Cybersecurity, crescono gli specialisti anti-hacker: Campania terza per “custodi digitali”

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La crescita mondiale del Cybercrime produce ogni giorno danni sempre piu’ gravi agli scambi commerciali e alle istituzioni pubbliche e il sistema delle imprese italiane corre ai ripari. Sebbene la percezione dei rischi legati ai crimini informatici nel nostro Paese sia ancora molto bassa, negli ultimi anni si e’ assistito ad una significativa crescita nel numero di imprese che offrono strumenti e servizi per combattere questa nuova minaccia. Secondo un’elaborazione Unioncamere-InfoCamere sui dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio, tra il 2011 e la meta’ del 2017 le imprese italiane che dichiarano di offrire servizi nel campo della sicurezza informatica o della cyber-security sono aumentate del 36,8%, passando da 505 a 691 unita’. A questo ‘balzo’ nel numero degli operatori ha fatto eco un aumento quasi doppio nel numero degli addetti, passati nello stesso periodo da 3.504 a 5.609 unita’. In termini relativi, parliamo di una crescita del 60% nei cinque anni e mezzo analizzati, cui corrisponde una media di 16 addetti per azienda al 30 giugno di quest’anno. “Una progressione che, seppure di piccole dimensioni in termini assoluti – commenta il Presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello- segnala una certa vivacita’ in un comparto sempre piu’ strategico per lo sviluppo sano delle nostre imprese. Un comparto potenzialmente, in grado di offrire opportunita’ di occupazione qualificata ai giovani nel breve-medio periodo. Oltre la meta’ delle imprese esistenti a fine settembre scorso (368) e’ nata dopo il 2011 e, pertanto, ha un’eta’ media di 3,7 anni”.
La concentrazione piu’ elevata di “custodi digitali” si registra nel Lazio, dove al 30 settembre scorso avevano sede 166 imprese (il 24% del totale) e sempre il Lazio si aggiudica la fetta piu’ consistente della crescita assoluta del periodo (48 imprese in piu’ tra 2011 e settembre 2017, il 26% dell’intero saldo nazionale). A seguire in entrambe le classifiche c’e’ la Lombardia (con 121 imprese residenti alla fine di settembre e un aumento di 39 aziende dal 2011). A seguire Campania, Sicilia e Veneto si segnalano come le regioni piu’ sensibili al tema della sicurezza informatica e del contrasto professionale al cyber-crime. Sul fronte degli addetti, le imprese che hanno creato piu’ opportunita’ di lavoro sono localizzate in Veneto, Lombardia e Lazio che, con i loro 3.650 addetti, rappresentano il 65% di tutto il settore. Spicca, in questa classifica, il quarto posto del Trentino Alto Adige che con 525 addetti fa segnare il 9,4% del totale. Dal punto di vista delle performance finanziarie, analizzando i bilanci delle 218 imprese del comparto costituite nella forma di societa’ di capitale e che hanno presentato il bilancio negli ultimi tre anni (il 38% del totale), nel 2016 il valore della produzione e’ stato di oltre 430 milioni di euro, in crescita del 19,7% rispetto a quello realizzato dalle stesse imprese nel 2014. In media, cio’ equivale ad un valore della produzione di circa 2 milioni di euro pro-capite per le aziende della cyber-security tricolore, con il 30,8% del totale (133 milioni) concentrato nelle imprese del Veneto. Solo secondo il Lazio con circa 82 milioni, mentre la terza regione, molto distaccata, e’ l’Emilia -Romagna.