Politica, magistratura e stampa: le tre diverse facce del potere

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Da sempre si discute in merito al difficile e molto spesso conflittuale rapporto fra tre diverse facce del potere, che fondamentalmente propongono diversi punti di vista e focalizzano la loro attenzione a seconda della funzione che svolgono, ma che di fatto hanno un’unica finalità: il bene comune. Troppo spesso però, anziché badare al vero interesse collettivo, su diversi fronti ci si fa prendere la mano e si scade in litigi senza senso e inutili accuse reciproche, che non portano a niente, se non all’aumento della sfiducia da parte dei cittadini nelle “istituzioni”, che già, negli ultimi tempi e calata vertiginosamente. L’atteggiamento in assoluto più scorretto, è senza dubbio rappresentato dalla volontà di prevaricare l’altro, imponendo le proprie ragioni e spacciandole come verità assolute, senza ammettere critiche. Come il grande Luigi Pirandello insegna, non esiste una verità univoca, ma ogni istituzione, e ogni rappresentante di essa è portatore di una verità individuale, che non vale ne più ne meno di quella degli altri.

Troppo di frequente inoltre si tende a sconfinare rispetto il proprio ambito professionale, quindi si ha l’occasione di assistere ad episodi assolutamente ridicoli di politici che tentando di dare lezioni in merito alla legislazione a magistrati qualificati che svolgono la professione da diversi anni e che vantano un curriculum molto vasto, magistrati che suggeriscono strategie politiche ai politici ed infine politici e magistrati che hanno la pretesa di insegnare l’arte del giornalismo a giornalisti quotati e conosciuti. In modo particolare si ha notizia di fatti di questo genere quanto, a breve il popolo dovrà prendere decisioni importanti a livello elettorale, e quindi è opportuno “svegliarlo”, così, come d’incanto appaiono fascicoli compromettenti, pubblicazioni di intercettazioni telefoniche, avvisi di garanzia e quant’altro. Non ultimo il caso del sindaco penta stellato di Parma, che essendo stato sospeso dal “direttorio”, ha deciso di preparare un fascicolo che attaccherà i membri di tale direzione e probabilmente anche il garante del movimento. Il ruolo della stampa quando avvengono episodi di questo tipo è estremamente delicato, e l’esito delle pubblicazioni sui giornali di notizie di un certo rilievo, può produrre effetti molto differenti e talvolta disastrosi.

A onor del vero, le indagini mediatiche condotte da audaci e onesti giornalisti hanno altresì aiutato in modo significativo lo svolgimento delle indagini giudiziarie. Un esempio lampante di un’ottima collaborazione fra stampa e magistratura è l’indagine denominata “MANI PULITE” condotta alla procura di Milano dal pool di magistrati che per anni ha cercato di combattere il più possibile la corruzione in Italia.

Senza la collaborazione dei tre poteri, non si potranno mai affrontare in modo organico e deciso, problematiche così importanti e radicate che da anni affliggono il nostro Paese come la corruzione. La vera chiave di volta è la collaborazione, lo scambio di informazioni, la cooperazione. Finche ci sarà la tendenza all’imposizione di un’idea o di una propria verità, non ci sarà la ricerca del bene comune e l’Italia non avrà modo di risollevarsi.