Povertà: Boeri, riordino anche su prestazioni esistenti

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La Banca d’Italia e l’Inps condividono la necessità di un riordino degli interventi in materia di contrasto alla povertà in modo da aver uno strumento universale ma l’Istituto di previdenza con il presidente, Tito Boeri, sottolinea la necessità di intervenire anche sulle prestazioni esistenti e non solo su quelle future come prevede il ddl per evitare che la transizione verso il nuovo sistema sia troppo lunga. Bankitalia sottolinea che il provvedimento all’esame della Camera rappresenta un ”passo importante nella giusta direzione” dato che il nostro Paese finora era privo di uno strumento universalistico, ma ricorda la necessità di controlli adeguati dato che il nuovo sistema comporterà lo stanziamento di ”risorse non trascurabili”.

La povertà assoluta nel nostro Paese durante la crisi è più che raddoppiata passando dal 3% al 7% della popolazione (circa 4 milioni di persone, un milione delle quali minori). E’ cambiata anche l’incidenza della povertà. Prima della crisi era maggiore tra le persone sole con più di 65 anni mentre ora è aumentata nelle altre tipologie, specialmente nelle famiglie con figli. E avere un lavoro, avverte Bankitalia ”non mette al riparo dal rischio di povertà”. I lavoratori a basso salario sono passati durante la crisi dal 24% al 28%. La Banca d’Italia ricorda che spendiamo per disoccupazione, famiglia, abitazione e bambini il 13% della spesa sociale (710 euro pro capite) contro il 20% della media dell’area euro (1.160 euro medi). ”L’Italia è uno dei pochissimi paesi europei – sottolinea Bankitalia – in cui manca una misura nazionale di sostegno per tutte le persone povere. I diversi strumenti di contrasto alla povertà operano privi di una logica unitaria, risultando caratterizzati da requisiti di accesso diversi”. Il ddl invece avrebbe un approccio ”organico”. Sarà però necessario – avverte – ”limitare i possibili incentivi a permanere indefinitamente nel programma”. Nell’audizione Boeri ha condiviso la necessità di uno strumento universale di contrasto alla povertà ma non la scelta di operare il riordino solo per i trattamenti futuri senza quindi agire sullo stock. ”Poichè i nuovi interventi verranno finanziati nell’ambito della capienza del nuovo Fondo che viene posto in essere – dice – il rischio di non riuscire a tutelare tutta la popolazione identificata come bisognosa d’aiuto è tutt’altro che scongiurato. Bisognerà a quel punto operare delle scelte alquanto discutibili fra poveri di serie A e di serie B”. Boeri comunque si è detto contrario a intervenire anche sulle pensioni di reversibilità come ipotizzato dal ddl perchè su queste c’è già stato negli anni scorsi un intervento importante in termini di riduzioni dell’importo nel caso di redditi del coniuge superstite superiori a tre volte il trattamento minimo.

La Banca d’Italia e l’Inps condividono la necessità di un riordino degli interventi in materia di contrasto alla povertà in modo da aver uno strumento universale ma l’Istituto di previdenza con il presidente, Tito Boeri, sottolinea la necessità di intervenire anche sulle prestazioni esistenti e non solo su quelle future come prevede il ddl per evitare che la transizione verso il nuovo sistema sia troppo lunga. Bankitalia sottolinea che il provvedimento all’esame della Camera rappresenta un ”passo importante nella giusta direzione” dato che il nostro Paese finora era privo di uno strumento universalistico, ma ricorda la necessità di controlli adeguati dato che il nuovo sistema comporterà lo stanziamento di ”risorse non trascurabili”.

La povertà assoluta nel nostro Paese durante la crisi è più che raddoppiata passando dal 3% al 7% della popolazione (circa 4 milioni di persone, un milione delle quali minori). E’ cambiata anche l’incidenza della povertà. Prima della crisi era maggiore tra le persone sole con più di 65 anni mentre ora è aumentata nelle altre tipologie, specialmente nelle famiglie con figli. E avere un lavoro, avverte Bankitalia ”non mette al riparo dal rischio di povertà”. I lavoratori a basso salario sono passati durante la crisi dal 24% al 28%. La Banca d’Italia ricorda che spendiamo per disoccupazione, famiglia, abitazione e bambini il 13% della spesa sociale (710 euro pro capite) contro il 20% della media dell’area euro (1.160 euro medi). ”L’Italia è uno dei pochissimi paesi europei – sottolinea Bankitalia – in cui manca una misura nazionale di sostegno per tutte le persone povere. I diversi strumenti di contrasto alla povertà operano privi di una logica unitaria, risultando caratterizzati da requisiti di accesso diversi”. Il ddl invece avrebbe un approccio ”organico”. Sarà però necessario – avverte – ”limitare i possibili incentivi a permanere indefinitamente nel programma”. Nell’audizione Boeri ha condiviso la necessità di uno strumento universale di contrasto alla povertà ma non la scelta di operare il riordino solo per i trattamenti futuri senza quindi agire sullo stock. ”Poichè i nuovi interventi verranno finanziati nell’ambito della capienza del nuovo Fondo che viene posto in essere – dice – il rischio di non riuscire a tutelare tutta la popolazione identificata come bisognosa d’aiuto è tutt’altro che scongiurato. Bisognerà a quel punto operare delle scelte alquanto discutibili fra poveri di serie A e di serie B”. Boeri comunque si è detto contrario a intervenire anche sulle pensioni di reversibilità come ipotizzato dal ddl perchè su queste c’è già stato negli anni scorsi un intervento importante in termini di riduzioni dell’importo nel caso di redditi del coniuge superstite superiori a tre volte il trattamento minimo.