Addio alla principessa napoletana Irma Capece Minutolo. Fu protagonista della Dolce vita

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(foto da bacheca Facebook di Concorso Lirico Internazionale "Anita Cerquetti")

La principessa napoletana Irma Capece Minutolo, cantante lirica e protagonista della Dolce vita romana insieme al re Fouad Farouk d’Egitto (1920-1965), è morta nella sua casa di Roma all’età di 87 anni. Nata a Napoli il 6 agosto 1935 da antica e nobile famiglia, Irma Capece Minutolo a 18 anni sposa il re Farouk poco dopo il suo arrivo in esilio in Italia, conosciuto proprio durante la sua permanenza nella città partenopea. In quello stesso periodo tentò l’avventura come attrice, recitando nei film “Napoletani a Milano” (1953) di Eduardo De Filippo e “Siamo ricchi e poveri” (1954) di Siro Marcellini. Dopo l’improvvisa morte del marito a soli 45 anni Irma Capece Minutolo riprende lo studio della lirica a Roma con il soprano Maria Caniglia e successivamente si trasferisce a Milano dove studia con il soprano Mercedes Liopart. Debutta nel 1967 nel ruolo di Liù, al Teatro dell’Opera di Roma, nella Turandot di Giacomo Puccini e nello stesso anno viene scritturata nel ruolo di Leonora ne Il trovatore di Giuseppe Verdi dallo stesso Teatro. Successivamente canta con Mario Del Monaco nell’Otello di Verdi, nel ruolo di Desdemona, e in Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, nel ruolo di Nedda. Con Giuseppe Di Stefano interpreta il ruolo di Mimì nella Bohème di Giacomo Puccini e Nedda in Pagliacci di Leoncavallo. In seguito si è esibita nei maggiori teatri italiani, dalla Fenice di Venezia al San Carlo di Napoli ed ha cantato spesso all’estero esibendosi al fianco di grandi cantanti lirici come Bruno Prevedi, Anselmo Colsani, Boris Christoff, Giangiacomo Guelfi e Piero Cappuccilli. Dopo aver abbandonato il palcoscenico, Irma Capece Minutolo si è dedicata all’insegnamento del canto ed è tornata sporadicamente a recitare, apparendo in film come “Il giovane Toscanini” (1988) di Franco Zeffirelli, “In una notte di chiari di luna” (1989) di Lina Wertmuller, “Mutande pazze” (1992) di Roberto D’Agostino, “Boom” (1999) di Andrea Zaccariello, “Fantozzi 2000 – La clonazione” (1999) di Domenico Severni.