I mille volti della “Milf” Maria Bolignano tra tele, fiction e teatro

Maria Bolignano è stata tra gli special guest di “Spring is Woman”, la kermesse svoltasi giorni fa in Villa Diamante a Napoli a sostegno di “Save the Children”.  

 

Signora Bolignano, lei è reduce dal successo teatrale con  la commedia “Tutti per Uno, Uno per Titty”.

Sì, l’idea è partita da Alessandro Siani che l’estate scorsa mi chiamò al telefono dicendomi “Maria vorrei vederti esibire  in teatro in tutti i tuoi personaggi! L’anno prima  avevo fatto lo spettacolo “Caburlesc” un mixage tra cabaret e burlesque scritto da me con inserti di Paolo Caiazzo che aveva riscosso molto successo. Partendo da questo input ho stilato il testo  di questa commedia con il sostegno di Alessandro Siani sempre molto disponibile e generoso con tutti noi artisti ed ho deciso di mettere in scena  questa primo lavoro in un certo qual modo “romantico”

 

Ci racconti la trama.

La vicenda verte su una donna matura di 45 anni da me impersonata  che dopo numerosi fallimenti nella vita privata, decide, per non sbagliare di nuovo, di studiare quali sono i gusti dell’uomo che intende conquistare, nella fattispecie il suo vicino di casa alias Maurizio Aiello. Da quel momento si cimenterà in  una serie di interpretazioni di donne diverse per centrare “il colpo”, ma alla fine incapperà in un  ennesimo errore con tante gags che susciteranno risate ed ilarità tra il pubblico.

 

Lei è anche  una delle più amate protagoniste di “Made in Sud”.

Sì, interpreto la Milf, un acronimo  inglese anche un po’ volgare che deriva dall’espressione  “Mother I’d like fucking”. Questo termine è stato coniato dai giovani per indicare donne mature tra i 45 ed i 55 anni che girano nei locali notturni per adescare ragazzi. Si tratta  di signore che utilizzando un’espressione tipica napoletana, “hanno fatto prima la vecchiaia e poi vogliono fare la gioventù”, ovvero di donne  che hanno bruciato le tappe non godendosi la gioventù, sposandosi  e partorendo figli molto presto, in età precoce.

 

Una mentalità tipica di una vasta fetta del popolo napoletano?

Esatto, per le ragazze che appartengono ad un determinato ceto sociale, sposarsi e fare figli è una meta superambita, uno status da conseguire prima possibile, salvo poi a pentirsi per tutta la vita non appena  prendono  coscienza che è trascorso il periodo più spensierato della loro esistenza soffocate da problematiche più grandi di loro.

 

Ci parli della Milf.

Il personaggio nasce come ho detto prima con un’immagine negativa, ma io sono riuscita a individuare in lei ed a mettere in luce  anche il lato un po’ tenero, fragile della sua personalità, evidenziando una certa insofferenza alla vita. Non a caso ho scelto  come sua partner virtuale telefonica una figlia e non un figlio, partendo dal presupposto del rapporto fisiologicamente competitivo che c’è tra madre e figlia; spesso nella realtà mi sono trovata ad avere di fronte madri e figlie con ruoli capovolti: la madre era la figlia e viceversa, ovvero ho conosciuto tante ragazze preoccupate della vita dissoluta delle loro mamme, che si ritirano a casa a notte inoltrata e sono poco attente  a loro stesse. Io ironizzo molto su questa figura , dipingendola anche come una sentimentalona, che sogna il suo Principe Azzurro, che è alla costante ricerca di uomini giovani non come passatempo ma al fine di instaurare un vero e proprio fidanzamento, spesso avvolta da una insana gelosia nei confronti della compagna del suo ex marito ovviamente di gran lunga più giovane di lei.

 

Com’è nato questo personaggio?

È stata una scelta un po’ guidata perchè Nando Mormone, produttore di Made in Sud , dopo una serie di confronti costruttivi con lui . La Milf è stata creata nel laboratorio  comico  che facciamo al Tam, dove sperimentiamo dal vivo  nuovi personaggi, quando siamo pronti li portiamo a Made in Sud.

 

L’inizio della sua carriera artistica?

È avvenuta per puro caso; ero studentessa della Facoltà di Scienze Politiche all’Istituto Universitario “Orientale” di Napoli dove poi mi sono laureata  e tra un corso ed un altro frequentavo l’Accademia di Teatro del compianto Armando Marra. Successivamente ho fatto teatro impegnato quello “con la mano in fronte” fino a che non è arrivata l’esperienza a “Telegaribaldi”  nel ruolo di “Karina l’ucraina” , in un periodo storico in cui c’era l’invasione in Italia delle colf provenienti dai Paesi dell’ Est. Dopo qualche tempo Ettore Massa e Paolo Caiazza mi informarono che  c’era un locale di cabaret a vico Lazzi nei pressi di Santa Chiara , molto piccolo di nome “Tunnel”. Ci andai e dopo la prima risata me ne innamorai e non lo lasciai più l’ambiente.

 

La Fiction?

Tante belle esperienze tra cui “Un ciclone in famiglia” con Boldi e “Baciati dall’amore”  con Lello Arena e Giampaolo Morelli.

 

Il cinema?

Sono specializzata nei “cammei”, come quelli interpretati in alcuni film quali “Si accettano miracoli” e  “Ma che bella sorpresa” di paolo Genovesi, in cui facevo la parte della sorella di Valentina Lodovini e poi l’ultimo film “Vita, Cuore , Battito”con gli “Arteteca”. Mi auguro di avere più spazio.

 

Nel suo futuro?

Il mio più grande desiderio  è continuare a calcare il palcoscenico anche se andare a teatro appare una forma  di svago  ormai  datata. A me invece sembra il contrario: il teatro avrà lo stesso destino della radio; quando fu inventata la TV, la radio venne data per spacciata, lo stesso è accaduto per il teatro con l’aggiunta anche della diffusione del fenomeno” Internet”. Io penso  che fatto nella maniera giusta, utilizzando un linguaggio  moderno, il teatro ha una grande forza , trasmette un’energia , un’emozione al pubblico che nessun altro strumento, cinema, web o tv è in gradio di trasfondere; pertanto con estrema convinzione mi sento di affermare che il teatro è immortale.