Ambiente, ricerca Cresme: 442 Comuni italiani ad alto rischio. Maglia nera a Napoli

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Sono 442 i comuni italiani ad alto rischio, abitati da oltre 8 milioni di persone, il 13,7% della popolazione, e distribuiti su una superficie di quasi 18.000 kmq, il 5,9% di quella nazionale; quelli a rischio medio-alto sono 1.690, interessano quasi 77.000 kmq, il 25% del territorio nazionale, e sono abitati da 11,6 milioni di persone. Tra i comuni con il rischio piu’ elevato figurano Napoli, Palermo, Catania, Messina, Brescia, Reggio Calabria, Perugia, Foggia, Rimini e Salerno. Sono alcuni dei dati della ricerca Cresme/Consiglio Nazionale degli Architetti “Lo stato del territorio italiano, tra rischio sismico, idrogeologico, e consumo di suolo” presentata oggi a Padova nel corso della Conferenza Nazionale degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. Ricerca che per la prima volta analizza come la combinazione del rischio idrogeologico – pericolo di frane e di alluvioni – con quello legato alla sismicita’ ricada sui territori italiani. Come i comuni a rischio alto, anche quelli classificati a rischio medio alto sono caratterizzati dalla compresenza dei tre elementi di rischio naturale. Per tutti la sismicita’ e’ elevata, ma 298 mila persone vivono nelle aree a rischio frana elevato (pari a 5.200 kmq) e 174 mila nelle aree a pericolosita’ di alluvione elevata (2.052 kmq). Anche nei comuni a rischio medio esistono contemporaneamente i tre elementi di rischio naturale: ben 38.540 kmq sono in zona sismica 1 o 2, dove risiedono oltre 2 milioni di persone; nelle aree ad elevato rischio di frana (pari a 5.360 kmq) risiedono 234 mila persone mentre nelle aree ad elevato rischio di alluvione (pari a 2.740 kmq) risiedono 740mila persone.