Lagarde gela il G7: Grexit è una possibilità

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A cura di Antonio Arricale

Per il Fondo monetario internazionale l’ipotesi di un’uscita della Grecia dall’euro non è più un tabù. Anzi, l’Europa deve agire “subito” per evitare il peggio. E’ Christine Lagarde, numero uno del FMI, a lanciare dal G7 un ultimatum-shock sul negoziato: “Non siamo degli ingenui”, dice a proposito dei rischi del Grexit, “è un rischio che spero l’Europa non debba mai affrontare” ma “è una possibilità”. Parole forti, che pesano come un macigno, al punto da costringere Alexis Tsipras, Angela Merkel e Francois Hollande a fare il punto in una conference call di un’ora. E assieme al pressing degli Usa, agli avvertimenti della Bce e alle avvisaglie di rottura a Bruxelles che fanno da sfondo al vertice del ministri finanziari del G7, inevitabilmente l’agenda dedicata ai grandi scenari globali – all’interno dei quali la Grecia avrebbe meritato magari la stessa attenzione riservata all’Ucraina – viene sconvolta. Insomma, mentre Jack Lew, il segretario del Tesoro Usa, chiede un compromesso all’Europa e il presidente italiano Sergio Mattarella da Londra si dice “fiducioso”, Lagarde evoca per la prima volta il “Grexit”. Tira una stoccata ad Atene (improbabile l’accordo nei prossimi giorni, la scorsa settimana ci siamo “disillusi”) e anche una all’Europa dei creditori (“diano un po’ d’ossigeno” alla Grecia: “se vogliono evitare il default devono agire”. Quasi una rottura da parte di uno dei tre pilastri della troika, nel giorno in cui anche la Bce avverte dei rischi di contagio, con rialzo sui rendimenti dei partner dell’Eurozona, senza un’intesa rapida. Solo pochi minuti prima, sempre a Dresda, il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici aveva detto “abbiamo fatto tre quarti del cammino” verso l’intesa, salvo rimangiarsi la frase dicendo “un accordo è possibile”. In realtà – secondo gli osservatori più attenti – il Fmi ha scelto bene tempi e modi per una presa di posizione-shock che serve a dare un ultimatum credibile: è disponibile a consolidare i rimborsi attesi da Atene al 19 ma inflessibile sul pagamento, ma soprattutto vuole l’accordo “subito”: non c’è più tempo. E vuole un piano completo e coerente, che dia sostenibilità di lungo termine al debito greco. In questo clima, le borse stanno a guardare, tornando in negativo con gli spread nuovamente in salita (l’Italia a 134).

Borse asiatiche

Chiusura di settimana per lo più positiva sui principali mercati azionari asiatici. Il Nikkei ha chiuso le contrattazioni con un risicato +0,06% a 20563 punti, cedendo terreno nel finale in una giornata caratterizzata da molti dati macro apparsi in chiaroscuro. Legge ro rialzo anche a Seoul (+0,19%) mentre Hong Kong fa registrare una crescita leggermente più ampia (+0,45%) e Shanghai cerca di reagire al ribasso di ieri guadagnando mezzo punto percentuale circa. Vediamo dunque nel dettaglio i dati comunicati questa mattina. La produzione industriale del Sol Levante è tornata a crescere dopo due mesi di declino, segnando un progresso dell’1,0% in aprile su base mensile dopo il calo dello 0,8% in marzo, in linea con le attese degli economisti. Secondo i dati diffusi dal ministero nipponico di Economia, Commercio e industria, su base annuale la lettura preliminare indica una flessione dello 0,1% dopo il calo del 1,7% del dato finale di marzo e anche in questo caso in linea con il consensus. Secondo i dati diffusi dal ministero nipponico di Affari Interni e Comunicazione, l’inflazione su base annua è cresciuta in aprile dello 0,6% segnando un significativo rallentamento rispe tto al 2,3% di marzo (+2,2% in febbraio e +2,4% in novembre, dicembre e gennaio) ma in linea con le attese degli economisti. Il dato core, escludendo gli alimenti freschi, segna un progresso dello 0,3% contro il 2,2% di marzo (+2,0% in febbraio) e l’incremento dello 0,2% del consensus. Su base mensile l’inflazione è cresciuta dello 0,1% dopo lo 0,4% di marzo e dello 0,1% anche quella core dopo lo 0,2% di marzo. In aprile il tasso di disoccupazione è calato al 3,3% (dato più basso degli ultimi 18 anni) dal 3,4% di marzo, valore corrispondente anche alle attese degli economisti (il dato si era attestato al 3,5% in febbraio e al 3,6% in gennaio). Nello stesso mese la spesa delle famiglie è scesa su base annua dell’1,3% dopo il crollo del 10,6% segnato in marzo (-2,9% e -5,1% rispettivamente in febbraio e gennaio) e a fronte di attese degli analisti per un progresso del 3,1%. Si tratta del 13esimo mese consecutivo di flessione. Su base mensile il dato segna un crollo del 5,5% dopo l’incremento del 2,4% di marzo (+0,8% in febbraio) e contro lo 0,5% di declino previsto dal consensus. Continua per il decimo mese consecutivo anche il declino della produzione di automobili. In aprile, infatti, secondo quanto comunicato dalla Japan Automobile Manufacturers Association, il dato segna un calo del 7,5% su base annua a 713.155 veicoli dopo la flessione del 6,5% di marzo (-5,3% in febbraio). Nel mese l’export è cresciuto dell’1,1% su base annua (terzo mese consecutivo di progresso), mentre la domanda domestica è crollata del 7,5%. I nuovi cantieri edili residenziali hanno segnato un progresso dello 0,4% dopo l’incremento dello 0,7% di marzo (che aveva messo fine a una striscia di 12 mesi consecutivi in segno meno). Il dato si confronta con il declino del 3,1% registrato in febbraio (e il crollo del 13% di gennaio) ed è superiore allo 0,2% di crescita previsto dal consensus. Brusca frenata invece per l’edilizia. Lo scorso mese, infatti, gli ordinativi di nuove costruzioni da parte dei 50 maggiori operatori del settore sono crollati del 12,1% su base annua dopo il progresso dell’8,2% registrato in marzo (e quello dell’1% di febbraio).

Borsa Usa

A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in leggero ribasso. Il Dow Jones ha perso lo 0,2%, l’S&P 500 lo 0,13% e il Nasdaq Composite lo 0,17%. A pesare è stato il forte calo del mercato azionario cinese (Shanghaï ha perso oltre sei punti percentuali) e la situazione delicata in Grecia dove un accordo sul debito appare ancora lontano. Contrastati gli indicatori macroeconomici pubblicati in giornata. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 22 maggio si sono attestate a 282 mila unità, superiori al dato rilevato la settimana precedente (275 mila unità) e alle attese degli analisti pari a 270 mila. Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,222 milioni, sup eriore ai 2,208 milioni attesi. L’indice Pending Home Sales (vendite di case con contratti ancora in corso) ha evidenziato un incremento del 3,4 m/m ad aprile, superiore alle attese (pari al +0,9%), al di sopra del +1,2% m/m registrato nel mese precedente. L’indice è salito a 112,4 punti dai 108,7 di marzo. Sul fronte societario Broadcom -1,58%. Il produttore di semiconduttori Avago Technologies (+0,63%) ha annunciato l’acquisto della rivale per 37 miliardi di dollari in contanti e in azioni. Abercrombie & Fitch +13,69%. Le vendite a parità di negozi del gruppo di abbigliamento nel primo trimestre sono diminuite dell’8% contro il -8,9% atteso dagli analisti. Semtech -12,81%. Il produttore di chip ha fornito un outlook per il trimestre in corso deludente. L’utile per azione adjusted è atteso tra 21 e 26 centesimi su ricavi compresi tra 120 e 130 milioni. Gli analisti avevano indicato un Eps di 0,37 dollari su ricavi per 142 milioni. Costco -0,8%. La catena di grandi magazzini ha chiuso lo scorso trimestre con un utile superiore alle attese ma i ricavi sono aumentati meno del previsto. Transocean -1,55%. L’operatore di piattaforme petrolifere ha annunciato le dimissioni con effetto immediato del chief financial officer Esa Ikaheimonen. Al suo posto è stato nominato Mark Mey, ex vicepresidente esecutivo e chief financial officer di Atwood Oceanics.

Europa

Le principali Borse europee hanno aperto l’ultima seduta della settimana in ribasso. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,2%, il Cac40 di Parigi lo 0,3%, l’Ibex35 di Madrid lo 0,5%. Poco mosso il Ftse100 di Londra. Il numero uno del Fondo monetario internazionale (Fmi), Christine Lagarde, ha detto che l’uscita della Grecia dall’Euro è una possibilità. In Germania, l’Ufficio federale di statistica (Destatis) ha reso noto che nel mese di aprile le Vendite al Dettaglio sono cresciute dell’1,7% su base mensile. Le attese erano fissate su un incremento dello 0,8%. Rivisto al rialzo il dato di marzo da -2,3% a -1,4% m/m. Su base annuale l’indice e’ cresciuto dell’1% (consensus pari a +2,5). In Francia le spese per consumi sono aumentate nel mese di aprile dello 0,1% ri spetto a marzo. Il dato è leggermente inferiore alle attese degli economisti (consensus +0,2%). In Spagna l’istituto di statistica INE ha annunciato che la stima preliminare dell’inflazione (indice dei prezzi al consumo armonizzato HICP) ha mostrato nel mese di maggio una variazione negativa dello 0,2% in lieve miglioramento rispetto alla rilevazione precedente pari al -0,6%.

Italia

Il Ftse Mib segna -0,26%, il Ftse Italia All-Share -0,23%, il Ftse Italia Mid Cap -0,24%, il Ftse Italia Star -0,37%. Piazza Affari ieri ha chiuso in deciso rialzo dopo il rally del giorno prima con l’entusiasmo degli investitori sulla Grecia che si è rafforzato. Il governo ellenico ha ribadito che vuole chiudere un accordo entro domenica con i creditori internazionali, mentre la Commissione europea ha fatto sapere che le negoziazioni hanno fatto progressi ma c’è ancora molto lavoro da fare. Il Tesoro ha collocato Btp a 5 e 10 anni con tassi in salita rispettivamente allo 0,85% e all’1,83%. Da segnalare anche il crollo della Borsa di Shanghai che ha mostrato un tonfo del 6,5%. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dello 0,49% a 23.744 punti. In rosso i titoli del comparto bancario: Montepaschi ha ceduto l’1,29% a 1,828 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 2,02% a 7,76 euro, Popolare di Milano lo 0,63% a 0,941 euro, Intesa SanPaolo lo 0,47% a 3,352 euro, Ubi Banca l’1,43% a 7,545 euro, Unicredit l’1% a 6,41 euro. Vendite anche sui titoli legato al petrolio, con il Wti in discesa sotto quota 57 dollari al barile: Eni ha mostrato un ribasso dello 0,65% a 16,57 euro, mentre Saipem è arretrata del 3% a 11,63 euro. Quest’ultima ha risentito anche del debole outlook della rivale norvegese Seadrill secondo cui, al momento, è difficile fare previsioni per il 2015 e il 2016. STM (+3,30% a 7,825 euro) maglia rosa in scia alla fusione tra Avago e Broadcom. Ancora ben comprata Finmeccanica (+2,09% a 12,20 euro), mentre Telecom Italia (+0,53% a 1,138 euro) ha seguito i rumors secondo cui Hutchison Whampoa e VimpelCom, che sono in trattative per una fusione delle loro divisioni mobile italiane (rispettivamente 3 Italia e Wind), avrebbero intenzione di quotare in Borsa la società nascente dall’integrazione. Sotto i riflettori FCA (-0,13% a 14,67 euro) con Sergio Marchionne che ha dichiarato che entro il 2018 ci sarà un altro grande accordo di fusione tra le big dell’auto mondiale.


I dati macro attesi oggi

Venerdì 29 maggio 2015

01:30 GIA Consumi privati apr;

01:30 GIA Inflazione apr;

01:30 GIA Tasso disoccupazione apr;

01:50 GIA Produzione industriale (prelim.) apr;

08:00 GER Vendite al dettaglio apr;

08:45 FRA Consumi privati apr;

09:00 SPA Inflazione (prelim.) mag;

10:00 EUR M3 dest. apr;

10:00 ITA PIL (finale) T1;

11:00 ITA Inflazione (prelim.) mag;

12:00 ITA Indice prezzi alla produzione apr;

14:30 USA PIL (2a stima) T1;

15:45 USA Indice PMI Chicago mag;

16:00 USA Indice fiducia consumatori (Univ. Michigan) (finale) mag