Mbda in salute nel 2021. Mariani: 4,2 mld di ricavi, nel 2022 puntiamo a superare i 5 mld. Fusaro crescerà ancora

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in foto Lorenzo Mariani, Executive Group Sales & Business Development Director di MBDA e Managing Director di MBDA Italia (Imagoeconomica)

“Nel 2021 i ricavi superano i 4 miliardi, nel 2002 mi pare che sfiorammo i 2 mld. Essere oltre la soglia dei 4 mld ci mette su un altro piano, allo stesso tempo però abbiamo l’ambizione di arrivare a 5 miliardi perché riteniamo che il mercato lo consenta. In cantiere ci sono investimenti e prodotti che lo permettono”. Esordisce così Lorenzo Mariani, executive group sales & business development director di Mbda e managing director di Mbda Italia all’incontro con la stampa tenuto oggi presso la sede di Roma per fare il punto sulle attività italiane del Gruppo, principale consorzio europeo costruttore di missili e tecnologie per la difesa.
“Un trend positivo è stato registrato anche in termini di ordini”, aggiunge. “Nella prima metà del 2022 ci aspettiamo di andare vicini, o addirittura superare, i 20 miliardi di portafoglio”. Dopodiché ribadisce che la struttura è “molto solida” con 13 mila dipendenti. Il focus sul business in Italia non manca di sottolineare come l’azienda continui “a crescere in termini di organico con 1.590 dipendenti alla fine del 2021”, mentre la previsione per il 2022 è di “un incremento ulteriore di almeno 100 risorse nette”. Di qui Mariani aggiunge: “I ricavi sono superiori alle aspettative e le consegne in anticipo rispetto al budget dei primi tre mesi grazie ai programmi Dcc, Ppa e alle milestone legate al Meteor”. Il Gruppo Mbda sta portando avanti campagne importanti sul fronte export: i contratti per l’aggiornamento dei sistemi Aspide in Kuwait e la vendita di armamenti all’Egitto sono già firmati. “Attendiamo l’efficacia – sottolinea amministratore delegato di Mbda Italia – e in ogni caso non vediamo alcun problema in termini di iter autorizzativi, che sono praticamente conclusi”. Poi l’annuncio: “E’ in fase avanzata la campagna per la vendita di missili Camm-Er ad un paese straniero, il cui contratto potrebbe essere firmato quest’anno”.
E’ comunque sulle nuove tecnologie e sui nuovi prodotti che si fonda il primo indice di successo del 2022 di Mbda Italia. “L’attuale situazione ci ricorda l’importanza di una difesa comune e della capacità di investimento, necessarie per evolvere le tecnologie che garantiscono la sicurezza – afferma Mariani -, oggi più che mai va sottolineato che senza difesa non c’è libertà. Per questo è fondamentale che anche l’Italia possa sedere con pari dignità al tavolo dei decisori europei sugli investimenti per la difesa. Per farlo c’è bisogno di garantire investimenti nelle più avanzate tecnologie, come ad esempio quelle ipersoniche, che oggi rappresentano una delle frontiere tecnologiche”. Un’evoluzione tecnologica che non fa certo a meno di rispettare i criteri di Esg: Mbda Italia ha infatti appena pubblicato il suo primo Bilancio di Sostenibilità che declina in chiave nazionale quello pubblicato a livello di Mbda Gruppo.

Le negoziazioni con Polonia e Turchia
“La campagna di Mbda per la fornitura di missili Camm-Er alla Polonia è molto importante ed è parte di un programma molto grande in termini di realizzazione di sistemi, produzione di missili e trasferimento tecnologico”, ricorda Mariani. Una fornitura che potrebbe superare di dieci volte la produzione italiana ma che allo stato non è possibile quantificare proprio perché non si riesce ad attribuire un valore economico al trasferimento della tecnologia. Ad una domanda della stampa invece sullo stato dei colloqui con la Turchia, il manager risponde: “C’è stata una richiesta a livello politico di un nuovo ingaggio da parte di Italia e Francia, stiamo valutando il modo migliore per procedere. Oggi abbiamo un sistema diverso e stiamo sviluppando un nuovo missile: alle migliori performance, tuttavia, si potrebbe accompagnare una maggiore difficoltà ad assecondare eventuali richieste di trasferimento tecnologico che vadano oltre quelle cosiddette standard”.

La guerra in Ucraina: minacce ed opportunità
La domanda sulla guerra era attesa ed è giunta puntuale: quanto incede sulla programmazione di Mbda l’attuale situazione ucraina? “Negativamente per nulla”, replica di getto Mariani, salvo poi evidenziare che se il conflitto dovesse protrarsi anche il principale consorzio europeo costruttore di missili e tecnologie per la difesa ne risentirebbe. “Innanzitutto per il costo dell’energia”, spiega, “che come colpisce le case degli italiani avrà ricadute anche sugli stabilimenti industriali, pure su quelli di piccole e medie dimensioni”. Un peso non trascurabile l’avrà poi l’approvvigionamento di materie prime e di componentistica, “anche se non abbiamo ad oggi criticità, siamo un’azienda ben approvvigionata, con grandi stock di materiali e accordi con fornitori solidi”. “Del resto – aggiunge Mariani – non facciamo utilizzo di materie prime in maniera massiccia come Fincantieri ed altre realtà”. Però aggiunge: “Misure di warning sono già in atto e contromisure in piedi”. Tra le opportunità l’amministratore delegato di Mbda Italia annovera sostanzialmente due effetti: l’incremento della spesa per la difesa di paesi di area non domestica europea (la cosiddetta “non domestic Europe”) e il “mitologico” aumento, fino al 2 per cento del Pil, della spesa militare di alcune nazioni, tra cui la stessa Italia. “Trovo saggio il discorso del ministro della Difesa Guerini sulla gestione graduale nell’arco di alcuni anni per raggiungere il 2% degli investimenti militari. E’ una strada ben imboccata e credo che al netto di cambi politici non sia possibile tornare indietro”, spiega.

Il sito di Fusaro sempre più strategico
Dello stabilimento campano, recentemente interessato da un piano di crescita di Leonardo che sposterà lì anche i reparti di microelettronica di Giugliano per migliorare le prestazioni dei radar prodotti a Bacoli e farne un centro d’eccellenza di livello internazionale, Mariani parla in termini entusiastici, sottolineando come i lavori di ammodernamento siano quasi conclusi (“siamo alla portineria e all’edificio principale”) e aggiungendo che presto ci sarà un piano per agevolare il ricambio generazionale. “L’organico è arrivato a 450 unità e non scenderemo sotto questo valore”, afferma, “anzi, con Antonello Fiore pensiamo di rilanciare un programma di assunzioni per giovani tecnici specializzati dal 2023″. “Siamo pronti – conclude – ad importanti investimenti sia in termini di capitale umano che di laboratori, non c’è più alcuna incertezza sui carichi di lavoro”.