Corporate Heritage Awards, Napolitano: Quest’anno riflettori su arte e piccole imprese

643
in foto Maria Rosaria Napolitano, professore di Marketing e Strategia presso l’Università degli Studi di Napoli Parthenope e responsabile scientifico di Leaving Footprints (Imagoeconomica)

di Giuseppe Delle Cave

“Ogni anno cerchiamo di introdurre degli elementi di novità nel dibattito. Lo scorso anno, ad esempio, abbiamo invitato i giovani Heritage Ambassadors di imprese storiche quali Distillerie Nonino, E. Marinella e La Molisana. Per quest’edizione abbiamo pensato di affrontare il tema della Corporate Heritage Art, ossia la valorizzazione della storia e dell’identità organizzativa attraverso l’arte in tutte le sue forme. Altra importante novità è l’introduzione di una nuova menzione speciale pensata per le piccole imprese che hanno attuato un’efficace strategia integrata di valorizzazione del proprio patrimonio storico e culturale”. Maria Rosaria Napolitano, professore di Marketing e Strategia presso l’Università degli Studi di Napoli Parthenope e responsabile scientifico di Leaving Footprints, spin-off accademico dell’Università degli Studi del Sannio e della stessa Parthenope che da tre anni promuove il premio Corporate Heritage Awards, spiega in un’intervista a ildenaro.it tutte le evoluzioni del riconoscimento nato per portare alla ribalta le imprese che si sono distinte per l’impegno nella valorizzazione e comunicazione del proprio patrimonio storico e culturale.

Professoressa Napolitano, la cerimonia di premiazione dei Corporate Heritage Awards si avvicina… quali le novità principali rispetto alle precedenti edizioni?
Sì, il 7 novembre ci riuniremo nuovamente a Roma con tutte le imprese che si sono candidate per questa terza edizione del premio. Per noi è sempre una gioia poter incontrare i protagonisti del panorama imprenditoriale italiano e poterci confrontare con loro sul tema della valorizzazione dell’heritage aziendale. Ogni anno, però, cerchiamo di introdurre degli elementi di novità nel dibattito. Lo scorso anno, ad esempio, abbiamo invitato i giovani Heritage Ambassadors di imprese storiche quali Distillerie Nonino, E. Marinella e La Molisana, i quali – attraverso nuovi linguaggi e strumenti digitali – riescono a comunicare il valore del patrimonio storico e culturale delle loro imprese anche alle nuove generazioni. Per quest’edizione abbiamo pensato di affrontare il tema della Corporate Heritage Art, ossia la valorizzazione della storia e dell’identità organizzativa attraverso l’arte in tutte le sue forme. Per l’occasione abbiamo invitato tre imprese best practice – Fondazione Piaggio, Fabbri 1905 e Strega Alberti – che da anni si impegnano con costanza e dedizione nella valorizzazione del proprio patrimonio storico e culturale attraverso il linguaggio universale dell’arte. Altra importante novità è l’introduzione – oltre alle 6 categorie in concorso e alla menzione speciale per la migliore strategia integrata di heritage marketing – di una nuova menzione speciale pensata per le piccole imprese che hanno attuato un’efficace strategia integrata di valorizzazione del proprio patrimonio storico e culturale.

Tra le aziende storiche che hanno preso parte al contest c’è anche una folta rappresentanza di imprese meridionali… com’è cambiato l’approccio nel Sud del Paese, se ritiene che sia cambiato, alla cultura della memoria in ambito produttivo ed industriale in questi anni?
Sì, siamo molto felici della partecipazione al premio di molte imprese del Sud. Pochi sapranno che la prima edizione dei Corporate Heritage Awards, nel 2020, era dedicata proprio alle imprese meridionali, in particolare alle imprese campane. In realtà, le imprese del Meridione sono da sempre attente alla valorizzazione del proprio heritage. Questa attenzione per la conservazione e comunicazione della storia e dell’identità organizzativa rappresenta proprio uno dei fattori di successo delle imprese del nostro territorio. Siamo lieti che sempre più imprese comprendano l’importanza di non abbandonare le proprie radici, ma di rafforzarle per affrontare i cambiamenti sociali ed economici imposti dallo scorrere del tempo.

Si parla tanto di innovazione sociale, quale ruolo può avere oggi l’heritage marketing per lo sviluppo dei territori?
Attraverso l’heritage marketing si valorizzano non solo la storia e la cultura della singola organizzazione, ma anche del territorio al quale questa appartiene. L’identità di un’impresa, infatti, è costituita dalla combinazione di diversi fattori, tra cui giocano un ruolo fondamentale proprio l’eredità culturale e il know-how del territorio in cui l’impresa stessa affonda le proprie radici. In tale prospettiva, una delle sei categorie del premio – “Narrazione per il sociale” – mira proprio a premiare quelle imprese che si impegnano, attraverso progetti di rilevanza sociale, a restituire al proprio territorio i valori che ne hanno plasmato l’identità. Non da meno è il ritorno socio-economico per il territorio, grazie all’indotto del turismo industriale, fondato proprio sui principi dell’heritage marketing.

I musei d’impresa sono una formula già sperimentata dalle aziende con pedigree storici, c’è tuttavia qualche altra strada che consiglierebbe per preservare e rilanciare la memoria delle aziende?
Vari sono gli strumenti attraverso i quali le imprese storiche possono valorizzare il proprio heritage. Non a caso, per il nostro premio abbiamo previsto 6 categorie dedicate alle diverse forme di investimento per la valorizzazione del patrimonio storico e culturale aziendale: dalle monografie e gli house organ, ai vari strumenti digitali (video corporate, siti aziendali, metaverso ecc..), ma anche eventi aziendali e – come detto prima – progetti sociali, fino – ovviamente – ai classici luoghi che raccontano la storia dell’impresa, quali musei e stabilimenti produttivi storici. Tutti questi strumenti, però, hanno alla base la preliminare raccolta e custodia della storia aziendale, che può essere garantita solo da un archivio aziendale. Se dovessi consigliare da quale investimento partire per valorizzare il proprio heritage, dunque, direi certamente un buon archivio storico.

Dopo questo premio ci saranno nuove edizioni? Come pensate di strutturarle? Ci sono cambiamenti che vorreste apportare in futuro al format?
I Corporate Heritage Awards sono un appuntamento annuale, dunque lavoreremo per l’edizione prossima appena si concluderà quella di quest’anno. Il nostro obiettivo è quello di allargare sempre più il bacino di imprese che partecipano al premio; già quest’anno abbiamo superato i numeri della scorsa edizione e per noi è stata una grande soddisfazione. Ogni edizione futura avrà come focus l’heritage marketing, ma con un taglio del dibattito sempre diverso. Inoltre, per le prossime edizioni vorremmo valorizzare al meglio le piccole e medie imprese: già quest’anno, come anticipato, abbiamo previsto una menzione speciale per le piccole imprese, ma per l’anno prossimo vorremmo dedicare loro maggior spazio.