Saper reggere un confronto non è facile, né da tutti

in foto il premier israeliano Benjamin Netanyahu

Potrebbe sembrare un argomento su cui discutere poco più impegnativo di una chiacchierata da salotto. Se si gratta appena la sottile crosta di perbenismo che a volta copre l’argomento di cui tratta questa nota, ci si accorge che il problema esiste e incide in maniera pesante sulle normali relazioni che intercorrono tra le varie popolazioni. Tale antefatto è da mettere in relazione a specifici comportamenti solo all’apparenza derivanti dai vari eventi negativi che stanno affliggendo il mondo. Si verifica così che la parte venga scambiata per il tutto, compromettendo anche per il futuro preziosi e proficui rapporti culturali internazionali. Il riferimento va alle attività di studio e ricerca condivisi, anche se declinati in maniera diversa, tra vari paesi di ogni parte del mondo, quali che siano le loro forme di governo. Da considerare con particolare attenzione i rapporti di collaborazione intrattenuti tra gli atenei operanti dovunque, in ogni parte del globo, con una produzione scientifica più che notevole. L’ interruzione di quelli in essere, unita allo stop alle collaborazioni già imbastite e in procinto di scendere in campo per nuove suonate a quattro mani con Israele, stanno aumentando giorno dopo giorno. La frenesia che pervade tale comportamento ricorda l’epopea di taluni agricoltori in lite per la determinazione del confine tra i loro fondi. Essi arrivavano anche a proibire che i bambini dell’una e dell’altra famiglia giocassero insieme. Mettevano in mezzo a loro una barriera immateriale e non compresa dagli interessati, eppure deterrente senza possibilità di appello.Non può essere riconducibile nemmeno alla concentrazione di tali comportamenti in una parte del pianeta dove la condizione di pace nel corso della storia è stata sempre instabile. Basti pensare a quante vicende del genere sono state scelte come soggetto di romanzi, lavori teatrali e film per mettere a fuoco senza sforzo che, entro certi limiti, è insito nella natura umana accarezzare o sgridare il cane in luogo del padrone per un’ azione compiuta da quest’ultimo. Sembrava che l’introduzione di Erasmus avesse dato una spallata a molti degli atteggiamenti falsamente protettivi di coloro che tentavano di frapporre robusti steccati per una improbabile protezione del sapere nazionale. L’ augurio è che quanti siano stati fulminati sulla via di Damasco per assumere tale atteggiamento, prima o poi si ravvedano. Il governo di Israele è caduto in un baratro di oscurantismo tanto ampio che il comportamento del suo capo Nethaniau ha fatto si che quel paese passasse dalla ragione al torto. Ciò è accaduto dopo il bagno di sangue provocato da Hamas il 7 ottobre dello scorso anno. La risposta che vari paesi, tra cui l’ Italia, stanno dando per quanto riguarda l’instaurazione e la conferma di collaborazione scientifica o culturale in genere, va considerata certamente inadeguata. Oltre che un tale modo di fare andrebbe a discapito di tutta l’ umanità, equivarrebbe a confondere la lana con la seta. In effetti, che le idee e gli studi sarebbero dovuti essere lasciati liberi di circolare, almeno per l’ Europa e zone limitrofe verso l’Asia, si erano già espressi fin dal Medioevo tanto Carlo Magno quanto Federico II°. Il modo di apprendere dei Clerici Vagantes fu una lungimirante apertura degli atenei mediovali a accogliere nelle loro aule docenti e studenti provenienti da altri paesi e altrettanto che i propri andassero a svolgere la loro opera altrove. La cultura e la scienza è necessario che siano lasciate libere di seguire le proprie strade. Comportamenti di tal fatta, per una serie di motivi tra i più disparati, potrebbero essere di aiuto al fine di ristabilire la pace. Quell’angolo del mondo definito Medioriente, molte volte per il passato è stato teatro di guerre cosiddette sante. In passato molti altri conflitti furono definiti santi o di religione, pur avendo poco a che spartire, se non del tutto niente, con problemi di fede. La parte occidentale del mondo, in maniera più netta gli USA, la UE e l’Inghilterra, potrebbero continuare a sostenere, ben edotte che non è quello il problema,il contrabbando del tutto per intolleranza religiosa. In più non avrebbe senso rispondere con il tentativo di oscurare la ricerca scientifica, rispondendo al fuoco con la negazione della circolazione del sapere, che deve restare la fonte che alimenta religioni e civiltà.
Ancora una volta l’attenzione generale andrebbe focalizzata su un detto contadino che vuole che in un pollaio debba esserci un solo gallo a cantare. Se sono di più, non smettono il loro esercizio canoro. Di conseguenza, al chiuso, non si riesce a sapere quando la notte sarà terminata. Nel caso in oggetto il pollaio è Gaza e la notte è la guerra. Va da se che i due galli sono Nethanyau e Abbàs e nessuno dei due vuole desistere. Così non si esce dall’impasse e la guerra è destinata a continuare sine die. Meglio, fino a quando uno o entrambi i pennuti non saranno allontanati. Con del bello e del buono o con le maniere forti, starà a loro scegliere.