Porto del Pireo, trattative avanzate con il cinese Cosco

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A cura di Antonio Arricale La Grecia è impegnata in trattative avanzate con la cinese Cosco per potenziare la collaborazione al porto del Pireo, il principale del Paese. Lo riferisce A cura di Antonio Arricale La Grecia è impegnata in trattative avanzate con la cinese Cosco per potenziare la collaborazione al porto del Pireo, il principale del Paese. Lo riferisce l’agenzia Reuters che riporta le parole del ministro della Difesa greco, Panos Kammenos. Cosco, che attualmente gestisce due moli container al porto di Atene, è anche interessata all’acquisizione della quota di maggioranza del Pireo, che Atene ha messo in vendita. “Siamo in trattative avanzate per potenziare molto presto la collaborazione in relazione anche alla inclusione della rete ferroviaria”, ha aggiunto il ministro della Difesa. La Grecia, dunque, ha sbloccato la vendita di una quota del 51% del Pireo e ha sollecitato Cosco e altri due investitori a presentare offerte vincolanti entro settembre. Borse asiatiche Borse asiatiche miste questa mattina. Il Nikkei che ha chiuso in territorio positivo facendo registrare un incremento dello 0,83% a 19732 punti ed Hong Kong che sale dell’1,4% in scia al bel rialzo di ieri a Wall Street, mentre Shanghai arretra di oltre 1 punto percentuale dopo i poco brillanti dati macro. Segno negativo anche a Seoul che ha chiuso in calo dello 0,65%. In Cina gli investimenti esteri sono cresciuti anche in aprile, ma si sono ridotti in livello assoluto rispetto a marzo. Secondo i dati diffusi dal Ministero del Commercio, infatti, lo scorso mese Pechino ha attratto 9,61 miliardi di dollari dall’e stero, in crescita del 10,5% su base annua, dopo l’incremento del 2,2% di marzo a 12,4 miliardi di dollari. Nei primi quattro mesi del 2015 il dato segna un incremento dell’11,1% su base annua a 44 miliardi di dollari. Nel trimestre gennaio-marzo il progresso era stato dell’11,3% a 34,88 miliardi. In Giappone nel mese di aprile l’indice della fiducia dei consumatori è calato a 41,5 punti da 41,7 punti di marzo (40,9 in febbraio e 39,1 in gennaio). Il dato, in calo dopo quattro mesi consecutivi di progresso, si confronta con attese degli economisti per una lettura a 41,8 punti. La Bank of Japan ha reso noto che l’indice dei prezzi dei beni corporate in Giappone è cresciuto in aprile dello 0,1% a 103,6 punti dopo il progresso dello 0,3% di marzo e in linea con le attese degli economisti. Su base annuale l’indice segna un declino dello 2,1% contro lo 0,7% di progresso in marzo e anche in questo caso in linea con il consensus. Parlando alla Yomiuri International Economic Society a Tokyo, Haruhiko Kuroda, governatore della Bank of Japan (BoJ), ha detto che le aspettative sull’inflazione sono migliorate “significativamente” e l’istituto centrale prevede che il target del 2% possa essere raggiunto nel primo semestre dell’esercizio 2016, e cioè tra aprile e settembre del prossimo anno. Un deciso ritardo rispetto all’aprile 2015, obiettivo della BoJ quando esattamente due anni prima veniva introdotto l’ultimo incremento del piano di quantitative easing, portando l’acquisto di asset da 60.000 a 70.000 miliardi di yen (da circa 440 a 515 miliardi di euro) l’anno. La Bank of Korea ha confermato per il secondo mese consecutivo, come in gran parte previsto dagli economisti, i tassi d’interesse ai minimi dell’1,75%. L’istituto centrale di Seoul ha tagliato i tassi in tre occasioni dall’agosto del 2014. Alcuni osservatori prevedevano però un ulteriore ribasso, considerando i segnali d’indebolimento dell’economia sudcoreana, ma il governatore Lee Ju-Yeol potrebbe essere riluttante nel prendere tale decisione, vista la crescita dell’indebitamento delle famiglie. Continua a crescere l’economia della Malaysia anche se con un tasso leggermente più basso a causa del rallentamento dell’export. Il Pil della Malaysia ha infatti segnato un progresso del 5,6% su base annua nei primi tre mesi dell’anno contro il 5,7% di incremento registrato nel quarto trimestre 2014. Il dato si confronta con il 5,4% del consensus del Wall Street Journal. Borsa Usa A New York i principali indici hanno terminato la seduta in netto rialzo grazie alla debolezza del dollaro e all’inatteso calo dei sussidi di disoccupazione. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,06%, l’S&P 500 l’1,08% e il Nasdaq Composite l’1,39%. Per l’S&P 500 si tratta del livello massimo in chiusura mai raggiunto prima. L’indice grezzo dei prezzi alla produzione ha evidenziato, nel mese di aprile, un calo dello 0,4% rispetto a marzo, dopo l’incremento dello 0,2% della rilevazione precedente. Su Base annuale il PPI ha registrato una variazione negativa dell’1,3%, deludendo le attese, fissate su un calo dello 0,8%. L’indice core (esclusi energetici ed alimentari) è diminuito dello 0,2% su base mensile (in consensus +0,1%). Su base annuale, l’indice Core ha fatto segnare un incremento pari allo 0,8%. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata l’8 maggio si sono attestate a 264 mila unità, di poco inferiore al dato rilevato la settimana precedente (265 mila unità), ma in calo rispetto alle attese degli analisti pari a 275 mila. Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,229 milioni, inferiore ai 2,240 milioni attesi. Sul fronte societario Apple +2,33% nel giorno del dividendo trimestrale (52 centesimi per azione). Molti azionisti del produttore dell’iPhone hanno l’abitudine di reinvestire i proventi della cedola in nuove azioni. Cisco -1,02%. Il colosso del networking ha annunciato una trimestrale in crescita ed ha nominato Chuck Robbins nuovo Ceo. Nel terzo trimestre l’utile è aumentato a 2,44 miliardi di dollari (+12%) mentre i ricavi sono cresciuti del 5,1% a 12,14 miliardi. L’Eps adjusted si è attestato a 0,54 dollari. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,53 dollari su ricavi per 12,07 miliardi. Kohl’s -13,27%. I ricavi del gruppo dei grandi magazzini sono aumentati nel primo trimestre meno del previsto a 4,12 miliardi da 4,07 miliardi di un anno prima (consensus 4,19 miliardi). Le vendite a parità di negozi sono cresciute dell’1,4% contro il +2,5% atteso dagli analisti. Manchester United +3,4%. La squadra di calcio britannica ha chiuso il terzo trimestre con una perdita di 2,9 milioni contro l’utile di 11 milioni di un anno prima. Il giro d’affari è diminuito a 95 milioni da 116 milioni. Per l’intero esercizio la società stima ricavi compresi tra 385 e 395 milioni di sterline, previsione in linea con le attese. J.C. Penney -7,75%. Il retailer ha chiuso lo scorso trimestre con una perdita di 167 milioni di dollari. Avon Products +6,15% dopo le voci su una possibile Opa. Computer Sciences +4,25%. Secondo indiscrezioni il gruppo dei servizi informatici potrebbe dividersi in due. Europa Le principali Borse europee hanno aperto l’ultima seduta dell’ottava in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,25%, il Cac40 di Parigi lo 0,2%, il Ftse100 di Londra lo 0,22%. Poco mosso l’Ibex35 di Madrid. Il presidente della Bce, Mario Draghi, ieri ha ribadito che il quantitative easing resterà in piedi per tutto il tempo necessario. Acquisti sul settore sanitario, sui minerari e sul comparto finanziario. Negativo il settore petrolifero. Italia Il Ftse Mib segna -0,04%, il Ftse Italia All-Share +0,01%, il Ftse Italia Mid Cap +0,45%, il Ftse Italia Star +0,47%. Piazza Affari ieri ha chiuso in rialzo con gli investitori che seguono passo dopo passo l’infinita vicenda greca. In mattina il ministro Varoufakis aveva dichiarato che la Grecia avrebbe raggiunto un accordo su buona parte delle trattative con i creditori internazionali. Una dichiarazione che ha alimentato l’ottimismo degli investitori che oggi apprezzeranno anche la notizia delle trattative con il cinese Cosco per la cessione della quota di maggioranza del porto del Pireo. Il listino milanese ha poi aumentato i guadagni nel pomeriggio in scia all’andamento positivo di Wall Street. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha guadagnato l’1,45% a 23.548 punti. Acquisti sui titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha guadagnato il 2,58% a 15,08 euro, Montepaschi l’1,07% a 0,566 euro, Popolare dell’Emilia Romagna l’1,04% a 7,755 euro, Mediobanca l’1,70% a 9,22 euro, Intesa SanPaolo lo 0,55% a 3,29 euro, Unicredit lo 0,79% a 6,35 euro. Sotto i riflettori è finito il settore del lusso con Moncler che,all’indomani del rally, ha lasciato sul parterre il 2,93% a 17,17 euro in scia alla notizia che la società francese di investimento Eurazeo ha annunciato il collocamento del 7,8% del capitale sul mercato. Ancora più giù Salvatore Ferragamo che, all’indomani dei conti, ha mostrato un tonfo del 5,28% a 27,80 euro. Positiva invece Tod’s (+2,03% a 85,30 euro). Molto bene Generali (+3,80% a 18,01 euro) che ha chiuso il primo trimestre del 2015 con un utile netto in crescita del 3,3% a 682 milioni di euro.


I dati macro attesi oggi Venerdì 15 maggio 2015 14:30 USD Indice Empire state aziende manifat. (Mag) 14:30 CAD Consegne settore manifatturiero (Mensile) (Mar) 15:15 USD Produzione industriale (Mensile) (Apr) 15:15 USD Produzione manifatturiera (Mensile) (Apr) 16:00 USD Previsioni Michigan inflazione a 5 anni (Mag) 16:00 USD Aspettative indice Sentimento dei Consumatori Michigan, finale (Mag)