Alessandro Criscuolo lascia a sorpresa la presidenza della Consulta

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Resta giudice costituzionale, ma lascia la presidenza. Alessandro Criscuolo ha deciso, dopo un anno e due mesi, di rimettere il mandato assunto il 12 novembre 2014. Una decisione a sorpresa, ma su cui circolavano voci negli ambienti vicini alla Consulta. Dietro la scelta, “esclusivamente motivi di origine familiare”, specifica la nota con l’annuncio ufficiale. La volontà di essere più vicino alla moglie, che ha avuto di recente problemi di salute per un intervento al femore, è stata la causa determinante che ha spinto Criscuolo a lasciare l’incarico di ‘regista’ dell’attività della Corte, proprio perché i motivi personali non influissero sui compiti e gli impegni istituzionali. “E’ un gesto di responsabilità molto apprezzabile”, commenta una fonte della Consulta. Nato a Napoli il 15 luglio 1937, una lunga carriera in magistratura che lo ha portato fino in Cassazione come presidente di sezione, Criscuolo è stato eletto giudice costituzionale il 28 ottobre 2008. E resterà giudice fino a fine mandato, specifica la nota della Consulta, cioè fino al novembre 2017, quando scadranno i 9 anni. Stamani Criscuolo ha annunciando la propria decisione ai presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, al premier Matteo Renzi e nel pomeriggio ha avuto un colloquio telefonico col Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che in questi giorni è in visita negli Usa. Era successo una sola volta che un presidente lasciasse anticipatamente la Consulta, con Enrico De Nicola, che fu il primo a ricoprire questo ruolo dal 23 gennaio 1956 al 26 marzo 1957. La storia della Corte annovera poi le dimissioni da giudice di Giuseppe Ferrari, nel 1987, in polemica con l’elezione a presidente di Francesco Saja; e quelle di Romano Vaccarella nel 2007, che aprirono un caso politico. Il contesto in cui si colloca la scelta di Criscuolo è del tutto diverso; anzi la Corte ha recuperato da poche settimane, dopo mesi, il suo plenum, con l’elezione a dicembre di tre giudici da parte del Parlamento. Ora si aprono le procedure per individuare il suo successore tra i componenti della Corte. La prassi applicata più spesso è stata quella di conferire l’incarico al giudice con maggiore anzianità e in questo caso i nomi sarebbero quelli di Giuseppe Frigo e subito dopo di Paolo Grossi. Ma non è detto che le cose vadano così. Anche perché non lo impone nessuna legge e in varie occasioni si è seguita una linea diversa, compreso con l’elezione di Criscuolo. Tra le ipotesi che circolano, quella di una presidenza ‘rosa’ affidata a Marta Cartabia, che ora è uno dei due vice presidenti insieme a Giorgio Lattanzi e spesso, in assenza di Criscuolo, ha presieduto le udienze. Stimata, ha un profilo internazionale per studi, preparazione, pubblicazioni. Caratteristiche che certo non mancano neppure a un altro giudice che i rumors danno in pole: Giuliano Amato, il cui profilo di giurista è nel contempo più ‘politico’, visti i numerosi incarichi da lui ricoperti in passato come Presidente del Consiglio e ministro. In entrambi i casi, comunque, si tratterebbe di un mandato piuttosto lungo, il che fugherebbe le polemiche sulle presidenze brevi che spesso hanno toccato la Corte. Ora il primo passo sarà la presentazione alla Corte delle dimissioni da parte di Criscuolo, probabilmente già la prossima settimana con una convocazione ad hoc. Poi l’elezione a voto segreto. Il nuovo presidente dovrà gestire anche gli appuntamenti per i 60 anni della Corte Costituzionale, che ricorrono quest’anno.