Ambasciata italiana in Usa, raccolta fondi per il Cotugno e altri ospedali del Belpaese

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In foto Armando Varricchio

L’ambasciata italiana a Washington (in foto l’Ambasciatore Armando Varricchio) e l’Issnaf hanno lanciato una raccolta fondi per tre ospedali italiani impegnati in prima linea in questi mesi alla lotta al Coronavirus: lo Spallanzani di Roma, il Sacco di Milano e il Cotugno di Napoli. “In questi mesi una ondata di solidarietà che ha superato i confini nazionali” ha dichiarato Maurizio di Mauro, direttore dell’Azienda Ospedaliera dei Colli. Una raccolta fondi per aiutare quegli ospedali che, nel corso dell’emergenza Coronavirus, hanno lottato in prima linea: organizzata dall’ambasciata italiana a Washington e dall’Issnaf, l’Italiana scientists and scholars in North America foundation, ha visto come beneficiari tre ospedali del nostro Paese: il Sacco di Milano, lo Spallanzani di Roma e il Cotugno di Napoli. A darne notizia è stato Maurizio di Mauro, direttore dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, che comprende il Cotugno, insieme al Monaldi e al Cto. “A loro il nostro grazie per questi gesti di profonda umanità che ci hanno dato forza e ci hanno fatto capire ancora di più che non eravamo soli in questa battaglia”. L’ospedale Cotugno di Napoli è stato – lo è tuttora – il Covid Center di riferimento della Regione Campania.” Donazioni – dichiara di Mauro – che si aggiungono a quelle ricevute in questi mesi e che hanno visto le persone impegnate in una vera e propria gara di solidarietà andata avanti spontaneamente anche attraverso il crowdfunding. Tanti, inoltre, hanno voluto dimostrarci affetto donando al personale sanitario prodotti alimentari, buoni per l’acquisto di generi alimentari, dolci e tanto altro, senza dimenticare quanti ci hanno portato dispositivi di protezione individuale, prodotti lenitivi per le mani sottoposte a continue disinfezioni, apparecchiature mediche, termoscanner, respiratori e finanche una tac di ultima generazione, materiali per la terapia intensiva e tablet per rendere la degenza dei pazienti meno difficile. Una vera e propria onda di solidarietà che ha addirittura superato i confini nazionali e ha fatto sentire a noi la vicinanza di tutti, rendendoci ancora più orgogliosi di quanto abbiamo fatto e stiamo continuando a fare”.