Addio a Nicola Zamboni, con Papa realizzò il Monumento ai Caduti di Marzabotto

187
(foto da bacheca Facebook di Associazione Graziano Campanini - APS)

L’artista Nicola Zamboni, scultore che si è affermato per una produzione di opere di grandi dimensioni per giardini e parchi del territorio bolognese ed emiliano, spesso dedicati alla Resistenza partigiana e alle vittime degli eccidi nazifascisti, è morto all’Ospedale Maggiore di Bologna all’età di 79 anni. Dopo aver realizzato nel 1976, con Antonio Papa, il Monumento ai Caduti della strage nazista del 1944, collocato davanti al Palazzo comunale di Marzabotto, all’inizio degli anni Ottanta la figura di “artista del sociale” di Zamboni era già affermata e gran parte dei luoghi pubblici della cintura di Bologna e non solo diventarono sedi indiscusse delle sue opere, quasi sempre su commissioni pubbliche: tra le altre il Monumento alla Resistenza a Castel Maggiore; il Monumento alla Resistenza a Ponticelli Malalbergo; la Croce San Giovanni in Persiceto; la Scultura in memoria del professor Ghigi a Bologna; la Porta Reno a Bologna; il Monumento alla Resistenza a Sant’Agata Bolognese; il Giardino Medievale a Bologna. Nel 1988 Zamboni fu chiamato ad eseguire una scultura per la città di Mito in Giappone. In seguito a questa esperienza fu invitato in diversi paesi all’estero per eseguire alcune opere per le comunità italiane in Argentina, Brasile, Cile, Perù e Australia e tra i suoi soggetti preferiti ci furono sculture di Guglielmo Marconi. Il cemento è presente in gran parte delle opere giovanili di Zamboni, così come la pietra, il marmo, la terracotta, il legno e il rame, quest’ultimo ampiamente utilizzato nelle opere pubbliche dal 1995 in poi. Con l’utilizzo del rame cambia anche il linguaggio dell’artista. A Bologna ha realizzato anche il Monumento alle vittime della Uno Bianca, il Monumento a Falcone e Borsellino e il Monumento a Padre Marella. Tra i suoi lavori più recenti il Monumento a Guglielmo Marconi a Sasso Marconi (2008) e il Monumento a Giuseppe Garibaldi e Anita a Porto Garibaldi (2011).