Europa, da Bolzano una nuova visione amica dell’Industria e del lavoro

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in foto da sinistra i presidenti delle Confidustrie italiana e tedesca, Vincenzo Boccia e Dieter Kempf

L’ottavo Business Forum tra le Confindustrie di Italia e Germania si è chiuso a Bolzano, città simbolo dell’incontro dei due popoli e delle due culture, con la convinzione di dover superare il difficile momento attraversato dall’Europa con un supplemento d’integrazione e nuove e migliori politiche in grado di rispondere alle domande di Protezione e Prosperità che si accompagnano a quella, soddisfatta ma non scontata, di Pace.
A conferire all’appuntamento annuale un’importanza strategica particolare, la partecipazione ai lavori del presidente di Business Europe, il francese Pierre Gattaz, accanto ai promotori Vincenzo Boccia e Dieter Kempf, a capo delle rispettive organizzazioni imprenditoriali. La prima conseguenza sarà un prossimo incontro a tre – Italia, Germania, Francia – e il coinvolgimento dell’intera Unione dei produttori.
Ancora una volta, infatti, emerge con evidenza che l’Europa delle imprese è molto più coesa e integrata di quella politica: parla una lingua comune, soffre delle stesse offese, chiede i medesimi strumenti per progredire. Non a caso si conferma il proposito di mettere a punto e sottoscrivere un Manifesto comune da sottoporre ai partiti che animeranno la prossima tornata elettorale europea.
Di più, si fa strada l’idea d’impegnare le Confindustrie dell’Unione in un programma di conferenze stampa mensili, da tenere tutte allo stesso orario, per aggiornare l’opinione pubblica dei diversi Paesi delle promesse mancate, dei progressi compiuti, degli obiettivi da raggiungere. Uno dei fallimenti della costruzione europea è stato infatti identificato con una comunicazione frammentata e debole.
Il documento finale approvato dai partecipanti al Forum, e sottoscritto da Boccia e Kempf, parte dal presupposto che l’Unione è stata ben lontana dall’essere perfetta. E che di fronte alla crisi dell’ultimo decennio non ha saputo trovare i rimedi giusti soprattutto perché l’istanza della crescita è stata sacrificata sull’altare della stabilità e sono state sottovalutate le esigenze di sicurezza legate ai flussi migratori.
Le raccomandazioni che formano la “Visione sul Futuro dell’Europa” di Confindustria e dell’omologa Bdi sono dodici e sono rivolte, come recita la dichiarazione finale, a riorientare le priorità verso la crescita e la convergenza economica, il miglioramento degli indicatori sociali come disoccupazione e povertà, il rafforzamento della tenuta internazionale in un’economia sempre più digitalizzata.
In sintesi, ecco le tracce del percorso individuato: orientare il bilancio della Ue su competitività e coesione, completare il mercato interno e lanciare una nuova politica industriale, rafforzare le capacità digitali e d’innovazione dell’Europa, creare un’Europa sostenibile per l’industria, modernizzare la normativa sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato, investire in capitale umano.
E ancora: approfondire l’unione monetaria e completare l’unione bancaria e dei capitali, migliorare le condizioni per gli investimenti e l’accesso al credito, accelerare le riforme fiscali, potenziare la dimensione esterna della Ue, rafforzare la cooperazione con i Paesi terzi, evitare un’uscita disordinata del Regno Unito garantendo un nuovo e convincente terreno di gioco dopo la Brexit.