Primomiglio, Dettori: senza una presenza forte nell’innovazione l’Italia non può essere competitiva

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In foto Gianluca Dettori
“A Napoli e in Campania c’è un movimento di startup in crescita, che fino a cinque o sei anni fa era molto più limitato. Gli sforzi si stanno coordinando per far sviluppare il sistema e questo è positivo; l’aspetto più critico è che serve fare del lavoro sul mercato, identificare con chiarezza un problema di mercato che possa essere risolto dai prodotti e servizi offerti”. Gianluca Dettori è fondatore e presidente di Primomiglio SGR, società milanese di venture capital tecnologico con all’attivo il fondo di early stage tecnologico Barcamper Ventures, istituito con l’obiettivo di investire in startup tecnologiche ad alto potenziale, selezionate attraverso un processo di accelerazione e investimento che mira a industrializzare il seed capital. Il 26 novembre scorso è intervenuto alla Finance Startup Cup Competition 2018, iniziativa organizzata dall’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Napoli, in collaborazione con la Commissione Odcec Finanza Straordinaria, nella sede dell’Ordine dei Commercialisti a Piazza dei Martiri. “Il primo elemento che valutiamo per arrivare a una decisione di investimento, considerando che siamo un fondo e abbiamo un processo strutturato, è il pitch, che a noi serve per identificare i progetti su cui vogliamo focalizzare l’attenzione – ha spiegato a IlDenaro.it a margine dell’evento –. Consideriamo se c’è uno spazio di mercato, un vantaggio competitivo nella soluzione proposta, una tecnologia proprietaria, non necessariamente con brevetti, ma comunque con un approccio alla soluzione che dia un minimo di vantaggio sostenibile sulla concorrenza. Poi guardiamo le persone e quanto i proponenti possano essere adeguati nel costruire l’impresa che c’è dietro le slide”. Fondatore di dPixel, società di advisory e consulenza nel campo dell’innovazione che dal 2007 sviluppa progetti di open innovation, scouting e accelerazione, con partner tra cui Telecom Italia, Microsoft, IWBank, Banca Sella, Aster, ERG, Fondazione Cariplo, Maker Faire e Comune di Napoli, ai giovani che decidono di lanciarsi in un’impresa innovativa Dettori consiglia di “lavorare molto sul pitch, inteso come progettualità complessiva e poi, nello specifico, del mercato. Negli ultimi anni si sono consolidate una serie di practice, penso ad esempio al modello del Lean Startup, grazie alle quali un team che vuole fare un’impresa può andare sul campo e provare a comprendere quali sono gli elementi per mettere insieme un business plan: parlare con i potenziali clienti e conoscere le loro esigenze concrete, capire come portare sul mercato un certo prodotto o servizio e come funzionano le dinamiche della vendita, fare test in piccola scala”. Attività portate avanti anche con il Barcamper Acceleration Program, il percorso di accelerazione di dPixel dedicato a startup digitali in fase seed: “Lavoriamo insieme a team in cui crediamo, validando in scala piccola, ma sufficientemente significativa, delle ipotesi di fondo sottostanti al piano. Dopo la validazione si riesce a fare un business plan più solido, che non è una espressione di opinioni ma dell’aver parlato con 100 clienti, dell’aver compreso quali sono gli argomenti di vendita, i canali distributivi da utilizzare. Abbiamo un camper che va in giro da tanti anni per l’Italia a fare scouting: all’inizio ricevevamo molti pitch e slide che non riuscivano a far venire fuori veramente quello che c’era dietro un progetto, perciò abbiamo deciso di usare il camper e di parlare con le persone pure se non hanno le slide o un business plan. Così riusciamo a capire se effettivamente c’è una potenzialità e aiutiamo i team a mettere insieme una narrazione per investitori come noi ma anche per altri”. Nel corso dell’evento all’Odcec si è parlato di un settore, quello dell’innovazione, sicuramente in fermento, con 250 nuove startup che nascono ogni mese nella Penisola: “I numeri sono in crescita: il registro delle Camere di Commercio sulle startup innovative continua a crescere – ha commentato il presidente di Primomiglio –. Però c’è sempre da considerare che stiamo cercando di colmare un ritardo endemico del Paese su tale fronte. Tanto per dare una dimensione, credo che quest’anno nel mercato francese saranno investiti nelle startup cinque o sei miliardi di euro, rispetto ai 350 milioni dell’Italia. Stiamo parlando di investimenti fondamentali per lo sviluppo di un’economia; non possiamo immaginare, nei prossimi 30 o 40 anni, di essere competitivi se non siamo fortemente presenti nel campo dell’innovazione tecnologica. Negli ultimi anni abbiamo fatto un salto in avanti notevole, ma la strada da percorrere è ancora lunga”.
Paola Ciaramella