“Storia delle donne di Napoli” di Yvonne Carbonaro: un monumento al pensiero femminile

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di Fiorella Franchini

Napoli è “FEMMINA,” – scrive Marco Fiore –  sia per tradizione di origini e creazione, per nascita, per etimologia, sia per la scelta di affidarsi da subito a figure e divinità quali dee e sante, supporto ulteriore con la figura mariana, infine per la morfologia del territorio tra ventri, colline e antri. – “Storia delle donne di Napoli” di Yvonne Carbonaro, edizioni Kairòs, è una raccolta ampia e accurata di ritratti che raccontano la dimensione sacra, politica, antropologica, culturale della città dal punto di vista femminile. Un universo variegato che l’autrice esplora a tutto tondo, distinguendo le singole figure in rapporto al mito, alla religione, al potere, alla creatività, alla relazione con l’altro sesso, all’ideale di donna costruito dagli uomini. Un’antologia di personaggi esemplari e un’analisi dei percorsi di emancipazione che mostrano non un’inferiorità intellettuale e umana ma, piuttosto, una narrazione a senso unico dominata dai canoni maschili. Sebbene gli uomini e le donne appartengano alla stessa umanità, la Storia è adulterata dagli effetti di una cultura maschilista e misogina che dall’età del bronzo ha soppiantato quella matriarcale relegandola ad alcuni aspetti specialistici della vita sociale: la procreazione, la cura della casa e della famiglia, la raccolta agricola, la dedizione agli dei. Nonostante questo ridimensionamento, sono state tante le donne che in tutte le epoche hanno trovato il modo di far sentire la propria voce, magari celata, talvolta soffocata. Si è trattato sempre e comunque di un grido di ribellione e di libertà che riecheggia come un tuono tra le pagine di Yvonne Carbonaro. Regine, sante, scienziate, letterate o semplici popolane hanno costruito un pensiero femminile accogliente, creativo e, al tempo stesso, fortemente trasgressivo. In una società patriarcale la disubbidienza della donna è sempre coraggiosa. L’uomo è quasi autorizzato alla trasgressione, ma la donna deve andare incontro a resistenze fortissime che rendono il suo percorso difficile e straordinario. Ogni figura disegnata dall’autrice ha in sé questo lampo d’indipendenza, ognuna lascia una traccia che, nel tempo, ha concretizzato molte delle conquiste moderne, tuttavia al fianco di tutte occorre intravedere quella moltitudine silenziosa e invisibile che non ha avuto voce, oppure ha deciso di “auto cancellarsi” distruggendo diari, epistolari, nascondendosi dietro pseudonimi o relegandosi dietro le mura di case e luoghi religiosi.  I diritti che oggi sono riconosciuti nascono dalla resistenza di questa grande forza motrice che ha marciato nei secoli. Una battaglia di riconquista ancora in corso, rallentata dall’inconsapevolezza delle donne, dall’indifferenza delle istituzioni e da un profondo smarrimento psicologico degli uomini che sfocia nell’aggressività e nel sopruso. Il movimento femminista ha risvegliato la coscienza delle donne, ma è la Storia a dimostrare che la volontà e le capacità femminili hanno sempre lasciato un segno indelebile anche nei tempi più oscuri, e questo ci lascia sperare in un futuro di progresso nei rapporti di genere, soprattutto in quelle culture che ancora assegnano alla donna un ruolo di subordinazione assoluta.  Napoli è femmina ed Elena Coccia nella prefazione ricorda che la città ha messo in primo piano le sue donne: madri come quelle rappresentate dalle Mater Matuta dell’antica Capua, seduttrici come le sirene, protettrici come le Madonne e poi le Sibille che prevedevano il futuro, donne che curano come la bella ‘mbriana, che puniscono come le Janare e poi donne che hanno acceso la resistenza, guidato proteste, difeso l’ambiente, ”guerriere contro la violenza di genere e le sentenze ingiuste”.  Il volume di Yvonne Carbonaro è un lavoro di ricerca e di organizzazione narrativa monumentale che fa emergere il contributo femminile in vari momenti della vita della città e in doversi campi del sapere. Sebbene intrappolate in posizione di subalternità, lo scarso potere decisionale di nobili, plebee, intellettuali e scienziate partenopee, ha sempre avuto un effetto determinante, ed è possibile identificare questo contributo solo guardando le vicende e le protagoniste nel loro insieme. Attraverso il punto di vista femminile, la storia di Napoli si ammanta creativamente di passione e determinazione, affascina con le sue sottintese implicazioni sociali e antropologiche, ridefinisce i contorni metafisici e reali della città.  Un documento del passato che diventa una testimonianza del presente grazie all’inserimento nel testo di una folta rappresentanza di donne moderne e contemporanee. Che cosa lasceranno alle future generazioni? La consapevolezza che le donne sono brave, l’idea che non sarà necessario isolare gli uomini, la convinzione che” una corretta politica delle donne non può più essere affrontata in termini di parità ma riconoscendone le differenze”, e forse un timore, che “la democrazia di genere, la redistribuzione del potere, in equità, fra gli uomini e le donne, non si può ottenere senza conflitto. Perché dovrebbero scansarsi di buon grado?” Sicuramente accadrà ma non sarà automatico secondo Lidia Ravera. Dunque, occorrerà rafforzare quel “coraggio battagliero” che è il filo conduttore del saggio di Yvonne Carbonaro affinché ogni conquista rimanga un diritto tutelato ed esercitato.