Premio Napoli, proclamati i vincitori Insigniti Altan, Barbujani, Gifuni e Valduga

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Francesco Altan, Guido BarbujaniFabrizio Gifuni e Patrizia Valduga: sono i vincitori della sessantesima edizione del Premio Napoli per la Lingua e la cultura italiana. “Sono nomi Francesco Altan, Guido BarbujaniFabrizio Gifuni e Patrizia Valduga: sono i vincitori della sessantesima edizione del Premio Napoli per la Lingua e la cultura italiana. “Sono nomi di grande prestigio del panorama culturale italiano e, come emerge dai profili di ognuno si tratta di personalità che difendono la nostra lingua e la nostra cultura non solo in ambito letterario ma anche in altri settori, dai fumetti al teatro fino alla divulgazione scientifica”, commenta il presidente della Fondazione Premio Napoli e della giuria Gabriele Frasca. Dall’edizione del 2013, il Premio Napoli (nato nel 1954) non è solo un premio letterario ma è il primo e unico Premio Culturale in Italia. La premiazione il 7 novembre – La cerimonia di premiazione si terrà il 7 novembre presso l’Auditorium della Rai di Napoli. Nell’occasione Fabrizio Gifuni metterà in scena il suo “L’ingegner Gadda va alla Guerra”, spettacolo premiato in Italia con i più importanti riconoscimenti (due premi Ubu e Le maschere del teatro). Lo spettacolo, incentrato sulla Grande Guerra, darà il via a una serie di iniziative dedicate alla Prima Guerra Mondiale che la Fondazione realizzerà nella città nel corso di tutto il 2015 per aprire un dibattito su un evento le cui conseguenze culturali e geopolitiche sono ancora da metabolizzare. La proclamazione dei vincitori del 2014 è avvenuta stamattina nell’ambito della conferenza/dibattito dal titolo “Gli (an)alfabeti d’Italia” tenuta presso la Sala Consiliare di Santa Maria La Nova cui hanno partecipato i giurati del Premio, tra le più autorevoli voci della cultura italiana: Alberto AbruzzeseGiancarlo AlfanoPino BoeroFranco BuffoniNietta CarideiGennaro CarilloCarmelo Colangelo,Stefano De MatteisPaolo FabbriPinotto FavaPaolo GiovannettiMaria Antonietta GrignaniGiorgio LunghiniGiovanni MaffeiCamilla MiglioLuca Sossella e Donatella Trotta. Le motivazioni – “Altan – si legge nel comunicato – ha saputo rendere il linguaggio delle immagini uno strumento efficace di racconto dell’Italia con distacco critico e partecipazione ironica, unite a una straordinaria capacità di interpretare i sentimenti profondi e i limiti culturali del Paese. Una biografia di artista satirico che ha saputo comunicare al cuore di tutti: dall’infanzia (con i personaggi della Pimpa, Kika e Kamillo Kromo) attraverso l’adolescenza (con le illustrazioni per i libri di Rodari) fino agli adulti, con quella galleria di personaggi che costituiscono una sorta di antibiografia della nazione: da Cipputi alle donne insoddisfatte agli uomini irresoluti, fino alle parodie di figure celebri della storia”. Riconoscimento anche alla divulgazione scientifica con la premiazione del genetista di fama internazionale Guido Barbujani: “si è segnalato per la sua opera di divulgazione scientifica, che ha avuto come oggetti privilegiati l’evoluzione umana e il tema delle ‘razze’; nonché per la sua produzione narrativa, tra fiction, autobiografia e documento. Per entrambe le vie, ha fornito al dibattito culturale utili antidoti a pericolose tendenze ideologizzanti e pseudo-scientifiche. La sua prosa, limpida ed efficace, e il senso innato della narrazione, ne fanno una figura singolare nello scenario italiano dove, a dispetto di Galilei, la qualità media della divulgazione scientifica appare oggi modesta”. Il premio al teatro d’impegno e alla poesia – Gifuni viene insignito “perr aver dato voce, corpo, cuore, musica e scena a una delle officine narrative più formidabili della nostra tradizione letteraria, dimostrando al contempo quanto la complessità di un’opera possa rapidamente volgersi, a coglierne gl’intenti, in un’efficace e puntuale macchina comunicativa. E per averci aiutato, con il suo puntiglioso lavoro sul testo, a riscoprire tutti i sensi della parola interprete”. Mentre Patrizia Valduga per la sua attività di poeta, con cui “ha saputo contemperare una profonda conoscenza della tradizione e delle sue tecniche con potenti invenzioni stilistiche. Ha scavato all’interno della nostra lingua uno spazio originalissimo, di grande ricchezza espressiva, aggiungendovi un’ulteriore dote, poco frequente in Italia: il coinvolgimento del pubblico in esecuzioni esperte di testi propri e altrui”. Contro il nuovo analfabetismo – In che senso l’analfabetismo ha orientato il lavoro della giuria? “Le iniziative culturali o fanno i conti con la realtà o si guardano allo specchio e scelgono la pacifica via dell’autoreferenzialità. Lì fuori c’è un Italia che è in evidente regressione culturale, per non dire del Mezzogiorno”, aggiunge Frasca. “Il rapporto Nielsen ‘L’Italia dei libri 2011-2013’ registra un crollo vertiginoso nella percentuale di lettori, passata in tre anni dal 49 al 43 per cento. Al Sud – continua – meno di un terzo della popolazione dichiara di leggere almeno un libro in un anno. Sono dati a dir poco non europei ed è questo il contesto in cui si muovono gli interpreti della cultura, coloro che dovrebbero difenderla e che noi siamo chiamati a insignire”.Da un’indagine Ocse risulta che quasi metà della popolazione è afflitta da analfabetismo funzionale, cioè dall’incapacità di saper usare in modo adeguato le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. “Non ne va solo della cultura di un Paese, ma anche della sua capacità di produrre ricchezza”, osserva l’economista Giorgio Lunghini nel corso del dibattito. Proseguendo il lavoro svolto durante l’anno dalla Fondazione sul concetto di Oligarchie implicite, la conferenza è stata l’occasione per puntare i riflettori sui pericoli insiti nella diffusione dell’analfabetismo funzionale, primo tra tutti il rischio di azzerare nei cittadini la coscienza critica. Storicamente gli organismi del potere hanno sempre basato le loro strategie di controllo delle masse sulla base dello scarto tra alfabetizzati e analfabeti. Per questo il disinteresse delle istituzioni sul propagarsi dell’analfabetismo funzionale non può che apparire sospetto, e dovrebbe suonare come un allarme che va bene al di là di mere questioni merceologiche. Non è l’oggetto libro in sé, divenuto oramai un mero feticcio, che va difeso, ma il libero rapporto che ogni cittadino dovrebbe essere messo in grado d’intrattenere con le cose dell’arte e della cultura. La novità del 2015: Premio “Lingua del sì” Dal prossimo anno il Premio Napoli avrà una nuova sezione, riservata agli scritti in italiano di cittadini stranieri. “Lingua del sì – spiega Frasca – sarà rivolta a cittadini di altri Paesi in cui non si parla l’italiano. Intendiamo dare risalto a chi, dagli Usa all’Australia, intende cimentarsi con la nostra lingua con uno scritto inedito. Abbiamo stretto un accordo con tutti gli Istituti di cultura italiana sparsi nel mondo. Sarà una bella sfida”.