Casal di Principe, il ricordo di Don Diana in attesa di Mattarella. La sorella Marisa: Solo lui può capire il nostro dolore

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In foto don Peppe Diana, vittima della camorra

A Casal di Principe oggi è stata una giornata importante e simbolica, quella della memoria per don Peppe Diana, il sacerdote ucciso dal clan dei Casalesi il 19 marzo di 29 anni fa mentre era nella sacrestia della parrocchia di San Nicola di Bari e si preparava ad andare a celebrare la messa. Centinaia di scout, associazione di cui faceva parte il prete, hanno invaso il paese per tenere a battesimo il primo gruppo nato nella cittadina del Casertano sull’esempio di don Diana; tra i capi scout che oggi hanno pronunciato la formula della promessa anche Iole Diana, figlia di Emilio, fratello di don Peppe.

Ma prima ancora che gli scout animassero la giornata, c’è stata nella parrocchia di San Nicola la Santa messa celebrata dal Vescovo Angelo Spinillo; quella messa, svoltasi alle 7.30 (una tradizione che si ripete da 29 anni), “mai celebrata” da don Peppe. “Questa giornata è sempre importante – ha osservato il Vescovo – per rinnovare il messaggio universale di coraggio e riscatto lanciato da Don Diana”. C’erano i fratelli di don Peppe, Emilio e Marisa, che hanno portato avanti con i genitori Gennaro e Iolanda (entrambi deceduti), i figli e i cugini, il messaggio del prete, c’era, come ogni anno, il presidente nazionale di Libera Don Luigi Ciotti.

Altra giornata importante sarà quella di martedì 21 marzo, primo giorno di primavera in cui si commemorano le vittime innocenti della criminalità organizzata, quando a due giorni dal 29esimo anniversario dell’omicidio di don Diana ci sarà la visita a Casal di Principe del Capo dello Stato.

“Guarderò negli occhi il presidente Mattarella e ci sentiremo vicini nel dolore, perché solo chi come lui ha perso un fratello per mano della criminalità, può capire ciò che noi proviamo dal 19 marzo 1994” dice la sorella del prete Marisa Diana.

Mattarella visiterà la tomba di Don Diana. “Ed è lì che lo incontreremo – dice Marisa – con mio fratello Emilio, i nostri familiari e Augusto Di Meo (testimone del delitto, ndr). C’è fermento, è davvero importante che un presidente della Repubblica decida di venire alla tomba di Peppe; e sono convinta che mi commuoverò quando guarderò negli occhi Mattarella, e troverò in lui quello stesso dolore che non ha mai lasciato la nostra famiglia. Ma sono convinta che ritroverò nei suoi occhi anche quella fierezza di aver intrapreso con decisione, senza tentennamenti, un cammino di legalità nel rispetto della memoria dei nostri cari che si sono sacrificati per il bene collettivo”.