L’umanità ha bisogno di uomini pratici, ma anche di sognatori

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L’uomo del Rinascimento è emerso dal pozzo medievale del desiderio della conoscenza esistente. Le scuole medievali guidate dagli studiosi (in effetti, filosofi e teologi nel ruolo di insegnanti) furono coinvolte nella sistematizzazione del sapere ricevuto, piuttosto che svilupparne uno nuovo. Uscito dal pozzo, l’uomo del Rinascimento mise in moto l’immaginazione per andare ovunque, respingendo le idee puramente pratiche (cioè, provate e vere) a favore di quelle creative – novità che danno una sensazione d’incertezza. Successivamente, nell’età delle invenzioni e scoperte a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, Marie Curie riprese il filo dell’uomo rinascimentale con queste parole, così come riportate da sua figlia Ève Curie (Madame Curie: A Biography, Doubleday, Doran and Co., Garden City, N.Y., 1938):

L’umanità ha certamente bisogno di uomini pratici, che traggono il massimo dal proprio lavoro e, senza dimenticare il bene comune, tutelano i propri interessi. Ma l’umanità ha bisogno anche di sognatori, per i quali lo sviluppo disinteressato di un’impresa è così accattivante che diventa loro impossibile dedicarsi al proprio profitto materiale. Senza alcun dubbio, questi sognatori non meritano la ricchezza, perché non la desiderano. Tuttavia, una società ben organizzata dovrebbe assicurare a questi lavoratori i mezzi efficaci per svolgere il loro compito, in una vita libera da cure materiali e liberamente consacrata alla ricerca.

piero.formica@gmail.com