Da Londra a Roma: fallimenti, delusioni e grandi equivoci. E in Europa cresce il malessere

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in foto Liz Truss

L’alternanza tra i sentimenti di fiducia e scoramento che stanno caratterizzando l’attuale momento storico, si rincorrono con scatti sempre più ravvicinati, come quelli propri degli atleti di prima categoria. Finora è in testa il secondo dei due e, al momento, non si intravedono opportunità che possano indurre a pensare a un inversione di tale situazione. In effetti non passa giorno che non si evidenzino nuovi e seri problemi di ogni genere, sia entro i confini patri che nel resto del mondo. Essi arricchiscono la nutrita schiera di quelli già presenti, per cui il malessere continua a dilagare con progressione più che proporzionale. L’ultimo episodio della serie è quello inglese. Dopo le dimissioni della scorsa estate del precedente premier, Boris Johnson, dovute a contrasti insanabili con il governo da lui presieduto, la sua poltrona di comando è stata occupata a stretto giro dalla signora (a volte il caso !) Liz Truss. Il suo mandato è durato, seppure a fatica, fino a questi giorni, quando la stessa è stata messa in condizione di dover sgombrare il campo. In effetti, proprio durante il suo premierato, l’economia dell’isola d’ Oltremanica ha subito un vero e proprio tracollo come non accadeva da tempo. A ogni buon conto il malessere è più che diffuso un po’ in ogni continente, ma ciò che interessa di più agli italiani è il Grande Equivoco creatosi in casa propria. Esso è ciò che sta caratterizzando il comportamento degli aspiranti protagonisti di quella che si prospetta come una vera e propria avventura “politica” più che la formazione di un governo tradizionale. Le virgolette sono state aggiunte perché se essa sarà politica o un esercizio di demagogia a alto livello, è tutto ancora da verificare. Le parole degli eletti e non solo le loro, fatte le dovute eccezioni, circolano in libertà assoluta. Non nel modo in cui intendeva, all’ inizio del secolo scorso, Marinetti parlando del termine in chiave futurista. E dire che chi abbia conseguito anche solo il diploma di scuola superiore, dovrebbe sapere che nell’antica Roma già si diceva: “verba missa non redeunt”, le parole espresse non possono essere richiamate da chi le ha pronunciate. Quelle dette attualmente da una parte degli aspiranti a una poltrona di governo, nel contado vengono definite solo “sfogo di bocca”, con l’aggiunta che sono pronunciate ben sapendo che ciò sarebbe servito esclusivamente “a far prendere aria ai denti”. È innegabile che le pastoie in cui sono finiti i neoeletti rappresentanti del popolo, intanto hanno preso forma e la mantengono, in quanto l’aspirante premier non appare neanche come la scialba controfigura della controfigura della compianta regina Elisabetta, ripresa in un film mal riuscito mentre, nella nebbia, porta a passeggio i suoi cani. In questo anno di grazia, quando alcune persone si sentono toccate nel vivo se un docente si azzarda a correggere il comportamento scorretto di un loro figlio, reagendo con spropositata e gratuita violenza, non è facile parlare di rispetto dovuto a chi, per meriti propri, ha salito tutti o quasi i gradini della scala professionale e, nel contempo, di quella sociale. Nel diritto romano il tipo di approccio che quei personaggi ispirano in chi vuole interloquire con loro è definito “metus reverentialis”, soggezione dovuta alla riverenza che gli stessi meritano. Allora viene rivolta loro la parola, quando essa è stata pesata con la bilancia di precisione. Avviene qualcosa del genere oggi tra coloro che si avviano a guidare il Paese per un quinquennio? A prima vista non sembrerebbe, ma sta di fatto che ciò che lor signori dicono la sera, puntualmente la mattina dopo viene smentito dagli stessi. Sarà bene allora porgere orecchio a quel detto del villaggio che vuole:” quanto non accade in un anno, può accadere in un minuto”. Il riferimento va alla ipotesi di un tentativo di ripescaggio di qualche figura eccellente, troppo frettolosamente congedata. Meglio non fasciarsi la testa per non rimanere vittime di altre delusioni. D’altro canto ipotizzarlo non costa niente: non si sa mai volesse dare un aiuto Il sempre benevolo Stellone.