L’ex ambasciatore Perrone in Iran come rappresentante diplomatico dell’Italia

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In foto Giuseppe Perrone

L’ex ambasciatore in Libia, Giuseppe Perrone, è da circa tre mesi il rappresentante diplomatico dell’Italia a Teheran. Egli deve sostenere un ruolo delicato, in un momento in cui Usa e Europa non si capiscono molto sul ruolo della pericolosità della ricerca iraniana legata al suo armamento nucleare. In realtà anche gli Usa non ci capiscono nulla da tempo e il motivo sta nel divieto dato da Teheran ad una lunga permanenza ispettiva, necessaria per i lunghi tempi del decadimento isotopico dell’uranio radioattivo che nasconderebbe la costruzione, alla fine, di ordigni nucleari . Perrone ha iniziato la sua carriera diplomatica nel 1990: si è occupato delle relazioni politiche con i paesi del Medio Oriente, prima di passare alla Presidenza della Repubblica nell’Ufficio del Consigliere Diplomatico durante il mandato del Presidente Ciampi. Nel 2006 ha guidato l’Ufficio politico dell’Ambasciata d’Italia a Washington, negli Stati Uniti, continuando a seguire i prioritari dossier del Nord Africa e del Medio Oriente fino al 2011, quando è stato nominato Console Generale d’Italia a Los Angeles.
Dal 10 gennaio 2017 ha ricoperto il ruolo di ambasciatore d’Italia a Tripoli, riattivando l’ambasciata le cui attività erano state sospese nel febbraio 2015 a seguito del peggioramento della situazione nel paese africano. L’esperienza in Libia dell’Ambasciatore Giuseppe Perrone non è stata semplice a causa delle tensioni registratesi nel paese nordafricano negli ultimi anni.
Ad agosto del 2018 era arrivata la notizia che il maresciallo libico Khalifa Haftar, il comandante delle forze armate nonché uomo forte della Cirenaica, aveva dichiarato Giuseppe Perrone persona “non più gradita
per la maggioranza del libici”.A scatenare le polemiche sarebbero state alcune dichiarazioni rilasciate da diplomatico italiano in una trasmissione televisiva: secondo Perrone la Libia non era ancora pronta per le elezioni. Il commento non era piaciuto ad Haftar: “Le dichiarazioni dell’ambasciatore italiano vanno contro la sovranità libica e il principio di titolarità nazionale del processo politico”. “Le sue osservazioni sono una chiara provocazione per il popolo libico e una palese interferenza nei suoi affari interni, e i libici hanno dimostrato la loro contrarietà a queste affermazioni in varie piazze”, aveva dichiarato il maresciallo nel corso di un’intervista.In seguito il posto di ambasciatore italiano in Libia è stato affidato a Giuseppe Buccino.