Ospedali, oltre 100mila pazienti nel 2016 al Santobono: uno ogni 19 minuti

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L’inizio del nuovo anno conferma che il Santobono di Napoli è uno dei migliori ospedali nazionali oltre che campani per le cure pediatriche. Oltre 100.000 i bambini che ogni anno vengono affidati alle cure del nosocomio partenopeo che nel primo giorno del 2017 ha già registrato l’accesso al pronto soccorso pediatrico di 12 bambini. La prima di 15 mesi, dimessa dopo qualche ora di osservazione. A preoccupare i medici sono state, invece, le condizioni di due bimbi che hanno riportato danni alle mani a causa di botti inesplosi. In base ai dati dell’Agenzia nazionale per la Sanità, il Santobono è risultato, nel 2015, il pronto soccorso con più attività in Campania e settimo in Italia. Lo scorso anno, i pazienti trattati sono stati 100.989, uno ogni 19 minuti circa. Di tutti i casi trattati nel 2016, il 35% ha richiesto la consulenza chirurgica o ortopedica, il 65% consulenze medico internistiche. Il 66% dei casi sono stati codici verdi, il 26% codici bianchi, il 6% codici gialli e solo lo 0,9% codici rossi. “Quest’ospedale si è consolidato quale punto di riferimento per le famiglie dell’intera regione per la gestione dell’emergenza urgenza pediatrica – ha detto Anna Maria Minicucci, manager dell’AORN Santobono-Pausilipon – Per gestire bene questi numeri abbiamo lavorato molto sulla qualità, ottenendo risultati importanti. Il Santobono, infatti, è tra gli ospedali italiani che ricoverano meno i pazienti che accedono al Pronto Soccorso, solo l’8,7% contro il 13% della media italiana, presso cui si attende meno, nel 2015 il 98,8% dei pazienti arrivati in emergenza è stato trattato entro le 12 ore, e quello che, tra gli ospedali pediatrici, tratta la maggior percentuale di codici rosso: lo 0.9%”. Per il nuovo anno, stando a quanto riferito dal responsabile del pronto soccorso del Santobono, Vincenzo Tipo, non dovrebbero esserci epidemie particolari. “Il numero degli accessi del 2016 è lievemente inferiore a quelli dell’anno precedente – ha spiegato – ma il dato è correlabile anche all’assenza di due fenomeni epidemici che si verificarono nel 2015 quando registrammo un elevato numero di casi di bronchioliti virali a febbraio e una forte diffusione di gastroenteriti virali in estate. Sulla base della nostra esperienza e delle evidenze scientifiche, queste epidemie particolari hanno un andamento ciclico di circa 3 o 4 anni. È per questo che, a meno di anomalie, ci aspettiamo un 2017 in cui non dovremmo avere delle simili epidemie, fatta esclusione per quelle relative alle solite patologie stagionali”.