Per non mandare in soffitta il ricordo della Tv di anni fa

in foto un'immagine di Imagoeconomica realizzata con Ai

Quanto sta accadendo nelle ultime settimane all’ interno di partiti e “movimenti” politici italiani, ricorda molto da vicino una vecchia trasmissione della TV di Stato. La Rai, all’epoca, era la sola autorizzata a entrare in casa On Air. Quanto segue accadde sul finire degli anni ’60, quando sullo schermo dei televisori, come per magia, comparivano solo immagini in bianco e nero, per la maggior parte seriose. Durante il fine settimana si faceva di tutto per non perdere nemmeno uno sketch di “Oggi le comiche”. Quello spettacolo attingeva il suo contenuto, le storie  da proporre, dalla grande quantità di film muti, per la maggior parte provenienti da Hollywood. Le stesse erano visibili a una platea di telespettatori, a quel tempo ancora in numero limitato e con poche pretese. Il titolo della trasmissione era “Oggi le comiche” che qualcuno certamente ricorda bene. Lo stesso che gradirebbe ancora oggi rivedere, in un remake in linea con i tempi. Materiale da utilizzare ce n’è a sufficienza, fornito soprattutto dal mondo della politica. Non sarebbe di sicuro uno spettacolo del genere di quelli che venivano messi in scena nei teatri della Roma imperiale, le satire. Il o i protagonisti venivano presentati come coloro i quali “castigat ridendo mores”, ovvero censori dalla battuta facile.

La differenza tra quanto fa l’attuale satira politica e gli spettacoli di un tempo accennati, è evidentemente enorme e non solo per motivi tecnici. Rimanendo in patria, si nota facilmente che una sorta di cinismo misto a rabbia abbia assalito gli Italiani, i quali reagiscono, poco e male, a quanto propina quel tipo di avanspettacolo che non è esagerato definire la versione picaresca dell’ Opera dei Pupi o in definitiva l’imitazione malriuscita delle gesta dell’Armata Brancaleone. I Guitti che ne fanno parte, un buon numero di rappresentanti del popolo, meglio di scappati di casa, sarebbe più apprezzata se riuscisse a collocarsi tra i saltimbanchi di uno scalcinato quanto patetico circo di periferia. Quel che é peggio è che sia le dame che i cavalieri di quelle offese all’intelligenza propinato a chi li guarda nel piccolo schermo spesso non sono rispedite al mittente. Alcune tradiscono la loro natura e si finisce per non capire quanto di serio e quanto di faceto esse contengono. Certo è che quel coro stonato sta superando ogni limite, anche di sola coerenza, ribaltando la mattina affermazioni fatte appena la sera prima. Un tempo era ritenuto valido dal popolo e quindi modello da seguire il comportamento di chi sedeva nelle stanze all’ultimo piano delle torri di controllo del Paese. Se dovesse contare ancora oggi la validità di quel pensiero, quanti non lo condividessero farebbero cosa non buona ma ottima se decidessero di cambiare aria.

Decisione rinforzata per il fatto che, dal debutto nel Paese dell’ordinamento repubblicano, la politica non è stata in grado di migliorare il suo assetto. Più precisamente si è adeguata al comportamento della maggior parte delle specie viventi. Per la precisione, non riuscendo a evolvere, non è rimasta nello statu quo ante ma si è addirittura involuta, adeguandosi al comportamento della maggior parte delle specie viventi. Più precisamente, non riuscendo a evolvere, non è rimasta nello statu quo ante ma si è addirittura involuta. Una sintesi veritiera di quanto illustrato nelle righe che precedono, potrebbe essere che l’Italia è passata di male in peggio.