Mercati agroalimentari, i fondi Pnrr genereranno 7 mila posti di lavoro

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In foto uno scorcio del mercato di Fuorigrotta, a Napoli

I 150 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stanziati per i mercati agroalimentari italiani genereranno un giro d’affari ulteriore di 2,8 miliardi di euro annui e 7.000 posti di lavoro. E’ quanto indicano i dati dello studio “L’Italia alla prova del cambiamento: la risposta dei mercati agroalimentari all’ingrosso”, presentato oggi a Roma da Italmercati e The European House – Ambrosetti. Questi 150 milioni rappresentano però il 75% dell’ammontare necessario al comparto per esprimere a pieno il suo potenziale. La mancata erogazione dell’ulteriore 25% di fondi richiesti, impedisce, secondo lo studio, l’attivazione di ulteriori vantaggi socio economici per 500 milioni di valore aggiunto, 930 milioni di giro d’affari e altri 2.400 posti di lavoro. Questa è “una penalizzazione in un momento di rilancio così significativo per un settore strategico del Made in Italy”. Italmercati, spiega il presidente Fabio Massimo Pallottini, “guarda con interesse ai finanziamenti legati al Piano Strategico Nazionale italiano della nuova PAC, auspichiamo di poter accedere ai fondi destinati al settore primario”. Inoltre, aggiunge Pallottini, “dato l’importante impatto ambientale legato alla logistica e distribuzione della filiera, è prioritario per il settore poter contare su nuovi fondi per la sostituzione del parco mezzi che commercializza i prodotti dai mercati agroalimentari ai mercati rionali, supermercati e ristoranti”. “Gli investimenti che sono stati previsti nel settore – ha detto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – sono molto importanti. Stiamo accelerando tutte le pratiche per metterli a disposizione dei mercati, che fanno la loro parte in termini economici di compartecipazione a questi investimenti di modernizzazione”. Dobbiamo sempre più “rafforzare un modello di coordinamento tra le varie realtà del settore che metta la logistica al centro di un consumo interno, ma anche di un export che deve essere sempre più potenziato”, ha aggiunto il ministro.