Non tutto è andato perso e quanto si è salvato non basta per procedere spediti

Ieri Primo Maggio, Festa dei Lavoratori, in Italia e andato tutto come da copione, salvo contrattempi non rilevanti, messi in conto tra le varie e eventuali. Ancora una volta, a distanza di tanti anni dai fatti di sangue di Chicago gli interessati, cioè tutti quanti siano impegnati a produrre, sono stati gli “eroi per un giorno”. Quanto doveva essere il vero argomento di coesione per la popolazione, il lavoro, tenuto in caldo da chi lo disciplina, l’ Esecutivo e le organizzazioni sindacali, fino al giorno precedente, non è andato oltre. Ieri si è assistito a quelle che nel mondo dello spettacolo sono definita comparsate, al pìù avanspettacolo. Si tratta del lavoro, di ogni genere, che di per sé è un bene immateriale di grande valore, purché svolto secondo regole e principi inderogabili, peraltro regolamentati da leggi. Nonostante i toni entusiastici che l’informazione cerca di usare quando affronta l’argomento (occupazione in crescita con annessi e connessi), uno dei punti deboli più importanti presenti nel “Sistema Paese” é proprio il Pil che, in versione di Primo Motore…Mobile, condiziona l’esistenza di una consistente frazione della popolazione. È diventato una specie di Convitato di Pietra: da una parte rilevazioni eseguite dagli addetti ai lavori, aiutati dai mezzi dell’informazione (quasi mai rimanendo legati alla realtá in maniera oggettiva), tentano di far passare piccole variazioni dell’ occupazione per un exploit o poco meno. Da parte dei diretti interessati, le risorse umane, senza giri di parole, uno dei due fattori della produzione, fa acqua da tutte le parti. Quel che è ancora più inaccettabile è la sicurezza dei luoghi dove esso viene svolto. Si fa fatica a ammetterlo, ma la realtà è che in Italia, negli ultimi dieci anni, nel corso di ognuno di essi, più di mille individui ci hanno rimesso la vita. Assumere gli atteggiamenti del lutto e adottarne i comportamenti per qualche giorno lascia il tempo che trova. Chi disciplina quel comparto, nel senso più comprensivo di quel verbo, da una parte e dall’altra del bancone, deve indirizzare tutta l’attenzione sul problema, lasciando il minimo possibile al caso o imprevedibilità che dir si voglia. Poco al di sotto della soglia della tragedia umana c’è il dramma degli stipendi che permette sempre meno a una famiglia media di arrivare a fine mese nutrendosi tutti i giorni. Quelli che vivono fuori del villaggio sono soliti ripetere: “passata la festa, gabbato il santo”. Oggi è il secondo giorno di maggio e è lavorativo. Quanti saranno stati quelli che non hanno realizzato l’idea di un lungo ponte festivo? Con tutto il rispetto per il comportamento di ogni Italiano, quando il carro sta per ruzzolare occorre che, sotto di esso, siano se non tutti, quasi, a offrirsi di mettere la spalla. Sono briciole, d’accordo, ma tante di esse compongono una pagnotta. Di questi tempi sono proprio le stesse a essere più che necessarie.