Giudice di Pace, sciopero e denuncia: Una vergogna di Stato la morte della collega campana

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Comincia oggi la terza settimana dello sciopero infinito dei giudici di pace, che si protrarrà sino al 4 febbraio. Ed a partire dal 29 gennaio incroceranno le braccia anche i magistrati onorari dei Tribunali e delle Procure della Repubblica. Già sono stati rinviati 400.000 processi e si prevede che lo sciopero dell’intera magistratura di pace ed onoraria, oberata del 60% dei carichi di lavoro degli uffici giudiziari di primo grado, determinerà la sospensione di circa un milione e mezzo di processi. Ieri è scomparsa una collega campana, che, seppur gravemente malata, ha continuato sino alla fine ad adempiere ai suoi doveri, senza diritto ad aspettativa e congedi retribuiti, abbandonata da quello Stato che lei ha sempre servito con abnegazione. Se la collega avesse lavorato in simili condizioni alle dipendenze di un privato, la Procura avrebbe già aperto un procedimento per omicidio colposo. Nel porgere le più sentite condoglianze alla famiglia della collega, non possiamo esimerci dal denunciare, per l’ennesima volta, la nostra indecorosa condizione lavorativa, inaccettabile in qualsiasi Paese civile: magistrati senza diritti, ai quali uno Stato “caporale” nega la stessa dignità di esseri umani. La recente sentenza della Cassazione che ha disconosciuto il diritto al risarcimento del danno ad un collega che aveva contratto la tubercolosi in un centro di detenzione ove si recava nell’adempimento dei suoi doveri non fa che accentuare la nostra rabbia ed amarezza. E in attesa dell’ormai imminente pronuncia della Corte di Giustizia Europea, stiamo per avviare una nuova procedura di reclamo dinanzi al Comitato Europeo dei Diritti Sociali, ossia l’organismo europeo preposto all’osservanza della Carta Sociale Europea, in quanto il ministro Orlando ha violato la decisione del CEDS del 5 luglio 2016, omettendo di adottare adeguate misure di protezione sociale a favore dei giudici di pace e dei magistrati onorari.