazione meramente rievocativa ma di qualcosa che, grazie alle esperienze già vissute, potesse fornire indicazioni utili per la crescita di Napoli, della Campania e del Sud in una prospettiva di sviluppo integrato dell’intero Paese.

Quali sono stati gli eventi principali?
Al complesso universitario di S.Giovanni a Teduccio abbiamo discusso di Quarta rivoluzione industriale, Internet delle cose e Industria 4.0, creando un’occasione di incontro tra startupper e potenziali investitori e finanziatori. A Città della Scienza il focus è stato sulle ‘vie dello sviluppo’, le infrastrutture per la crescita e l’attrattività del territorio, e i processi di rigenerazione urbana.

Poi il gran finale a giugno, al Teatro San Carlo.
Esatto: il ciclo di incontri si è chiuso alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, che ci ha onorati della sua partecipazione, con il convegno “Napoli Europea, 100 anni di futuro”, dedicato al ruolo di Napoli e del Sud nello sviluppo sociale ed economico del Paese. Abbiamo avuto il piacere di avere presente con noi a tutte le iniziative il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. A Palazzo Partanna inoltre abbiamo ospitato una mostra fotografica sui 100 anni dell’Unione industriali con foto d’epoca, documenti e testimonianze di alcune delle nostre principali imprese.

Che peso ha avuto Napoli in questi anni nell’economia nazionale?
Napoli vanta da sempre una grande tradizione, con una imprenditoria diffusa e tante singole eccellenze. E’ mancato invece uno sviluppo che favorisse la crescita complessiva del sistema impresa. Ancora scontiamo il fatto di avere poche medie imprese, quella dimensione cioè che meglio favorisce il consolidamento di un tessuto produttivo facendo da ponte tra i grandi gruppi e le piccole realtà. Napoli e l’industria restano in ogni caso un binomio indissolubile.

In quali settori, in particolare?
Abbiamo eccellenze dall’automotive al packaging, dall’agroalimentare all’elettromeccanica, dal sistema moda all’aerospazio e all’armamento. La voglia di fare impresa è connaturata alla città e si rinnova attraverso le generazioni.

Quali sono le priorità per lo sviluppo?
Abbiamo importanti infrastrutture, come aeroporto, porto, ferrovie, assi viari e interporti. Bisogna integrarle dando vita a una sola rete, i cui nodi siano efficacemente connessi. Dobbiamo ottimizzare la nostra piattaforma logistica, i trasporti e l’intermodalità. E poi le reti energetiche e tecnologiche.

Abbiamo parlato di “Vie dello sviluppo”: qualcosa si sta muovendo?
I flussi turistici sono in crescita e c’è un nuovo dinamismo al vertice delle strutture museali. Ci sono poi molte imprese create da giovani, realtà in crescita in comparti tradizionali del made in Italy e in poli manifatturieri all’avanguardia per tassi di innovazione. Dipartimenti universitari di eccellenza hanno poi contribuito ad attrarre l’attenzione di Apple e altre multinazionali.

Può bastare?
Bisogna fare sempre di più, ovvio: Napoli attende da tempo interventi di rigenerazione urbana che potrebbero farla decollare. In Italia però ci sono grovigli inestricabili di leggi e regolamenti che troppo spesso ingessano i progetti meritevoli. Serve una prospettiva che congiunga le istanze dei protagonisti del territorio con la pianificazione nazionale ed europea. Napoli deve avere una sua vision strategica entro la quale possano essere accolti progetti di investimento pubblici e privati. E bisogna superare una concezione del ruolo di classe dirigente legata alla soluzione di ricorrenti emergenze.

Che ruolo può avere il partenariato pubblico-privato?
E’ uno strumento fondamentale e dall’enorme potenziale: il dialogo tra istituzioni, e tra istituzioni e privati, è essenziale per lo sviluppo. Nei territori che hanno affrontato con successo la rigenerazione urbana, si è creato un mix virtuoso tra spesa pubblica contenuta e alti investimenti privati. E’ un metodo che vogliamo promuovere su scala nazionale, nel Gruppo di lavoro sulle Aree Urbane e Metropolitane costituito da Confindustria, fortemente voluto dal Presidente Boccia e che ho l’onore di coordinare.

Cosa fanno gli industriali napoletani per accelerare questi percorsi?
Siamo al fianco del gruppo di imprenditori che ha presentato un master plan per Napoli est e Pompei: abbiamo dato impulso ad analisi che hanno promosso il loro piano di riqualificazione e rilancio dell’area orientale della città e del territorio extra moenia di Pompei, fino a Torre Annunziata e Castellammare di Stabia. Quanto a Napoli Ovest, il completamento della bonifica di Bagnoli favorirà la pianificazione e valorizzazione dell’intera area flegrea. Bagnoli è in una posizione strategica, punto di convergenza tra i golfi di Napoli e Pozzuoli. La Baia di Pozzuoli può e deve diventare un Golfo ‘intelligente’, dando armonia a progetti dialoganti che si rilancino vicendevolmente e a iniziative concrete e attuabili in tempi rapidi.

E poi?
Fra le iniziative recenti abbiamo promosso Elite, piattaforma di servizi integrati creata da Borsa Italiana per supportare la crescita delle imprese, e la nascita del Campania Digital Innovation Hub, un network costituito dalle 5 territoriali campane di Confindustria e dall’Ance regionale in linea con il progetto strategico di Confindustria e con il Piano“Industria 4.0”, che ha l’obiettivo di avvicinare domanda e offerta di innovazione e aiutare le imprese ad entrare nella quarta rivoluzione industriale. Un impegno non di poco conto, se pensiamo che solo il 38% delle aziende italiane afferma di conoscere Industria 4.0 e di essere pronte alla sfida. A breve aderirà al DIH anche l’Università Federico II, con cui da tempo il sistema confindustriale locale ha avviato una proficua collaborazione su vari temi, ed è prevista l’estensione a livello interregionale.