Cantone: Premiamo le aziende virtuose

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Basta l’etica per sconfiggere la corruzione? Se lo chiedono Raffaele Cantone, capo dell’Anticorruzione, e altre personalità del mondo economico e politico nel corso del terzo seminario della rassegna “Napoli 2020”, promossa da Denaro e Matching Energies Foundation. Per Cantone “è Basta l’etica per sconfiggere la corruzione? Se lo chiedono Raffaele Cantone, capo dell’Anticorruzione, e altre personalità del mondo economico e politico nel corso del terzo seminario della rassegna “Napoli 2020”, promossa da Denaro e Matching Energies Foundation. Per Cantone “è necessario rendere conveniente la legalità premiando le imprese virtuose” Stimoliamo l’idea che la scelta del rispetto delle regole, alla fine, paga”. È questa la proposta lanciata da Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, a margine dell’incontro sul tema “L’impresa vale la spesa? Il confine sottile tra lecito e illecito”, il terzo dei seminari del ciclo 2014 della rassegna Napoli 2020 promosso da Denaro e Matching Energies Foundation. “Io non credo ai cambiamenti dall’oggi al domani. Cosa possiamo fare – aggiunge Cantone – affinché diventi attrattivo fare la cosa giusta e restare al di fuori dell’illecito? Oggi, chi non si adegua al sistema, rischia di restare fuori dai giochi. Oltre alle medaglie per gli imprenditori che hanno combattuto l’illegalità – dice – ci vuole qualcos’altro. Premiamo in maniera forte chi è onesto e assume comportamenti sani”. In che modo? garantendo loro una corsia preferenziale nelle gare, nelle graduatorie, la presenza in una white list che renda pubblico chi si comporta secondo certi canoni e chi no. Secondo il capo dell’Anticorruzione “il confine tra lecito e illecito può sembrare netto, ma così non è. Bisogna fare dei distinguo: il vero tema è la graduazione della tipologia di reati. Nella linea sottile che divide il bene dal male abbiamo una zona grigia molto ampia, sulla quale occorre lavorare di più. In quest’area c’è una parte nera che va debellata. Ma, gli altri casi vanno esaminati con cura. Dal punto di vista economico e sociale, la corruzione è un elemento che impedisce la concorrenza leale. Questo frena gli investitori stranieri a venire da noi. Per loro certi appalti sono chiusi, perché c’è già una gerarchia prestabilita. Il sistema della illiceità blocca lo sviluppo economico. Non a caso tutti gli indicatori internazionali dicono che, nei settori dove c’è più corruzione, si hanno più difficoltà a far entrare nuovi capitali”. Una burocrazia da stimolare Cantone si sofferma in particolare sul rapporto tra pubblica amministrazione e mondo delle imprese. Chi intende eliminare il problema della corruzione riducendo a zero la burocrazia percorre una strada sbagliata “perché non potremo mai pensare di liberarci della burocrazia”, spiega senza mezzi termini il numero uno dell’Anticorruzione. E allora cosa è possibile fare? “Il nostro obiettivo, come sistema, deve essere quello di responsabilizzare la parte migliore della pubblica amministrazione facendo leva sulle energie positive e su quei dipendenti che hanno voglia di rendere più efficiente l’intero apparato. A tal proposito vorrei dire che in alcuni casi, come per esempio nella vicenda del piano anticorruzione dei Comuni, il rischio viene sottovalutato”. Un antidoto può arrivare dalla trasparenza “perché una pubblica amministrazione aperta può sconfiggere la corruzione”, dice Cantone. Quanto alle attività di contrasto “credo sia necessario fare prevenzione e repressione, i corruttori devono andare in galera ma è anche necessario intervenire sui loro patrimoni perché questo è l’unico deterrente”. Una rivoluzione culturale L’ex magistrato si scaglia contro quella che definisce “una posizione culturale che tende a giustificare la corruzione”. Questo accade “perché secondo qualcuno la corruzione è causata dagli eccessivi controlli”. Nulla di più falso secondo Cantone, che cita l’esempio del falso in bilancio. “Un reato su cui si è deciso di abbassare la guardia con il plauso di tutti i politici. E a me sembra di tornare agli anni ‘80 quando si diceva che la mafia non era un male, poi abbiamo visto come è andata a finire”.


Carlo Borgomeo È necessario rafforzare il senso del rispetto per le regole Raffaele Calabrò I controlli sui lavori pubblici non bastano Più importante la prevenzione Luciano Cimmino Gli under 40 sono stati formati solo sui diritti Ma dei doveri non si parla mai Leonardo Impegno Il meridione non deve essere più considerato la palla al piede del nostro Paese Sebastiano Maffettone Il rapporto tra cittadini e istituzioni è malato Serve fiducia Arcibaldo Miller Più efficacia per gli interventi di carattere preventivo e repressivo Luigi Nicolais La conoscenza come chiave per evitare di commettere azioni illegali Marco Zigon L’etica? È un problema di tutto il Paese non solamente del Mezzogiorno


Risarcimenti, il record settentrionale Lombardia 101 Liguria 34 Piemonte 12 Emilia Romagna 10 Veneto 8 Trentino Alto Adige 7 Friuli Venezia Giulia 4 Valle d’Aosta 1 Totale 177 Lazio 36 Toscana 19 Marche 4 Umbria 2 Veneto 8 Totale 61 Puglia 21 Sicilia 20 Abruzzo 7 Molise 5 Campania 4 Calabria 3 Sardegna 2 Valle d’Aosta 1 Totale 62 Una spesa occulta per i cittadini Costo diretto per lo Stato italiano 60 miliardi di euro Costo diretto per la Campania 5 miliardi di euro Incidenza su Pil Italia 10 miliardi di euro Incidenza su Pil Campania 1 miliardo di euro Valore della corruzione nella sanità (Italia) 23,6 miliardi di euro Valore della corruzione nella sanità (Campania) 3,5 miliardi di euro Inchieste, campani peggio di tutti Campania 3,05 Abruzzo 2,53 Calabria 1,94 Marche 1,79 Lazio 1,59 Valle d’Aosta 1,56 Basilicata 1,36 Puglia 1,22 Toscana 1,20 Liguria 1,11 Veneto 1,11 Sicilia 1,09 Friuli 0,89 Emilia Romagna 0,81 Lombardia 0,79 Umbria 0,77 Sardegna 0,48 Trentino 0,48 Molise 0,31 Piemonte 0 Nella tabella in alto i dati Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione) evidenziano il numero di procedimenti conclusi con il risarcimento dei danni; al centro il raffronto tra Campania e Italia sull’incidenza della corruzione sul Pil; in basso il numero di inchieste per ogni 100mila abitanti