Camere di Commercio, giovedì il via libera dal Cdm: le novità della Riforma

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Centottanta giorni di tempo per scrivere il piano di razionalizzazione per alleggerire i costi delle Camere di commercio e ridurre, di conseguenza, le sedi da 105 a massimo 60. Il taglio dovrà tenere conto del numero minimo di iscritti al registro delle imprese: 75mila. Paletti, poi, per la nomina dei consiglieri per ogni struttura che non potranno superare quota 26 nelle Camere con più iscritti. Sono questi, in estrema sintesi, i cardini portanti della riforma Madia delle Camere di commercio, che dopo mesi di rinvii dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri questa settimana, probabilmente giovedì. La prima bozza di testo risale a circa un anno fa. Mise e Funzione pubblica hanno lavorato per diversi mesi a un compromesso per arrivare a definire la riforma. 
STRETTA SEDI, MASSIMO 60 
Le Camere di commercio non avranno più una sede per ogni provincia italiana, ma opereranno “nelle circoscrizioni territoriali esistenti” con la presenza di almeno una sede “in ciascuna Regione”. La stessa bozza rimanda alle novità contenute nella legge delega Madia che prevedono un taglio da 105 sedi (che passeranno a 60) mediante l’accorpamento di due o più Camere. 
L’accorpamento dovrà comunque tenere conto della soglia dimensionale minima delle sedi – imposta dal ddl delega – che corrisponde a 75mila imprese iscritte nel Registro. Già da due anni, in vista della riforma, le Camere hanno avviato le prime fusioni. Al momento, infatti, sono 99. 
PIANO TAGLI A UNIONCAMERE 
Sarà l’organo rappresentativo delle Camere a occuparsi del piano di razionalizzazione. Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge Unioncamere dovrà inviare al Mise il piano per i tagli (per arrivare a massimo 60 sedi). Una volta inviato il piano le nuove circoscrizioni saranno approvate dal ministero entro altri due mesi. Inoltre, nel piano dovranno essere ridotte le aziende speciali mediante “accorpamento” di tutte quelle che svolgono compiti simili o che comunque possono essere svolti in modo coordinato da un’unica azienda. Nel piano rientreranno anche gli uffici di troppo e del personale presente nelle sedi doppione. La costituzione e il mantenimento di Unioni regionali potrà essere consentita solo con l’approvazione del Mise e dopo aver dimostrato l’economicità della struttura. 
IPOTESI TAGLIO PERSONALE 
Nelle prime versioni del testo erano stati inseriti dei parametri minimi per la riduzione dei costi: una sforbiciata agli organi del 15% e al personale del 25%. Entrambi però non dovrebbero trovare posto nel testo definitivo. 
MOBILITÀ PERSONALE IN ESUBERO 
Stando a una bozza recente, per il personale in esubero sarà applicato l’articolo 30 del Testo unico sul pubblico impiego, ovvero il trasferimento ad altra amministrazione. Fino all’assorbimento di tutte le eccedenze sarà vietata l’assunzione di nuovo personale. Al personale delle aziende speciali e delle “unioni” si applicherà invece la mobilità prevista delle società partecipate. 
MISE VIGILERÀ SU TENUTA REGISTRO IMPRESE 
Vigilerà sulla tenuta del Registro delle imprese, affidato alle Camere di commercio, anche il ministero dello Sviluppo economico. Al momento, la tenuta del registro è sotto la vigilanza di un giudice delegato dal presidente del tribunale competente per il territorio dove ha sede la Camera di commercio. Ora, con la riforma, sarà anche il Mise ad occuparsene. 
MENO COMPONENTI CONSIGLI. MAX 26 E 2 MANDATI 
Scenderà il numero massimo di compenenti che ogni Camera di commercio potrà avere nei propri Consigli. Il dlgs pone un limite ai mandati dei dei consigli, che portanno essere “rinnovati per due sole volte”. Secondo le nuove regole, fino a 40mila imprese, le camere potranno avere massimo 16 consiglieri (e non più 20); da 40.001 a 80mila imprese massimo 22 consiglieri (e non più 25); infine, oltre le 80mila imprese il tetto è stato fissato a 26 consiglieri (invece che 30). 
TUTTI INCARICHI GRATUITI, ESCLUSI REVISORI 
Per le Camere di commercio, le loro unioni regionali, e le aziende speciali, tutti gli incarichi degli organi diversi dai collegi dei revisori sono svolti a titolo gratuito. Entro due mesi dall’entrara in vigore della legge, un decreto del Mise e del Mef stabilirà l’indennità spettanti ai componenti dei collegi dei revisori dei conti. Il provvedimento definirà anche il rimborso delle spese sostenute per lo svolgimento dell’incarico per i componenti di tutti gli organi. In caso di scioglimento del Consiglio potrà essere nominato un commissario sraordinario tra i dirigenti pubblici, ma – a differenza del passato – non potrà essere scelto se in pensione. 
TAGLIO ONERI IMPRESE 
Nel testo viene riproposto il taglio degli oneri a carico delle imprese iscritte nei Registri, come previsto dal decreto 90 del 2014. Viene ridotto progressivamente: del 35% nel 2015, del 40% per quest’anno e del 50% per il 2017.