Come è difficile piantare l’albero del buon governo

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in foto Giorgia Meloni

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 2 aprile all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi

  Si sa che non esistono automatismi, per cui non basta che un partito, o uno schieramento politico, vinca le elezioni per vedere Palazzo Chigi inondato improvvisamente di grande luce rigeneratrice. Ma non per questo diventa inevitabile che alle buone prospettive che si andavano realisticamente delineando, possa lentamente subentrare il logoramento di quella che veniva considerata una ragionevole aspettativa. Sta succedendo che, dalle ombre intraviste dietro veli sottili, si cerca ora di nascondere e occultare -con tende di doppio spessore- le ambiguità, le doppiezze e le opportunistiche incoerenze che scuotono il Governo presieduto da Giorgia Meloni. Lei continua a raccogliere stima e consensi sul piano internazionale (pochi giorni fa dall’Egitto al Libano) ma a Roma che succede?

MOZIONE DI SFIDUCIA BIS. La ineffabile Daniela Santanchè, ministra del Turismo, domani è alla seconda “verifica del fuoco” parlamentare. La prima la vinse al Senato (presiedeva Ignazio La Russa). Adesso se la deve vedere alla Camera dove composizione e umori sembrano abbastanza meno favorevoli. L’iniziativa è promossa dai 5Stelle e fa riferimento ai nuovi addebiti per i danni procurati all’Inps dalla società Visibilia di cui la celebre “pitonessa” era amministratrice. Poi ci sono falsi in bilancio e la casa in Versilia che il compagno della Santanchè comprò insieme con Laura De Cicco moglie del Presidente del Senato. Un bene acquisito con 2,5 milioni e rivenduto, dopo appena un’ora, per 3,5 milioni. Era la villa di Francesco Alberoni, famoso studioso e sociologo dell’informazione, il cui nome non meritava sicuramente di essere citato in giudiziarie vicende di affarismo immobiliare molto poco pregevoli.

SALVINI DOVRA’ DIFENDERSI. Dopo la Santanchè sarà il suo turno. Pronta la mozione delle opposizioni di Centrosinistra che lo accusano di eccessivo vassallaggio al putinismo. La Lega legata dal filo degli interessi con il partito “Russia unita” che fa capo al vertice del Cremlino. Molto duro il commento di Matteo Richetti di Azione: ”La Repubblica italiana è una cosa seria. L’ambiguità dei rapporti Salvini-Putin va decisamente contro la nostra Repubblica”. Il vicepremier invoca la pace, ma mai una parola contro chi ha invaso proditoriamente l’Ucraina violando ogni diritto internazionale. Tuona contro Macron, presidente della Francia perché sostiene che si potrebbe non escludere un diretto intervento armato in difesa della nazione aggredita. Lo definisce guerrafondaio, ma “non vede e non sente” la criminale devastazione che il “nuovo zar” sta attuando, con barbarico accanimento nel cuore dell’Europa.

DEPUTATO PISTOLERO. La perizia balistica scioglie ogni dubbio. Il colpo di pistola che ha intossicato il veglione di Capodanno a Rosazza nel biellese, è partito dall’arma posseduta dal deputato Emanuele Pozzolo. E chi ha premuto il grilletto? Nonostante tutti i tentativi di depistaggio, la mano incriminata è proprio quella del deputato dei Fratelli d’Italia che sùbito, per la verità, Giorgia Meloni ha chiesto ai probiviri di sospendere dal partito e dai lavori alla Camera. Pozzolo: prima nega con ostinazione di aver ferito lui il 31enne Dino Campana parente dell’uomo che scortava il sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro, poi fa resistenza ai carabinieri invocando l’immunità parlamentare e impedendo controlli sulle sue mani e sugli abiti. Ma al di là degli aspetti investigativi, cosa pensare di un deputato che va con tanto di pistola in tasca a un veglione privato di fine anno, e forse anche alle sedute di Montecitorio? Curioso (o significativo?) anche il fatto che nella vicenda sia stato indirettamente coinvolto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro a sua volta rinviato a giudizio, a Roma, per aver rivelato segreti d’ufficio riguardanti la vicenda dell’anarchico Alfredo Còspito. “Similia cum similibus”, avrebbero detto gli antichi romani?

L’ ADDIO DI SILVIO BERLUSCONI. Tutta una vita vissuta in maniera assolutamente incredibile e irripetibile, riassunta in poche, sapienti parole, pronunciate con un filo di voce alla figlia. ”Vedi Marina: vieni, fai, fai, fai…e poi te ne vai…”.