Iannone, il rilancio di Salerno parte dalla blu economy

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In foto: Antonio Iannone (FdI)
 
L’attività imprenditoriale gli ha trasmesso il dono della sintesi. Così la sua idea per lo sviluppo economico di Salerno si riassume in una sorta di neologismo: blu economy. E nel claim “Il futuro Sa di mare”. Antonio Iannone, candidato alla carica di sindaco di Salerno con Fratelli d’Italia, già presidente della Provincia di Salerno ma prima di tutto imprenditore e figlio di questa terra parla apertamente di “occasione mancata”.

A cosa si riferisce?
All’incapacità di comprendere che intorno alla risorsa mare è possibile costruire un’economia che funziona e progredisce. Investendo nella depurazione delle acque, nel ripascimento delle spiagge e nel controllo di fiumi e torrenti che possono farsi conduttori di inquinamento attiveremmo un circuito di investimenti in grado di rilanciare l’occupazione sul territorio.

E i soldi per finanziare tutto questo dove sono?
Da amministratori della Provincia abbiamo intercettato ingenti finanziamenti da utilizzare per ripascimento delle spiagge e risanamento dei corpi idrici. I mezzi ci sono, basta avere anche volontà e progetti.

Lei quindi non crede che Salerno sia una città turistica?
E’ evidente che non ha nulla per poter essere definita tale. Luci d’Artista è un ottimo evento che va mantenuto e meglio organizzato ma produce visitatori e non turisti. Per poter avere turismo c’è bisogno di cultura dell’accoglienza, strutture, eventi.

Qualche idea?
Cominciamo a realizzare un grande polo fieristico. Con il tracollo della Fiera del Levante potremmo spostare qui molte attività espositive e congressuali e creare un circuito per cui realmente Salerno diventa la piattaforma logistica del turismo. Una città in grado di offrire ospitalità e al tempo stesso proporsi come Hub di smistamento per chi vuole visitare Cilento e Costa d’Amalfi. Inoltre la presenza sul territorio di due importanti santi apostoli, Matteo a Salerno e Andrea ad Amalfi, può consentirci di sviluppare il segmento del turismo religioso così come la presenza di siti archeologici e storici unita al fatto che Salerno era il cuore del Principato di Arechi è un altro elemento da sfruttare al meglio.

Per restare alla blu economy. Che pensa della nautica da diporto?
Ottimo filone. Che qui, a Salerno, vive di iniziative private come quella di Gallozzi al Marina d’Arechi, e clamorosi fallimenti come quello del polo cantieristico a Capitolo San Matteo. Del progetto rimane una strada abbandonata con ventiquattro famiglie isolate e senza assistenza.

Capitolo tasse. Si possono ridurre?
Bisogna lavorare sugli sprechi. Prima di tutto è necessario vincolare gli incassi. Faccio degli esempi: i soldi delle multe vanno a finanziare manutenzione e sicurezza stradale, quelli della tassa sui rifiuti il miglioramento dell’igiene, i proventi dei parcheggi e dei biglietti dei bus il potenziamento del trasporto pubblico e la creazione di nuovi posti auto. Invece oggi, e noi che da ex amministratori della Provincia conosciamo la materia possiamo dirlo, le casse comunali sono un bancomat per finanziare tutto tranne che il bene della collettività.

Altre fonti di introito?
I finanziamenti comunitari. Il Comune deve avere un ufficio addetto alle politiche comunitarie che intercetti i fondi europei e predisponga progetti e pratiche.

E gli appalti pubblici, come li gestirete?
Assegnando alla stazione unica tutte le gare di importo superiore ai 500mila euro così da rendere le procedure veloci e trasparenti.

C’è spazio anche per le politiche sociali?
Certo. Innanzitutto occorre ripopolare Salerno perché questa città in dieci anni ha perso circa 6mila abitanti. Dalla Svezia vorremmo mutuare l’idea del kit bambino: lì ad ogni nuovo nato forniscono tutto l’occorrente per i primi giorni di vita. Poi è mia idea aumentare gli asili nido e gli spazi di aggregazione senza però dimenticare gli anziani. A loro, se ultraottantenni e soli in casa, forniremo un kit di telesoccorso che li aiuterà a farsi assistere in qualsiasi momento e per qualunque esigenza.