La sfida delle idee e le officine creative

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L’occhio di Leone, ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.

di Giuseppe Scalera

L’ estate non è solo la stagione del benessere apparente e del riposo. Ci sono luoghi del pensiero dove, magari proprio in questi giorni, emergono analisi, idee, articoli, studi, destinati a cambiare la nostra visione del mondo. Perché molti creativi hanno il loro antro , la loro dimora, il luogo che ispira più degli altri dove ritirarsi, all’ occorrenza, come in ascesi, per produrre le proprie riflessioni, i propri scritti, i propri libri.
La lista degli esempi appare fin troppo nutrita. Citiamo, quindi, qualche suggestione di quanto si sia prodotto a Capri e quanto l’ isola sia stata determinante, con i suoi luoghi più intimi, nell’ evoluzione della cultura internazionale. Nella tranquillità di Casa Arturo, la villa di via Tragara messa a disposizione da Edwin Cerio, Pablo Neruda realizzerà e pubblicherà la versione originaria di quello che, forse, sarà il suo più bel libro di poesie d’ amore “ I versi del capitano “. Edizione anonima, tirata solo in 50 copie, 44 dedicate agli amici sottoscrittori, primo dei quali Palmiro Togliatti. Nasce a Tragara anche “ L’ uva e il vento “, che uscirà nel 1954 quando il poeta sarà ormai rientrato in Cile.
Senza Capri, difficilmente sarebbero nate. E’ una delle tante storie che aiuta a comprendere come un luogo possa essere fondamentale per capire, per inseguire, per spiare il lavoro quotidiano di un letterato, di un artista. Così, sempre a Capri, lo scrittore inglese Norman Douglas concluse la realizzazione di “Vento del Sud”, il suo romanzo di maggior successo, mentre il percorso artistico, tutto locale di Karl Diefenbachha lasciato ancora significativi esempi a Villa Certosa. Ma tante storie si intrecciano sull’ isola, come tante altre in tutta Italia. Perché sono spesso i luoghi, le storie dimore a creare l’ humus dove si esprime la creatività. Ibsen realizzò “ Casa di bambola “ nell’ estate del 1879, tra le stanze dell’ hotel Luna di Amalfi, davanti alla meraviglia del mare. Così come Michele Prisco nella sua “ Casarella “ di Vico Equense, a pochi passi dal centro, troverà dal 1969 un importante luogo dell’ anima, dove nasceranno molti capolavori.Potremmo continuare, forse all’ infinito, in una geografia delle idee che ci porterebbe lontano. Dentro una ricognizione storica, topografica, intellettuale, esposta alla luce di questi giorni inquieti.

Giuseppe Scalera