Bitcoin è davvero finito?

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Foto di Darwin Laganzon da Pixabay

Non si tratta certamente di un buon momento per Bitcoin e le criptovalute in generale. L’intero mercato è in subbuglio, con un panico generalizzato che non contribuisce certamente in positivo. Proprio per queste ragioni, sono in molti a chiedersi se Bitcoin sia davvero finito. Come spesso accade, valutazioni estreme si rivelano errate in entrambe le direzioni, ma nelle prossime righe faremo insieme il punto della situazione.

Crollo Bitcoin: le cause

Prosegue (quasi) senza sosta l’inverno crittografico, caratterizzato tra le altre cose da un andamento piuttosto modesto di Bitcoin. Nonostante i valori in positivo, infatti, il valore non accenna a tornare a quello di poco più di un anno fa. La quotazione storica Bitcoin da sempre si contraddistingue per repentini saliscendi. Negli ultimi tempi però, i momenti in cui il valore sale non bastano a recuperare le perdite date dai picchi negativi. Ma quali sono le cause che stanno determinando la situazione?

In cima alla lista troviamo sicuramente l’inflazione. I dati, purtroppo, continuano a essere impietosi, confermando a questo punto l’errata valutazione delle banche centrali che classificavano questo fenomeno come transitorio. In secondo luogo, tra le maggiori cause di questa situazione, troviamo il fattore guerra. Nonostante i diversi tentativi di negoziati tra Russia e Ucraina la fine del conflitto sembra ancora lontana.

Oltretutto, se anche per una sorta di miracolo (da tutti atteso), la situazione dovesse finalmente risolversi, ci vorrebbe comunque parecchio tempo per tornare alla normalità, quanto meno a quella economica. Difficile, inoltre, pensare che i rapporti tra occidente e Russia per quanto riguarda il gas possano tornare quelli di una volta.

L’incubo della recessione

La quasi totalità degli istituti di statistica economica, che prevedevano una rapida ripresa subito dopo il periodo pandemico, hanno rivisto al ribasso le loro considerazioni. Purtroppo, anche in questo ambito, a meno di qualche improbabile artificio contabile, la situazione appare compromessa. La Cina inoltre, continua a rimanere sulla sua linea politica zero Covid, e in aggiunta le complicazioni sotto il profilo della supply chain internazionale, almeno per ora, non sembrano smorzarsi.

Nonostante il connubio di tutti gli elementi presi in considerazione fino a questo momento però, almeno all’apparenza sembra che Bitcoin stia reggendo il colpo. Le quotazioni delle ultime settimane infatti, vedono la valuta digitale salire e scendere tra i 20.000 e i 22.000 euro. Sono in molti gli investitori che hanno interpretato la resilienza di Bitcoin come un segnale positivo che potrebbe decretare la fine del crollo, mentre molti altri pensano si tratti solamente di un’illusione.

Cosa succederà al Bitcoin?

Avrà mai una fine questo inverno crittografico che ha colpito tutte le cripto, Bitcoin compreso? Molti analisti hanno fatto delle precisazioni in merito alla situazione, ovvero che l’attuale crisi è profondamente diversa da quella verificatasi nel 2018. Questo perché il botto che si registrò in quell’anno, fu una conseguenza ai progetti ICO, che avevano convertito il guadagno proveniente dalle vendite dei token in dollari. Una presenza eccessiva di Ethereum e Bitcoin sul mercato aveva appunto generato un crollo dei prezzi.

Ad oggi però, gli avanzati sistemi tecnologici sono sicuramente superiori rispetto a quelli del 2018. La maturità del mercato, infatti, ha spinto fortemente la necessità di stabilire con precisione delle più solide basi tecnologiche, che hanno permesso ai protocolli DeFi e agli scambi di offrire una grande varietà di prodotti capaci di ridurre le normali fluttuazioni di prezzi. Nonostante l’effetto domino attualmente percepito, quindi, non sia sostanzialmente mutato dal crollo dell’ICO, quanto avvertito da istituzioni e investitori al dettaglio è comunque minore in questo 2022.