Inchiesta ex Cirio, annullati gli arresti domiciliari dei parlamentari Cesaro e Pentangelo

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Il Palazzo di Giustizia di Torre Annunziata

Le intercettazioni era antecedenti alle ipotesi di reato contestate dalla procura, e quindi, in base alla cosiddetta legge Cavallo sulle intercettazioni a strascico, il tribunale del Riesame di Napoli ha annullato la misura cautelare in carcere con il beneficio dei domiciliari richiesta dalla procura di Torre Annunziata per i parlamentari di Forza Italia Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo nell’ambito dell’inchiesta sulla riqualificazione dell’area ex Cirio di Castellammare di Stabia. Sulla richiesta si sarebbero dovute esprimere le Camere di appartenenza, ma ora che la misura è stata annullata non ce ne sarà più l’esigenza. I due erano indagati nell’ambito di una inchiesta che il 15 maggio scorso ha portato a 9 arresti tra i quali i tre fratelli di Cesaro per diversi reati tra cui corruzione e concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. Luigi Cesaro è difeso dagli avvocati Giovanni Vignola e Giuseppe De Angelis, mentre Pentangelo è difeso dall’avvocato Antonio Cesarano.
L’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari chiesta dal gip di Torre Annunziata (Napoli) per Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo è stata annullata dai giudici dell’ottava sezione collegio F del Tribunale del Riesame di Napoli. Le motivazioni specifiche non sono state ancora rese note, ma gli avvocati Giovan Battista Vignola, Giuseppe De Angelis e Antonio Cesarano, hanno puntato soprattutto sulla violazione “di legge in ordine alla corretta applicazione delle norme che regolano le intercettazioni telefoniche”. La cosiddetta ‘sentenza Cavallo’ delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (et non legge Cavallo come impropriamente scritto in precedenza, ndr.), che ha trattato lo spinoso tema delle cosiddette intercettazioni a strascico, ha stabilito infatti il principio giuridico secondo il quale se nel corso di intercettazioni telefoniche autorizzate per una ipotesi di reato specifica, emergono altre ipotesi di reato, occorre chiedere nuovi decreti autorizzativi al gip, così da procedere separatamente per i due reati. Circostanza questa che, secondo quanto emerso nel corso della discussione davanti ai giudice della Libertà, non si è concretizzata. “L’ordinanza impugnata dal senatore Cesaro ed ora annullata dal Tribunale del Riesame si sostanzia nel fatto che nei confronti del nostro assistito non doveva essere e non poteva essere né richiesta né emessa la misura cautelare”, hanno precisato i due legali di Cesaro. “Si conferma ancora una volta che la condotta del senatore Cesaro è sempre stata ispirata alla correttezza e alla trasparenza, dimostrando puntualmente in tutte le sedi la sua totale estraneità alle diverse vicende contestategli”, concludono gli avvocati del senatore Cesaro.
Il provvedimento emesso dai giudici del Tribunale del Riesame, verso i quali abbiamo sempre nutrito la più totale fiducia, conforta le nostre tesi, ovvero l’assoluta correttezza e osservanza delle leggi da parte dell’onorevole Pentangelo”. Così in una nota l’avvocato Antonio Cesarano, legale dell’onorevole Antonio Pentangelo, in relazione all’ordinanza della sezione del Riesame del Tribunale di Napoli che ha annullato nella serata di ieri l’ordinanza del 15 maggio scorso del gip di Torre Annunziata con la quale si disponeva la misura cautelare nei confronti del deputato di Forza Italia. “La disposizione del riesame – conclude l’avvocato Cesarano – conferma la nostra certezza e l’ estraneità del mio assistito a qualsiasi ipotesi di reato”.