Napoli, al Mann la prima mostra italiana sulle pitture preistoriche di Lascaux

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Lascaux sotto il Vesuvio: arriva al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per la prima volta in Italia, l’esposizione internazionale ‘Lascaux 3.0’, che permette di scoprire la celebre Grotta risalente al Paleolitico superiore (tra i 20mila e i 17mila anni fa), Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco e dal 1963 interdetta al pubblico per preservarne la conservazione (in Francia è visitabile solo la fedele ricostruzione). L’exibit che fino al 31 maggio incanterà ragazzi, e non solo, si collega al restyling della collezione permanente del MANN ‘Preistoria e Protostorià (dal 28 febbraio) formata da circa 3mila reperti, dal Paleolitico inferiore all’Età del Ferro, alcuni provenienti dai depositi ed esposti per la prima volta. «Si dice preistoria e si pensa a Lascaux, un luogo mitico, che all’origine dell’arte come ci ricordò Georges Bataille. Chi non conosce quelle pitture rupestri chiamate appunto ‘la Cappella Sistina della Preistorià? – ricorda il direttore del MANN, Paolo Giulierini – siamo affascinati dai grandi animali, ancora esistenti o estinti, e dai segni misteriosi che li circondano tra natura e magia, da opere straordinariamente complesse di uomini del Paleolitico già tanto simili al noi». Aggiornata dopo gli ultimi studi e presentata in un adattamento site specific per il MANN, la mostra veicola oggi in tutto il mondo i principali ambienti della Grotta (scoperta casualmente a Montignac nel 1940 da un gruppo di ragazzi e dal loro cane Robot) insieme a calchi degli utensili dell’Uomo di Cro-Magnon (impressionante è la ricostruzione fisica del nostro antenato), ed agli apparati didattici. Emozionale, tecnologico e rigoroso: sono questi i caratteri del viaggio virtuale. Grazie alle suggestioni dell’allestimento, i visitatori non soltanto hanno la sensazione di passeggiare tra le straordinarie pitture rupestri del Paleolitico superiore, ma possono ampliare le proprie conoscenze sull’arte primitiva, incontrando visioni ormai iconiche, dal mitico ‘unicornò, alla ‘Vache noirè (Mucca Nera), autentici capolavori che gli artisti della Grotta creavano, secondo gli studiosi, appollaiati su un tronco d’albero. ‘Lascaux 3.0’ è un evento in collaborazione con Società pubblica Lascaux- L’Esposizione Internazionale, il Dipartimento di Dordogne- Périgord e la Regione della Nouvelle Aquitaine, con il patrocinio morale della Regione Campania e del Comune di Napoli e il contributo di UniCredit Interessante anche il racconto tecnologico della riproduzione del sito, dalla scansione al modello virtuale 3D della parete originale, fino alla replica ultrasottile (10 mm) del ‘velo di pietrà, all’incisione e la pittura.