Lo yen vola e Tokyo affonda sulle decisioni di Fed e BoJ (Nikkei 225 -3,05%)

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Il punto. Avvio di seduta in rosso per l’azionario italiano ed europeo dopo la decisione della Fed di mantenere invariati allo 0,5% i tassi e di ridurre le stime sulla crescita Usa. La Banca centrale del Giappone ha confermato tassi a -0,1% e il rischio di deflazione nel breve periodo.

A Piazza Affari, l’indice Ftse Mib cede l’1,19% e l’indice Ftse Italia All Share perde l’1,14 per cento. In calo anche il Ftse Italia Star (-0,71%) mentre il Ftse Italia Mid Cap perde lo 0,77 per cento.

Negativi anche gli altri indici azionari europei: il Dax tedesco cede lo 0,95%. In rosso anche il Cac 40 di Parigi (-0,61%), Londra (FTSE 100) -0,57% e Madrid (IBEX 35) -1,15%.

Volatilità sul cambio euro dollaro in avvio di seduta: dopo un allungo a quota 1,294 dettato dalla decisione della Fed di mantenere invariati i tassi d’interesse e di ridurre le previsioni per la crescita Usa, in queste ore l’EUR/USD si riporta a 1,1266 con un rialzo compresso allo 0,06%. Volatilità anche sull’obbligazionario.

Il rendimento del Bund decennale cede 1 bp portandosi a -0,02%, quello del BTP segna un rialzo di 5 punti base all’1,53%. Lo spread si allarga a 155 bp.

In rosso nuovamente il comparto bancario con il Ftse Italia Banche in calo dell’1,97.

Analisi. È stata una notte impegnativa per i banchieri centrali di tutto il mondo, anche se l’esito delle riunioni della BoJ e del FOMC erano già state scontate, quasi del tutto. Il biglietto verde, infatti, non si è mosso molto dopo il comunicato e la conferenza stampa del FOMC, invece lo yen giapponese si è apprezzato bruscamente contro tutte le divise. 
Negli USA, i membri della Fed hanno rivisto al ribasso le loro proiezioni sui tassi sui fondi federali e continuano a prevedere due rialzi del tasso nell’anno in corso, anche se un numero crescente di membri ora ne prevede soltanto uno per il 2016. 
Durante la conferenza stampa seguita alla riunione, la presidente della Fed Janet Yellen ha dato rilievo ai deboli dati sul lavoro di maggio, fatto accenno al rischio di Brexit e ripetuto che sono necessari altri segnali positivi prima di alzare i tassi. 
Nel complesso, l’esito della riunione è stato più accomodante, il che fa dubitare gli analisti che la Fed riuscirà a intervenire prima della fine dell’anno. 
Dopo la conferenza stampa il biglietto verde è sceso leggermente, l’EUR/USD ha toccato quota 1,1298 per poi stabilizzarsi intorno a 1,1275. 
Sulla stessa lunghezza d’onda la Banca del Giappone (BoJ) che – come da previsioni – ha lasciato invariata la sua politica monetaria, mantenendo però in questo caso una visione ottimista sull’economia. Il mancato intervento della BoJ ha provocato un’impennata dello yen giapponese contro tutte le valute (+2,70% contro l’AUD, 2,45% contro la GBP, 2,38% contro il CAD e 2,07% contro l’USD) e vendite sull’azionario giapponese, con il Nikkei e il Topix in calo rispettivamente del 3,05% e del 2,78%. Ma la BoJ potrebbe dare corso, magari anche in tempi brevi, ad una nuova tornata di stimoli, dal momento che il rafforzamento dello yen mette a repentaglio le prospettive, già deboli, per l’economia. Intanto la coppia USD/JPY è scesa fino a 1,0361, livello minimo dall’agosto del 2014.
Sul fronte delle materie prime, intanto, l’indebolimento del dollaro ha il suo inevitabile impatto. Il petrolio è in declino di circa l’1% (sesta seduta consecutiva di deprezzamento), mentre riprende fiato l’oro che sale ai massimi di oltre un mese. I mercati della Cina continentale restano sostanzialmente fuori dalla bagarre.

Mercati asiatici
A fine seduta l’indice delle blue chip nipponiche lascia sul terreno il 3,05% (performance leggermente migliore per l’indice più ampio Topix, deprezzatosi comunque del 2,78%). La tendenza si è diffusa nella regione, anche se solo Hong Kong, spesso allineata a Tokyo, ha segnato un vero e proprio crollo: l’Hang Seng è infatti in declino di circa il 2% (leggermente peggiore la performance dell’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China).
In vista della chiusura Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 sono in declino di circa lo 0,30% e lo 0,50% rispettivamente. In positivo invece lo Shenzhen Composite, che guadagna marginalmente dopo il rally del 3,12% della seduta di mercoledì.
A Sydney l’S&P/ASX 200 scambia per gran parte della seduta intorno alla parità, dopo avere perso lo 0,94% mercoledì (nella peggiore performance tra i principali indici della regione), per poi chiudere la sessione invariato. Netto declino, invece, per Seoul: il Kospi segna infatti una flessione dello 0,86% al termine degli scambi.

I dati macro attesi oggi
Giovedì 16 Giugno 2016

10:00 EUR Bollettino Economico BCE;

10:30 GB Vendite al dettaglio mag;

11:00 EUR Inflazione finale mag;

13:00 GB riunione BoE;

14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;

14:30 USA Bilancia partite correnti trim1;

14:30 USA Inflazione mag;

14:30 USA Indice Philadelphia Fed giu;

15:00 EUR Riunione Eurogruppo;

16:00 USA Indice NAHB (mercato immobiliare residenziale) giu.