Giovani Industriali: Mezzogiorno, il master plan è da bocciare

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Il presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Marco Gay, apre il trentesimo Convegno di Capri senza utilizzare toni diplomatici. E attacca a testa bassa il Governo. “Il master plan per il Sud annunciato dall’Esecutivo – dice – è insufficiente, non contiene strumenti per lo sviluppo dell’economia meridionale e soprattutto non fa seguito alle promesse che le imprese hanno ricevuto in passato. Mancano, in questo progetto, misure come i contratti di sviluppo e il credito d’imposta”. Gay ricorda che il Mezzogiorno genera il 23 per cento del prodotto interno lordo complessivo dell’Italia, l’agroalimentare produce un quinto dell’intero fatturato del settore e l’aerospazio un terzo, la cantieristica ha un peso del 30 per cento sul complesso nazionale delle esportazioni del comparto. “Questo per dire che il meridione ha bisogno di più industria e di misure che incentivino realmente le attività produttive perché non si può pensare che 21 milioni di persone, tanti sono gli abitanti di questa parte del Paese, possano vivere di solo turismo”, aggiunge Gay.

Una nuova concertazione

Il massimo esponente nazionale degli industriali under 40 chiede un progetto di politica industriale concordato con le imprese e non imposto dalla politica. “Il piano di rilancio del Sud deve contenere misure che giungono dalla base – attacca – che sono concordate con chi sta ogni giorno sul campo e deve risolvere i problemi, non possiamo pensare che sia la politica a decidere per noi”. Non è tutto. Gay ne fa anche una questione di risorse. “Da quanto apprendo le risorse destinate al master plan per il Sud ammontano ad appena 150 milioni di euro, una goccia nel mare se pensiamo a quanti miliardi vengono mossi con la legge di Stabilità o con la Finanziaria”. Una stagione finita Non è più tempo, per Gay, “di incentivi a pioggia e fondi che vengono elargiti a chi scappa via, come accaduto a Manfredonia dove c’è una delle tante cattedrali nel deserto del nostro Paese, appena le risorse finiscono. Il Sud ha bisogno di strategie, investimenti sullo sviluppo di cultura, industria e turismo, digitalizzazione e infrastrutture”. Il presidente dei Giovani Imprenditori si scaglia anche contro “le coperture ballerine che il Governo ha previsto per le misure in favore del Mezzogiorno e il meccanismo dell’autorizzazione che deve provenire da Bruxelles. Qui l’unico via libera lo devono dare le imprese e i lavoratori”. Non i burocrati dell’Unione Europea, è il sottinteso di Gay.

Operazione rilancio

La proposta che viene fuori dall’intervento di apertura è quella di creare degli Hub della cultura, del turismo e dell’industria al Sud. “Per l’industria, ad esempio, immagino dei lavoratori di sviluppo a Taranto e Bagnoli, solo così è possibile immaginare una stagione di ripresa economica”, dichiara Gay al cospetto di imprenditori e politici. “Nello stesso ragionamento rientra la proposta di creare un grande centro di ricerca nell’area che adesso ospita l’Expo di Milano”.

Fisco senza equilibrio

Gran parte dell’operazione rilancio è incentrata sulla politica fiscale del Governo. L’opinione di Gay è severa. “Le modalità di riduzione delle imposte seguono logiche di tipo politico. Noi imprenditori chiediamo di abbassare la pressione fiscale su aziende e lavoro, il Governo invece ha inteso ridurre le tasse a carico dei proprietari di abitazioni di lusso e castelli. Qui in Italia, purtroppo, si continua a tassare chi investe mentre bisognerebbe concentrarsi su chi vive di rendita e tiene i capitali bloccati”.