La Chiesa contro i peccati sul web

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Con la diffusione sempre più pervasiva di internet e dei social network si allunga anche la lista dei peccati considerati tali dalla Chiesa cattolica, veri e propri “peccati informatici”: tra questi, l’uso ingannevole delle chat, il cyberstalking, la creazione di ‘fake’ negli account o nelle mail, gli hackeraggi contro privacy sicurezza, la pirateria, e naturalmente anche la frequentazione dei siti porno.

    Se ne occuperà in maniera approfondita un corso di aggiornamento sul peccato e la misericordia ai tempi di papa Francesco che si svolgerà dal 3 al 4 febbraio presso il santuario di San Gabriele (Teramo), cui parteciperanno una cinquantina di confessori, sia religiosi che sacerdoti diocesani, provenienti da varie parti d’Italia.

    Al centro delle giornate di formazione vi saranno i peccati considerati da sempre gravi per la morale cristiana, i nuovi peccati sociali (tra i principali ci sono criminalità, corruzione, manipolazioni genetiche, esperimenti sulla persona, inquinamento ambientale, frode fiscale, sperequazioni sociali, ricchezza eccessiva), ma anche i nuovi “peccati informatici” nell’epoca dei social media. Insomma, la lista si allunga sempre di più. Ad esempio, cosa deve fare chi ha inquinato o ha frodato il fisco? E i peccatori informatici potranno ottenere l’indulgenza giubilare? Tutti temi affrontati nel corso, che sarà guidato da don Mauro Cozzoli, docente di Teologia Morale presso la Pontificia Università Lateranense di Roma, la cosiddetta “Università del Papa”.

    Il presupposto è che anche chi naviga in internet o invia email può commettere dei peccati. Si tratta appunto dei cosiddetti nuovi “peccati informatici”. “L’elenco dei nuovi peccati – spiegano i promotori del corso – comprende gli abusi di chi usa le chat-line in maniera ingannevole, di chi approfitta di Facebook, Twitter, dei vari blog o di Youtube per commettere veri e propri reati di diffamazione o di cyberstalking. C’è anche il caso di chi crea account sotto falso nome o di chi invia fake mail (email anonime o con indirizzo falsificato) anche per avere un vantaggio economico (truffe bancarie via internet) e di chi naviga nei siti pornografici”.

    Ma tra i nuovi peccati sono da annoverare anche “i numerosi casi di pirateria informatica (come chi usa programmi senza licenza, o scarica illegalmente musica e filmati tramite internet) e anche gli hacker che violano la privacy e la sicurezza di un sistema informatico”.
    Durante il convegno, che ha per tema “Il ministero della misericordia nel sacramento della penitenza”, si dibatterà anche di perdono e indulgenza, di senso del peccato e del sacramento della penitenza. In particolare al centro del corso sarà la tematica della misericordia, di attualità soprattutto in questo Anno santo straordinario della misericordia voluto da papa Francesco. Parteciperanno al corso anche alcuni “missionari della misericordia” che il Pontefice invierà in tutto il mondo il prossimo 10 febbraio con la facoltà di assolvere dai peccati riservati alla Sede Apostolica.

    Tra i partecipanti ci saranno molti sacerdoti passionisti che prestano servizio nel santuario di San Gabriele, uno dei quindici santuari più frequentati al mondo e uno dei principali luoghi di “riconciliazione” in Europa. In effetti il santuario non ha risentito della crisi delle confessioni negli ultimi anni, anzi nelle domeniche più affollate non bastano 30 confessori per soddisfare la richiesta dei pellegrini. Non per nulla fiore all’occhiello del nuovo santuario è la grande cappella della Riconciliazione (con i suoi trenta moderni confessionali) inaugurata il 30 giugno 1985 da Giovanni Paolo II.
   

Con la diffusione sempre più pervasiva di internet e dei social network si allunga anche la lista dei peccati considerati tali dalla Chiesa cattolica, veri e propri “peccati informatici”: tra questi, l’uso ingannevole delle chat, il cyberstalking, la creazione di ‘fake’ negli account o nelle mail, gli hackeraggi contro privacy sicurezza, la pirateria, e naturalmente anche la frequentazione dei siti porno.

    Se ne occuperà in maniera approfondita un corso di aggiornamento sul peccato e la misericordia ai tempi di papa Francesco che si svolgerà dal 3 al 4 febbraio presso il santuario di San Gabriele (Teramo), cui parteciperanno una cinquantina di confessori, sia religiosi che sacerdoti diocesani, provenienti da varie parti d’Italia.

    Al centro delle giornate di formazione vi saranno i peccati considerati da sempre gravi per la morale cristiana, i nuovi peccati sociali (tra i principali ci sono criminalità, corruzione, manipolazioni genetiche, esperimenti sulla persona, inquinamento ambientale, frode fiscale, sperequazioni sociali, ricchezza eccessiva), ma anche i nuovi “peccati informatici” nell’epoca dei social media. Insomma, la lista si allunga sempre di più. Ad esempio, cosa deve fare chi ha inquinato o ha frodato il fisco? E i peccatori informatici potranno ottenere l’indulgenza giubilare? Tutti temi affrontati nel corso, che sarà guidato da don Mauro Cozzoli, docente di Teologia Morale presso la Pontificia Università Lateranense di Roma, la cosiddetta “Università del Papa”.

    Il presupposto è che anche chi naviga in internet o invia email può commettere dei peccati. Si tratta appunto dei cosiddetti nuovi “peccati informatici”. “L’elenco dei nuovi peccati – spiegano i promotori del corso – comprende gli abusi di chi usa le chat-line in maniera ingannevole, di chi approfitta di Facebook, Twitter, dei vari blog o di Youtube per commettere veri e propri reati di diffamazione o di cyberstalking. C’è anche il caso di chi crea account sotto falso nome o di chi invia fake mail (email anonime o con indirizzo falsificato) anche per avere un vantaggio economico (truffe bancarie via internet) e di chi naviga nei siti pornografici”.

    Ma tra i nuovi peccati sono da annoverare anche “i numerosi casi di pirateria informatica (come chi usa programmi senza licenza, o scarica illegalmente musica e filmati tramite internet) e anche gli hacker che violano la privacy e la sicurezza di un sistema informatico”.
    Durante il convegno, che ha per tema “Il ministero della misericordia nel sacramento della penitenza”, si dibatterà anche di perdono e indulgenza, di senso del peccato e del sacramento della penitenza. In particolare al centro del corso sarà la tematica della misericordia, di attualità soprattutto in questo Anno santo straordinario della misericordia voluto da papa Francesco. Parteciperanno al corso anche alcuni “missionari della misericordia” che il Pontefice invierà in tutto il mondo il prossimo 10 febbraio con la facoltà di assolvere dai peccati riservati alla Sede Apostolica.

    Tra i partecipanti ci saranno molti sacerdoti passionisti che prestano servizio nel santuario di San Gabriele, uno dei quindici santuari più frequentati al mondo e uno dei principali luoghi di “riconciliazione” in Europa. In effetti il santuario non ha risentito della crisi delle confessioni negli ultimi anni, anzi nelle domeniche più affollate non bastano 30 confessori per soddisfare la richiesta dei pellegrini. Non per nulla fiore all’occhiello del nuovo santuario è la grande cappella della Riconciliazione (con i suoi trenta moderni confessionali) inaugurata il 30 giugno 1985 da Giovanni Paolo II.